Peccato non aver tempo, ma tutti i libri che segnali sarebbero da leggere, e questo è fra quelli che più corrispondono a questa constatazione.
Detto questo però, la tua recensione è comunque una recensione che dà qualcosa, non è una semplice esortazione al leggere.
Mi interessa molto quel passaggio sulla questione della mente come evento in cui una parte della materia percepisce l’esistenza della materia stessa.
Oso una piccola riflessione personale. Noi siamo corpi, corpi che, grazie agli apparati percettivi, assumiamo informazioni che utilizziamo per agire, per re-agire. In realtà non tutta la percezione passa per la mente, ma molta passa al di fuori di essa, nel corpo e fuori dalla coscienza. Faccio un esempio: se vado al mare e mi abbronzo al sole (magari così son meno brutto…) accade che le cellule del mio derma percepiscono i raggi ultravioletti e producono la melanina. Così se cammino nel bosco i miei polmoni assorbono aria buona e il mio corpo trae giovamento. Questi e tanti altri eventi non passano per la mente, o quantomeno per la parte dove c’è l’autocoscienza, eppure abbiamo sicuramente dei fenomeni di percezione. Per concludere, la percezione più affascinante, quella in cui c’è una coscienza del sé che si accorge di percepire (come dire, vedo la luna in cielo, che bella che è, e so di vederla) secondo me è comunque parte della percezione tutta, cioè del rapporto/scambio fra il corpo e l’ambiente. Ogni corpo vivo è percettivo, anche se solo quello del Prof. Biuso è attrezzato per ragionarci e scrivere le sue sempre affascinanti riflessioni.
Sì, Diego, la percezione è un “rapporto/scambio fra il corpo e l’ambiente”. Lo dici con grande chiarezza. Il corpo è anche il proprio ambiente, non si limita ad abitare in esso. E l’ambiente assume consapevolezza di sé nel corpo che lo vive.
Ogni essere vivente è parte di un tutto, da esso inseparabile. Antiche filosofie orientali lo sanno bene. Molte teorie fenomenologiche lo ribadiscono.
Il corpo del Prof. Biuso è in continuità anche con quello dei suoi amici, senza i quali il pensiero che tenta di elaborare sarebbe assai più povero.
2 commenti
diego
Peccato non aver tempo, ma tutti i libri che segnali sarebbero da leggere, e questo è fra quelli che più corrispondono a questa constatazione.
Detto questo però, la tua recensione è comunque una recensione che dà qualcosa, non è una semplice esortazione al leggere.
Mi interessa molto quel passaggio sulla questione della mente come evento in cui una parte della materia percepisce l’esistenza della materia stessa.
Oso una piccola riflessione personale. Noi siamo corpi, corpi che, grazie agli apparati percettivi, assumiamo informazioni che utilizziamo per agire, per re-agire. In realtà non tutta la percezione passa per la mente, ma molta passa al di fuori di essa, nel corpo e fuori dalla coscienza. Faccio un esempio: se vado al mare e mi abbronzo al sole (magari così son meno brutto…) accade che le cellule del mio derma percepiscono i raggi ultravioletti e producono la melanina. Così se cammino nel bosco i miei polmoni assorbono aria buona e il mio corpo trae giovamento. Questi e tanti altri eventi non passano per la mente, o quantomeno per la parte dove c’è l’autocoscienza, eppure abbiamo sicuramente dei fenomeni di percezione. Per concludere, la percezione più affascinante, quella in cui c’è una coscienza del sé che si accorge di percepire (come dire, vedo la luna in cielo, che bella che è, e so di vederla) secondo me è comunque parte della percezione tutta, cioè del rapporto/scambio fra il corpo e l’ambiente. Ogni corpo vivo è percettivo, anche se solo quello del Prof. Biuso è attrezzato per ragionarci e scrivere le sue sempre affascinanti riflessioni.
agbiuso
Sì, Diego, la percezione è un “rapporto/scambio fra il corpo e l’ambiente”. Lo dici con grande chiarezza. Il corpo è anche il proprio ambiente, non si limita ad abitare in esso. E l’ambiente assume consapevolezza di sé nel corpo che lo vive.
Ogni essere vivente è parte di un tutto, da esso inseparabile. Antiche filosofie orientali lo sanno bene. Molte teorie fenomenologiche lo ribadiscono.
Il corpo del Prof. Biuso è in continuità anche con quello dei suoi amici, senza i quali il pensiero che tenta di elaborare sarebbe assai più povero.