La presentazione del volume Mille e una Callas nel Foyer del Teatro Bellini di Catania è stata un’occasione di confronto e di arricchimento al di là dei confini disciplinari.
Metto qui a disposizione la registrazione audio del mio intervento, che si può anche ascoltare e scaricare da Dropbox: Biuso_Callas_13.5.2017.
La durata è di 13 minuti circa.
2 commenti
Marina Garaventa
Interessante accostamento che induce a molte riflessioni. Sicuramente la cultura greca ha segnato l’espressività della Callas ma è nell’opera italiana che ha trovato la sua massima espressione. Tutti gli autori stranieri hanno imparato “il recitar cantando” dai musicisti italiani. La Callas, pur con una voce disuguale e non bella, ha saputo, con grande intelligenza artistica, rinnovare l’interpretazione e modernizzare la scena del melodramma. Ha saputo poi costruire il suo “mito” con pazienza e sacrificio, badando molto alla sua immagine e all’esteriorità che, nel mondo dello spettacolo, la fa spesso da padrona. Tutto ciò le ha dato l’apparenza della Dea, ma le è costato grandi dolori e grande infelicità.
agbiuso
Cara Marina, grazie per queste riflessioni del tutto condivisibili e che vengono da una persona che ben conosce il mondo dei cantanti lirici e della musica. Ricordo qui, infatti, tuo padre Ottavio e il libro che gli hai dedicato.