Recensione a: Filosofare con la katana. Nietzsche reboot
di Stefano Petruccioli
(Villaggio Maori Edizioni, 2016; pp. 90)
in Diorama Letterario – numero 338 – luglio/agosto 2017
pagine 35-36
♦ Pdf della recensione
Il libro di Petruccioli conferma che imitare Nietzsche è proprio impossibile.
4 commenti
diego
è molto interessante la questione del rapporto fra noi ed un filosofo che amiamo e leggiamo; nel mio piccolo mi accade già leggendo i tuoi libri, li leggo e li rileggo, ma non diventerò un simil-Biuso, una cover band filosofica, perché questo non è l’intento di un maestro;
ricordo il mio meraviglioso professore di filosofia del liceo, profondamente liberale e ancor più profondamente kantiano; non aveva alcuna intenzione di correggere il nostro ingenuo marxismo da liceali, semplicemente ci esortava a leggere pensando;
legger male è peggio che non leggere
agbiuso
Caro Diego, sono grandi le tue capacità definitorie che stavolta si esprimono in formule quali “cover band filosofica” o “leggere pensando”. Il sapere è una lunga catena d’oro, una relazione che parte da molto lontano e di umanità in umanità, di nome in nome, di libro in libro percorre il meglio che la nostra specie può dare.
Nei nostri tentativi di pensare, siamo tutti profondamente legati gli uni agli altri, tutti. È anche questo che Bernardo di Chartres sosteneva parlando di “nani sulle spalle di giganti”.
Ti ringrazio per avermi come maestro e ti ringrazio per la strada che percorri. È questo che ci fa camminare insieme.
Salvatore Fricano
Divertente (“Sono certo che apprezzerà” è una stilettata, perché non c’è bisogno di utilizzare la katana) e molto precisa la tua analisi del testo di Petruccioli, che non conosco. A margine: è proprio necessario imitare Nietzsche? Dobbiamo essere noi stessi, anche dinnanzi al più grande, ha detto qualcuno 🙂
agbiuso
Caro Salvatore, grazie per l’apprezzamento stilistico.
No, non c’è bisogno. Nei limiti che siamo (davvero grandi rispetto ad alcuni nomi) possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo alla scienza. È Nietzsche stesso, infatti, -per bocca di Zarathustra- a dire “Das – ist nun mein Weg, – wo ist der eure?”, ‘Questa è ora la mia strada, dov’è la vostra? (Terza parte. Vom Geist der Schwere / Dello spirito di gravità).
E la nostra può anche condurci lontano dal Maestro, che però -se per noi è stato un vero Maestro- avremo sempre accanto.