Nei prossimi giorni parlerò in due occasioni dei rapporti tra Filosofia e Rete.
Giovedì 26.10.2017 dalle 15.45 alle 16.30 nell’Aula Magna del Disum terrò un dialogo con Alessandro Curioni dal titolo Prolegomeni a ogni futura sicurezza. L’incontro fa parte del IV Colloquio di ricerca del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, dal titolo Presente e futuro della conoscenza.
Sabato 28.10.2017 alle 11.30 nell’Auditorium del Disum parteciperò al Linux Day 2017, con una relazione dal titolo Filosofia della (libera) sicurezza.
- Programma completo del Catania GNU/LinuxDay 2017 (link esterno)
[Photo by Sergey Zolkin on Unsplash]
2 commenti
agbiuso
Un intervento della Rete 29 aprile a proposito della drastica riduzione dei finanziamenti all’Università pubblica, travestita da premio ai bravi.
Il governo del Partito Democratico continua a fare il suo lavoro di compagine reazionaria e corrotta.
La responsabilità maggiore non è sua ma è dei Rettori degli Atenei del Sud, i quali hanno accettato qualunque decisione di tali governi (prima berlusconiani e poi renziani), attuando un vero e proprio tradimento degli studenti e dei docenti affidati alla loro gestione.
Molto grave la responsabilità di Gaetano Manfredi (Federico II di Napoli), in quanto Presidente della CRUI. Se non responsabilizziamo Rettori e Direttori di Dipartimento, se non chiediamo di attuare un’obiezione di coscienza verso questo massacro, non avremo futuro. Soprattutto non lo avranno i nostri studenti.
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Il mirabolante X-Factor degli atenei è arrivato alla fine della prima stagione. I “maghi Merlino” dei tornei dipartimentali (uno degli ultimi lasciti dei geniali “Renzi boys” all’Università) hanno partorito l’ennesima classifica. il MIUR, che evidentemente se ne vergogna, almeno per lo sbilanciamento più visibile (quello Nord/Sud), si auto-costringe ad una “excusatio non petita”. Solo a leggerla è terribilmente imbarazzante (e infatti l’estensore materiale del tweet ministeriale, pudicamente, la stacca con qualche spazio, col buffo risultato di renderla la cosa più evidente).
Lo sbilanciamento non sarà però solo TRA atenei, ma anche NEGLI atenei. E sarà tale per cinque anni. In più, alla fine, il “doping dei poveri” influirà ovviamente sulle classifiche del giro successivo.
Un provvedimento sbagliato che “concede” – come fosse un premio – quello che dovrebbe essere dovuto, ovvero le risorse minime per funzionare degnamente. Uno schiaffo dirompente all’equilibrio del sistema universitario, che si vuole sempre più diviso in serie B e serie C (la A, a quanto pare, non possiamo permettercela…). Un provvedimento che, nell’assegnare la solita coccarda di “eccellenza” a 180 dipartimenti, indirettamente – di fronte all’opinione pubblica – addita tutti gli altri come “pattume”. Un provvedimento che creerà danni di cui, come sempre, molti si accorgeranno tardi, troppo tardi. Magari qualcuno, che ha taciuto fino ad oggi confidando di ottenere la coccarda a spese degli altri, adesso qualcosa vorrà magari anche dirla. Tardi, troppo tardi. Appunto.
Fonte: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1724658250918557&id=112432852141113
agbiuso
L’ultima sessione del IV Colloquio di ricerca che si è svolto al Disum è stata significativa ed emblematica di molte responsabilità istituzionali nell’attuale gestione dell’Università italiana.
Abbiamo infatti potuto ascoltare dal vivo le tesi di un membro dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) e del Presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane (CRUI), Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II di Napoli.
A coordinare il Professor Giacomo Pignataro, nostro passato Rettore.
Non vi è stata quindi nessuna mediazione giornalistica, nessun pregiudizio, nessuna argomentata ironia in stile Roars. La verità di queste organizzazioni è emersa agli occhi di tutti.
Mi limito a riferire qui la mia interlocuzione con il Rettore Manfredi.
Mentre Pignataro aveva evidenziato la differenza tra formazione e educazione, Manfredi ha enfatizzato il valore della formazione e in particolare delle competenze. Un termine chiave della legislazione scolastica e universitaria degli ultimi trent’anni (per il quale rimando a quanto dicevo qui: Pedagogia)
Manfredi ha aggiunto al sostantivo competenze due aggettivi: complesse e trasversali.
Si è chiesto infatti se «il nostro sistema è capace di formare persone in grado di affrontare problemi complessi». Io gli ho risposto che, sì, ancora lo è, come dimostra anche il successo costante che i nostri studenti riscuotono quando vanno all’estero, per l’Erasmus o per altri progetti. Temo però che lo sarà sempre meno, anche a causa dell’appiattimento quantitativo dell’insegnamento universitario, di cui si fa paladina l’Anvur, e al suo traino altre agenzie istituzionali.
Le competenze trasversali sono state da Manfredi poste continuamente in relazione con il bisogno di flessibilità. Io ho osservato che proprio perché nelle società contemporanee ogni competenza che venga acquisita diventa ben presto obsoleta, è invece necessario che scuola e università offrano solide, profonde e fondate conoscenze di base, con le quali saper affrontare il continuo mutare del panorama sociale e culturale. Enfatizzare la flessibilità significa affidarsi a superficialità epistemologiche e a impoverimenti socioeconomici.
Manfredi mi ha a sua volta risposto che lui si riferiva alla flessibilità cognitiva e non di altro genere. Non ho avuto la possibilità di rispondergli ulteriormente che ‘flessibilità cognitiva’ è un sinonimo di filosofia e quindi se di questo si trattasse non potrei che condividere. Temo però che si tratti di flessibilità gestionale mascherata da competenze cognitive.
E, visto il titolo del Colloquio –Presente e futuro della conoscenza-, questo genere di futuro non mi sembra auspicabile.