Da Raffaello a Schiele.
Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest
Palazzo Reale – Milano
A cura di Stefano Zuffi
Sino al 7 febbraio 2016
Un’antologia della grande pittura europea è in mostra a Milano. Provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest si possono infatti gustare alcune delle opere più significative che dal Cinquecento alle prime avanguardie hanno costellato di bellezza la vita e gli umani del nostro continente. Soggetti biblici e profani; paesaggi, miti, ritratti; le geometrie del Nord e il languore mediterraneo si incontrano, dialogano, si fondono nella forma della mente che la pittura è da sempre.
Tra i tanti nomi e artisti, ne ho particolarmente gustato alcuni. Il San Giacomo minore del Greco, con i suoi colori tenui e quasi immateriali, con la sua intensissima espressione. La Baia con rovine di Salvator Rosa, potente e malinconico luogo del ricordo. I ritratti di Goya, il quale non fa differenza tra il popolo lavoratore e l’aristocrazia spagnola, dipingendoli tutti con una penetrazione nei caratteri che fa di questo artista anche un inquietante psicologo. E infine la Villa nella campagna romana di Claude Lorrain, opera nella quale lo spazio, la pace, la luce diventano e sono il senso stesso del mondo.
1 commento
Adriana Bolfo
Vista.
Segnalo la celebre Madonna col Bambino e san Giovannino, di Raffaello, quella detta “Madonna Esterhzy” (sulla á dei possessori va un accento acuto che non so riprodurre) assolutamente da vedere per i colori tenui, non quel rosso e blu carichi con cui gli editori solitamente la assassinano.
Finalmente dal vivo, per apprezzare la differenza vistosissima rispetto a tante riproduzioni, differenza che trovo molto più marcata tra riproduzioni e originale rispetto a moltissime altre opere di altri autori.