Dante, Maometto e Charlie Hebdo
«Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
com’io vidi un, così non si pertugia,
rotto dal mento infin dove si trulla.
Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e ‘l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.
Mentre che tutto in lui veder m’attacco,
guardommi e con le man s’aperse il petto,
dicendo: ‘Or vedi com’ io mi dilacco!”
vedi come storpiato è Mäometto!’»
(Inferno, XXVIII, 22-31).
Così Dante Alighieri descrive la figura ripugnante dello ‘scismatico’ Maometto, tagliato/squartato come lui volle tagliare/squartare l’unità cristiana del Mediterraneo. Ancora una volta i monoteismi confermano tutta la loro carica di violenza, gli uni contro gli altri. Nel presente i più pericolosi e armati di tali monoteismi sono quello di Israele e quello degli islamisti. Massacrare i redattori del giornale parigino Charlie Hebdo perché hanno «offeso il Profeta» è semplicemente ripugnante. E conferma ancora una volta tutta la violenza insita nell’Identità senza Differenza, nell’Uno.
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Non avere altri dèi di fronte a me. […] Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti» (Deuteronomio, cap. 5, versetti 6-10).
«Allah testimonia, e con Lui gli Angeli e i sapienti, che non c’è dio all’infuori di Lui, Colui Che realizza la giustizia. Non c’è dio all’infuori di Lui, l’Eccelso, il Saggio». (Corano, sura III, versetto 18).
«Egli Allah è Unico, Allah è l’Assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è eguale a Lui» (Corano, sura CXII, versetti 1-4).
«E i miscredenti che muoiono nella miscredenza, saranno maledetti da Allah, dagli angeli e da tutti gli uomini. Rimarranno in questo stato in eterno e il castigo non sarà loro alleviato, né avranno attenuanti. Il vostro Dio è il Dio Unico, non c’è altro dio che Lui, il Compassionevole, il Misericordioso» (Corano, sura II, versetti 161-163).
35 commenti
agbiuso
«…una grande festa pagana legata agli dei dell’Olimpo, e dunque all’Olimpismo».
L’ignoranza di questo Jolly è imbarazzante. L’olimpismo non è legato «agli dèi dell’Olimpo» ma alla città di Olimpia, sede dei giochi della Grecia antica. Dioniso è il sorriso sacro e implacabile, non è una Drag queen. Che questa gente si ispiri ai divi hollywoodiani e alle mitologie statunitensi e lasci in pace gli dèi delle religioni mediterranee.
agbiuso
Condivido il richiamo alla libertà da parte di Thomas Jolly e confermo il diritto di assoluta libertà di espressione.
Essa deve dunque valere per tutti, per Jolly che prende in giro la fede cristiana; per chi prende in giro i terroni (quale io sono) senza per questo essere accusato di antimeridionalismo; per chi prende in giro i gay senza essere accusato di omofobia; per chi prende in giro gli islamici senza essere accusato di islamofobia; per chi prende in giro gli ebrei senza essere accusato di antisemitismo; per chi prende in giro i negri o gli asiatici senza essere accusato di razzismo.
Siamo d’accordo?
agbiuso
“La realtà è che viviamo in un mondo che dice di amare le differenze, ma che in realtà vuole cancellarle pensandole offensive per gli altri e soprattutto verso gente considerata inconsciamente inferiore”
Da Viva Dante
il Simplicissimus, 26.5.2024
christine
Lettera scritta dal giornalista Brice Couturier
y a cinq ans, j’ai lu ce texte au micro de France Culture. Je le remets en ligne parce qu’il me semble d’actualité.
“…Vous croyez avoir semé la panique dans cette ville qui vous fait horreur, Paris, parce qu’elle est la capitale de la liberté de penser, de croire et de ne pas croire. Oui, chez nous, hommes et femmes, jusqu’à nouvel ordre, marchent côte à côte dans les rues , s’asseyent aux mêmes tables de cafés et de restaurants. Nos regards se croisent avec cette liberté que les bigots de votre espèce condamnent comme une effronterie. Les visages ne sont pas masqués, parce que l’expérience d’autrui prend la forme du visage – comme nous l’a appris Lévinas. C’est dans nos universités, très anciennes, que s’est développé cet esprit critique , qui vous fait si peur parce que vous craignez qu’il dissipe bientôt les ténèbres de votre crasse ignorance. Nos Lumières nous ont apporté une supériorité matérielle dont nous avons abusé dans le passé. Ce n’est plus le cas.
Nous sommes une nation d’individus, fiers de leur émancipation, et désireux de la proposer à tous ceux qui viennent nous rejoindre, sans distinction de race ou de religion. Nous sommes les enfants de Descartes et de Voltaire et c’est pourquoi nous soumettons toutes les croyances à l’épreuve de la raison, tous les pouvoirs à celui de la critique. A nos yeux, aucune puissance terrestre ne peut se targuer d’une origine divine. Cette liberté de critiquer, de se moquer, nous l’avons gagnée par les armes, à la suite de nos révolutions.
