Il sito SoloTablet mi ha chiesto un’intervista sulle tecnologie della Rete, sui Social Network e, in generale, sulla tecnica. È stata pubblicata lo scorso 21 marzo con il titolo Il Grande Fratello non ci guarda, siamo noi che lo guardiamo e tuttavia ne veniamo dominati.
«Il Mi piace di Facebook è la carota che si accompagna al bastone dell’insignificanza della quale si viene minacciati se non ci si sottopone a tali riti, è l’inesistenza stessa, che dal piano di un’ontologia materica è passata a quello di un’ontologia digitale che sta a fondamento di un “impero virtuale”. Ciò che sta succedendo sembra confermare le intuizioni heideggeriane sulla natura non neutrale della tecnica, sul suo costituire l’espressione di una struttura ontologica che si incarna certamente in opere e manufatti ma non è a essi riducibile; vengono confermate le tesi sul pericolo che la tecnica rappresenta quando il suo sviluppo è lasciato a se stesso o, per meglio dire, agli interessi politici che lo muovono».
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2 commenti
diego
Caro Alberto, vorrei soltanto aggiungere, che sei sulla strada giusta a comprendere questi temi già da anni, per esempio Cyborgsofia fu pubblicato nel 2004 e, a 13 anni di distanza, il suo testo è assolutamente attuale. Comunque è molto importante aver chiaro il rapporto potente e inevitabile fra la corporeità umana e la tecnologia. E da sempre, da tempo immemorabile, il rapporto con la tecnica è natura umana. Per fare un esempio: aver utilizzato il fuoco e cotto i cibi, ha permesso di nutrire gli anziani e farli campare un po’, e per conseguenza, ha favorito il formarsi di nuclei di conoscenze tradizionali tramandate (e forse lo stesso linguaggio è anche una tecnica, sicuramente quello scritto). Oggi la tecnologia della rete ha potenti e non del tutto comprese conseguenze sul nostro modo di essere umani. Quindi, nella gestione della rete stessa la partita fra capitalismo e umane esigenze, aspirazioni e necessità, è un luogo cruciale di tensione e lotta per il controllo. Facebook è una trappola che ruba la tua identità, ci si piazza dentro e sei fregato, guarda quanti fatti anche drammatici specie fra i ragazzi.
agbiuso
Caro Diego, anzitutto grazie per l’attualità che attribuisci a Cyborgsofia.
Ciò che affermi è da me interamente condiviso. La nostra natura è davvero tecnica: dall’utilizzo del fuoco per i cibi al linguaggio, il quale è secondo me la più perfetta e feconda tecnologia umana, sia nella sua forma orale sia in quella scritta.
Tale naturalità si riverbera in ogni nostra esperienza e costituisce la ragione più profonda della invenzione, diffusione e successo di tecnologie ambigue (come i Social Network) o del tutto distruttive (come gli armamenti). Strumenti entrambi, e non certo a caso, del potere politico.