Un Paese grottesco, oltre che profondamente corrotto.
La tragedia consiste nel fatto che gli Organi Supremi degli atenei si facciano complici dei cialtroni anvuriani.
Basta, veramente.
Anvur e Ministero dell’Università hanno deciso di riaprire i termini della Valutazione della Qualità della Ricerca. Una mossa disperata di fronte alle percentuali di resistenza che rendono la VQR inservibile. Una mossa arrogante, che dice molto sulla stupidità politica dei soggetti coinvolti (Anvur e Ministero appunto) e del grado di ridicolo -infimo grado- al quale è pervenuta la vita sociale italiana.
Caro Pasquale, grazie per la tua condivisione così pervasiva, ironica, convinta.
Se vuoi inserire un tuo commento all’articolo, puoi farlo direttamente cliccando sotto il testo alla voce Leave a Reply.
Ti si chiederà di registrati a Roars ma è cosa molto semplice, che ti permetterà di intervenire in tutte le discussioni aperte dalla Rivista.
Caro Alberto, per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare, è la domanda Totò al ghisa milanese in Totò, Peppino e la malafemmena. La risposta in triestino sarebbe stata a remengo.
Io non appartengono a un corpo accademico, se mai a un copro, stante la posizione dei Conservatori tra color che son sospesi ma che egualmente subiscono la situazione che tu descrivi con appuntiti accenti. Sono un po’ stupito di quelli asfittici dei tuoi commentatori in roars. Tutti un po’ blasé si direbbe, puntigliosi ma non puntuali. Forse non ti hanno capito. A parte ciò, osservo che lo stile dominante egemone del potere è per l’appunto il silenzio. Per potere intendo qualsiasi sua epifania, da quella direttoriale a quello dittatoriale, fino a quelle larvate del quotidiano, degli uffici pubblici, degli enti privati. Silenzio. Il silenzio è oggi il manganello soft touch del potere. È migliore, diciamo pure, meno invasivo e più sopportabile la conseguenza del golpe, ma egualmente violento. Come l’ignoranza. Il silenzio dei docenti si può assimilare a quello degli indecenti che cumànnano. Io credo così. E mi associo, per quel che conta in questa sede, al tuo dire. Se hai modo di farlo pubblica pure questo mio commento a seguito della tua esternazione nella sede di Roars.
Con osservanza, chiuderebbe un preside. Noi no. Ti abbraccio P.
4 commenti
agbiuso
«F…k him! Now, you listen to me! I want VQR reopened right now!»
Un Paese grottesco, oltre che profondamente corrotto.
La tragedia consiste nel fatto che gli Organi Supremi degli atenei si facciano complici dei cialtroni anvuriani.
Basta, veramente.
agbiuso
Anvur e Ministero dell’Università hanno deciso di riaprire i termini della Valutazione della Qualità della Ricerca. Una mossa disperata di fronte alle percentuali di resistenza che rendono la VQR inservibile. Una mossa arrogante, che dice molto sulla stupidità politica dei soggetti coinvolti (Anvur e Ministero appunto) e del grado di ridicolo -infimo grado- al quale è pervenuta la vita sociale italiana.
Due testi, brevi, per saperne di più.
Roars: Con un colpo di bacchetta ANVUR riapre la VQR: l’incantesimo si chiama…
Rete29Aprile: Ben oltre il confine del ridicolo: ANVUR impiega 2 settimane a capire il disastro VQR e… riapre i termini!
agbiuso
Caro Pasquale, grazie per la tua condivisione così pervasiva, ironica, convinta.
Se vuoi inserire un tuo commento all’articolo, puoi farlo direttamente cliccando sotto il testo alla voce Leave a Reply.
Ti si chiederà di registrati a Roars ma è cosa molto semplice, che ti permetterà di intervenire in tutte le discussioni aperte dalla Rivista.
Pasquale
Caro Alberto,
per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare, è la domanda Totò al ghisa milanese in Totò, Peppino e la malafemmena. La risposta in triestino sarebbe stata a remengo.
Io non appartengono a un corpo accademico, se mai a un copro, stante la posizione dei Conservatori tra color che son sospesi ma che egualmente subiscono la situazione che tu descrivi con appuntiti accenti. Sono un po’ stupito di quelli asfittici dei tuoi commentatori in roars. Tutti un po’ blasé si direbbe, puntigliosi ma non puntuali. Forse non ti hanno capito. A parte ciò, osservo che lo stile dominante egemone del potere è per l’appunto il silenzio. Per potere intendo qualsiasi sua epifania, da quella direttoriale a quello dittatoriale, fino a quelle larvate del quotidiano, degli uffici pubblici, degli enti privati. Silenzio. Il silenzio è oggi il manganello soft touch del potere. È migliore, diciamo pure, meno invasivo e più sopportabile la conseguenza del golpe, ma egualmente violento. Come l’ignoranza. Il silenzio dei docenti si può assimilare a quello degli indecenti che cumànnano. Io credo così. E mi associo, per quel che conta in questa sede, al tuo dire. Se hai modo di farlo pubblica pure questo mio commento a seguito della tua esternazione nella sede di Roars.
Con osservanza, chiuderebbe un preside. Noi no. Ti abbraccio P.