De tout cet acquis, il n’y a rien à négocier. C’est à prendre ou à laisser.
Pour toutes ces raisons, pour Pascal et Paul Valéry, pour Montaigne et Proust, Watteau et Debussy, pour Lamartine en février 1848 et Charles de Gaulle en juin 1940, je me sens soudain fier d’être Français. Vous croyez pouvoir nous soumettre par la terreur, vous vous trompez. Vous courez de grands risques en prenant notre longue tolérance pour de la lâcheté. Nous détestons la violence et sommes lents à répondre aux provocations. Mais sachez que, dans le passé, nous avons affronté des ennemis bien autrement redoutables que vos hordes miteuses . Et que nous les avons vaincues. Par vos provocations sanguinaires, vous nous avez réarmés moralement. C’est une bonne chose. C’est pourquoi la peur va changer de camp. Vous voilà prévenus.”
agbiuso
Ti ringrazio, Christine, per aver fatto conoscere questa pagina di Brice Couturier, il quale ricorda anche la centralità del volto difesa da Lévinas. Quel volto che l’autorità oggi ci impedisce di vedere e di mostrare, inchiodato dentro le museruole sanitarie.
Di questa appassionata pagina mi sembra centrale l’affermazione per la quale “è nelle nostre università, così antiche, che si è sviluppato quello spirito critico che vi fa così tanta paura poiché temete che esso possa presto dissolvere le tenebre della vostra passa ignoranza”.
Un’ignoranza, quella degli islamisti e di ogni fanatismo religioso, davvero inemendabile e irredimibile.
agbiuso
«I poliziotti l’hanno trovato con la tunica rossa di sangue, accucciato vicino al cadavere del padre mentre piangeva e recitava versetti del Corano»
Parigi, sgozza padre e fratello volevano impedirgli di aderire a Isis
Certo, la persona che ha compiuto tutto questo è uno squilibrato ma al-Qurʾān è un libro tanto banale quanto infame.
agbiuso
Su un sito del quale non dico il nome né do il link, poiché non desidero fargli pubblicità, leggo la seguente affermazione:
“Esiste una sorta di ‘negazionismo’ che nega i contenuti razzisti nei programmi scolastici: la bellezza, secondo i canoni occidentali, tiranneggia qualsiasi messaggio e opere come la Commedia, acclamata come capolavoro dell’umanità, benché esprima inequivocabilmente contenuti razzisti, viene valutata per il suo valore estetico e simbolico. La Commedia è considerata opera di indiscusso valore universale, con buona pace degli studenti e dei professori ebrei ed islamici e della loro identità violata.
E’ uno scandalo che i ragazzi, in particolare ebrei e mussulmani, siano costretti a studiare opere razziste come la Divina Commedia, che nell’ invocata arte nasconde ogni nefandezza.
Antisemitismo, islamofobia, antiromani, razzismo devono essere combattuti cercando un alleanza fra le vittime storiche del razzismo proprio su temi e argomenti condivisi come la diversità culturale.
La continuazione di insegnamenti di questo genere rappresenta una violazione dei diritti umani e la evidenziazione della natura razzista e antisemita del nostro paese di cui il cristianesimo costituisce l’anima”.
L’ignoranza, il fanatismo, la barbarie prendono molte forme. Le affermazioni che avete letto sono tra le più sciocche (e anche scritte male).
Libertà di espressione - agb
[…] 7 gennaio ho scritto di getto a proposito del massacro di Charlie Hebdo poiché quel giorno è stata colpita nel modo più violento e ripugnante la libertà di parola, […]
agbiuso
Su La Sociale Yvon Quiniou ha scritto un intervento necessario, dal titolo L’insupportable dérive islamophile de la gauche.
Invito a leggere queste pagine assai chiare, nelle quali si parla di tradimento del progetto materialista e laico di Karl Marx da parte dei presunti ‘comunisti’ contemporanei, i quali si fanno complici di “une religion rétrograde, obscurantiste, dogmatique, anti-laïque, haineuse, machiste, homophobe, et hostile aux incroyants jusqu’à commander leur meurtre”.
