Villa Necchi Campiglio
FAI – Milano
Nel cuore di Milano. Una meraviglia. Lo spazio creato fra il 1932 e il 1935 da Piero Portaluppi esprime al meglio l’architettura razionalista, temperata dallo stesso Portaluppi con inconsuete stelle e rombi, trasformata poi da Tommaso Buzzi in linee più morbide, personalizzata infine dai proprietari con il calore delle loro vite. Sino al 2001, quando Gigina Necchi Campiglio muore all’età di 100 anni e regala questa dimora al Fondo Ambiente Italiano.
La geometria razionalista appare in tutta la sua armonia nella facciata, che sporge sulla piscina privata (la prima costruita in Italia), sui campi da tennis, su un bel giardino. All’interno l’atrio sale su per uno scalone che porta alle camere, luminosissime, funzionali, ampie. Al piano terra librerie, studi, sale da pranzo, salotti, giardini d’inverno, nei quali si vorrebbe studiare, conversare, scrivere, cenare. Tra gli spazi e alle pareti collezioni di quadri e oggetti d’arte provenienti da tutto il mondo.
Una borghesia ricca ma non volgare ha donato a se stessa e alla città l’esempio di un abitare intimo e insieme epico, attraversato in tutte le stanze dal calore del legno e dalla dolcezza della luce.