La canzone della terra
(Mogol/Battisti – Il nostro caro angelo, 1973)
Molto al di là della ‘musica leggera’, al di là del ‘pop’, al di là dei cantautori. Uno sperimentalismo musicale che intride l’inno maschilista, tribale e ctonio; che si esprime in forme stupefacenti per l’epoca (1973), in percussioni essenziali e antiche. «E fra la seta della carne tua / mi voglio avvolgere / fino a mattino / mi voglio avvolgere / fino a mattino». La potenza contadina, il mito arcaico e indistruttibile della Terra madre, amica, amante, dea, si fa suono, canto, desiderio.
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