Il medico di campagna
(Médecin de campagne)
di Thomas Lilti
Francia, 2016
Con: François Cluzet (Jean-Pierre Werner), Marianne Denicourt (Nathalie Delezia), Patrick Descamps (Francis Maroini), Christophe Odent (Norès)
Trailer del film
Dedito per intero ai suoi pazienti e alla sua professione; sempre in giro per borghi, fattorie, strade sterrate; pronto a esserci per piccole ferite o per interventi gravi, Jean-Pierre riceve un duro colpo quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Anche se riluttante, accetta la collaborazione di una collega da poco laureata. Nathalie non si fa scoraggiare dalla ruvidezza di Jean-Pierre, viene pienamente accolta dai pazienti e riesce a migliorare anche la salute del medico di campagna.
Thomas Lilti è un medico-regista che qui disegna la figura ideale dell’uomo dedito alla vita altrui, anche perché forse non ha più una vita propria. Jean-Pierre è esattamente l’opposto del tecnico-burocrate al quale le riforme (parola criminale, ormai) della sanità intendono ridurre l’attività medica. Quello descritto dal film è invece un modello libero dall’ossessione del risparmio sulla vita umana e dalla corruzione delle case farmaceutiche. Una tipologia di medico probabilmente estinta e che qui viene raccontata con la misura sentimentale e con l’eleganza formale di molto cinema francese.
2 commenti
Dario Generali
Caro Alberto,
condivido totalmente il tuo giudizio negativo sul modello burocratico e spersonalizzato a cui i nostri decisori politici hanno spinto la professione medica e sull’apprezzamento per uno stile professionale come quello descritto nel film che recensisci.
Applicare logiche utilitaristiche e impiegatizie a professioni come quelle di medici, docenti e magistrati mostra tutta la pochezza intellettuale, civile e morale di chi purtroppo ci governa.
Un caro saluto.
Dario
agbiuso
Caro Dario, la tua condivisione è particolarmente significativa poiché non soltanto sei uno dei massimi studiosi europei di storia della medicina ma anche per la profonda sensibilità civile che ti caratterizza. Sì, “la pochezza intellettuale, civile e morale” degli attuali reggitori dell’Europa si conferma a ogni passo.
Confido che la lunga, travagliata ma preziosa storia del nostro Continente saprà resistere anche a questi barbari, che al posto del cervello hanno delle banconote, emuli della miseria di Paperon de’ Paperoni, vero ispiratore delle loro “riforme”.