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L’impero dei social network

13 commenti

  • agbiuso

    Luglio 12, 2024

    Lo sapevamo e lo sappiamo bene che quanti non accettano di essere degli automi obbedienti ai valori morali e politici dell’Unione Europea (e dunque degli Stati Uniti d’America) sono censurati sistematicamente. Questa è un’ulteriore e assai grave conferma.

  • agbiuso

    Novembre 20, 2016

    Facebook. Cosa ne pensano a Catania
    Esilarante ma anche molto significativo.
    Tra le risposte: “Con Facebook ti colleghi maritatu e ti scolleghi cunnutu”

  • agbiuso

    Novembre 7, 2016

    Segnalo un interessante articolo di Nicola Nosengo che affronta, anche se da una prospettiva molto diversa, la questione del rapporto tra Internet ed economia: L’avanzata dei tecnopessimisti.

  • Programmi dell'anno accademico 2016-2017 - agb

    Settembre 5, 2016

    […] della sensazione, Bollati Boringhieri 2012: premessa e capitolo 1 (pp. 9-97). Renato Curcio, L’Impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale, Sensibili alle foglie 2015. Giuseppe Frazzetto, Epico Caotico. Videogiochi e altre mitologie […]

  • American Way - agb

    Giugno 14, 2016

    […] ivi, p. 31) poiché consiste in un lavoro gratuito a favore delle grandi aziende informatiche, lavoro del quale i suoi workers non sono neppure consapevoli. Stadio contemporaneo della guerra di tutti contro tutti, l’economia digitale è una delle […]

  • agbiuso

    Maggio 15, 2016

    Caro Diego, sono contento che tu stia leggendo L’impero virtuale; segnalami per favore la recensione che ne scriverai.
    Spero che Aión ti arrivi presto; per la sua lettura ci sarà, comunque, sempre tempo 🙂

  • diego

    Maggio 15, 2016

    sto leggendo il libro edito da sensibili alle foglie, è ben scritto, contiene molti spunti interessanti, se ce la faccio scrivo due righette sul mio ininfluente blog, ha un’impostazione concettuale che mi ricorda un po’ la scuola di francoforte, applicata alle modernissime tecnologie, un testo comunque ottimo

    nota a latere: il tuo libro sul tempo, caro alberto, deve ancora arrivare alla libreria, ma questa settimana ci conto

  • Pasquale

    Marzo 8, 2016

    Cari moschettieri, commento alle corte poiché in questo periodo, fatto salvo un lavoro, forse per bambini ma in inglese, inutile siamo d’accordo, che mi trattiene per ore e ore a scrivere in una lingua né paterna né materna, il conservatorio si sovrappone alla mia con al sua volontà… usi a obbedir tacendo, chiacchierando tiremm innanz.
    Posterò una notarella più avanti. Un abbraccio. Parapà

  • agbiuso

    Marzo 6, 2016

    Caro Diego, quello che hai scritto è da me condiviso, in particolare queste tue parole:
    “Tutto ciò che non infastidisce il capitale nella sfera delle inclinazioni sessuali vien concesso, mentre ogni tradizione, ogni fattore culturale locale che mette dei freni è disprezzato come arcaico, medievale o, horribile verbo, borghese”.

    So bene che si tratta di un tema nel quale il conformismo del politicamente corretto è pervasivo ma non si possono confondere delle richieste legittime, importanti e liberali -come quelle sui diritti civili- con un progetto di riscatto sociale ed economico -come quelli marxiano e anarchico.
    In questa confusione sta una delle radici della fine della sinistra, della sua identità e della sua storia.

    Riguardo al libro di Curcio, ne consiglio vivamente la lettura. Si tratta di un testo molto profondo e scritto benissimo.

  • diego

    Marzo 6, 2016

    Una recensione che restituisce sicuramente i concetti essenziali del testo. C’è una questione interessante, che aleggia anche nelle pagine di questo blog, caro Alberto, e che trova riscontro nelle tue pagine sull’anarchismo nel volume edito da mimesis, ed è quella dei diritti civili branditi come efficace arma di omologazione planetaria. Un tema scomodo, politicamente scorretto, quello delle comunità locali, delle culture altre, degli orizzonti umani alternativi, ancorati ad un rapporto paritario e non autoritario con la biosfera. Vita umana concreta contro meccanica finanziaria. Quindi l’internet se apparentemente fa sentire liberi in realtà ci avvolge nell’omologazione dove tutto ciò che non infastidisce il capitale nella sfera delle inclinazioni sessuali vien concesso, mentre ogni tradizione, ogni fattore culturale locale che mette dei freni è disprezzato come arcaico, medievale o, horribile verbo, borghese. A sinistra bisogna capirlo una volta per tutte che la libertà non è di sinistra, è solo un’esca della trappola. Scusa caro Alberto, ho scritto troppo.

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