Il testo così si conclude:
“Il est donc impératif de réagir idéologiquement (en dehors de toutes les autres actions socio-politiques qui ne perdent en rien leur urgence propre) et de refuser toute islamophilie aveugle, inconsciente, naïve, mystificatrice et auto-mystificatrice. Comme il est indispensable de rester fidèle, au-delà de celui des Lumières, à l’héritage marxien pour qui « la critique de la religion est la condition préliminaire de toute critique » : pour pouvoir critiquer la terre afin de l’améliorer, il faut commencer par dissiper intellectuellement les illusions religieuses qui en voilent les atrocités, voire en commettent d’autres qui leur sont spécifiques. Ce n’est pas là une haine dépassée et pré-marxiste de la religion comme le soutient Pierre Tévianan dans un pamphlet spécieux et peu subtil intitulé La haine de la religion, alimentant ainsi une vision compassionnelle des peuples opprimés (ce qu’ils sont, effectivement) qui se croit autorisée à les excuser de leurs croyances délétères et aliénantes sous prétexte qu’ils sont opprimés. C’est au contraire assumer à nouveau un devoir de critique intellectuelle de toutes les formes d’inhumanité liées au phénomène religieux, dans des conditions inédites mais persistantes, même si cela vous expose à des réactions hostiles malhonnêtes et inattendues de la part de vos amis politiques – j’en sais hélas quelque chose ! L’islam est donc lui aussi « un opium du peuple » qui l’enfonce dans sa « détresse réelle » en la lui faisant oublier et il n’y a rien en lui qui soit porteur d’un quelconque facteur d’émancipation ! Refuser de s’engager dans cette tâche de critique que je persiste à qualifier de morale, c’est se faire le complice d’une nouvelle « trahison des clercs (comme disait Benda), d’un nouvel abaissement de la raison dont la gauche, y compris la gauche anti-capitaliste, nous offre l’affligeant et désespérant spectacle. Je ne veux pas en être !”
agbiuso
Di fronte alla prima copertina di Charlie Hebdo 2016 -copertina che a me sembra persino ovvia- le religioni monoteistiche stanno reagendo come un solo Dio, a difendere l’indifendibile violenza del loro principio.
Eh sì, non sono più Charlie Hebdo.
agbiuso
Gli infami monoteisti dell’Isis/Daesh –creati dagli USA e ora rivoltatisi contro il loro apprendista stregone- distruggono a Palmira testimonianze millenarie delle civiltà politeistiche. Nel loro squallido libro sacro, infatti, è detto che bisogna abbattere i templi degli ‘idoli’. Chi agisce così, chi pensa questo, non merita rispetto. Nessun rispetto per il loro Allah, l’abominevole.
agbiuso
Caro Diego,
certamente conta anche il fattore da indicato.
Se, però, delle persone armate sono capaci di massacrare centinaia di giovani indifesi, ciò è reso possibile soltanto da motivazioni totali e fanatiche. In caso contrario non riuscirebbero a farlo. Motivazioni che le religioni monoteistiche offrono da millenni ai loro adepti.
Per millenni non è esistita alcuna modalità di “diffusione virale delle immagini” ma ebrei, cristiani e musulmani hanno lo stesso sterminato i loro nemici e si sono massacrati a vicenda.
L’utilizzo spettacolare della morte è dunque una delle motivazioni dei massacri contemporanei ma a me non sembra quella “centrale”.
diego
Vorrei sottoporti una mia ipotesi, su questi eventi, caro Alberto. Un docente di Sociologia della cultura è sicuramente un buon interprete di questo aspetto del fenomeno, che a mio avviso è centrale.
Questi massacri sono sicuramente perpetrati con un intento spettacolare, una conoscenza del potere virale delle immagini e delle notizie. Se guardiamo ai numeri, uccidere cento persone inermi, disarmate, non muta realmente la situazione in un paese dove vivono centinaia di milioni di persone. Lo scopo essenziale (ribadisco l’aggettivo: essenziale) è far deflagrare nell’immaginario collettivo una «bomba» dall’illimitata potenza, una «bomba» di paura, in molti ed una «bomba» di fascinazione e desiderio di esserci in altri. L’uso della potenza dei mezzi di comunicazione, dell’onda propagatoria inarrestabile, è spettacolarizzazione all’estremo. Una sorta di reality raccapricciante basato appunto sulla conoscenza dei meccanismi della comunicazione. Ok, caro Alberto, le mie righette le ho scritte, sono in pace con la mia piccola vanità intellettuale.
agbiuso
Ieri in Kenya centinaia di studenti sono stati massacrati da militanti islamici perché cristiani. Prima di ucciderli, i massacratori hanno separato e liberato gli studenti musulmani.
Questi sono gli effetti del Dio biblico e coranico, del Dio abramitico: una guerra civile tra monoteisti. Il Dio degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani è il Dio del massacro.
agbiuso
Isis, 13 ragazzi fucilati in Iraq perché tifavano la nazionale di calcio
Se questa notizia è vera, come quella di due omosessuali gettati da una torre -sempre da militanti dell’Isis-, credo che sia ripugnante quanto il massacro di Charlie Hebdo. Un simile grado di fanatismo può somigliare solo alle peggiori esperienze storiche.
Questi criminali sono stati creati, organizzati, armati dagli Stati Uniti d’America in funzione antisiriana. Non bisogna dimenticare che Saddam Hussein era e Assad è di posizioni laiche rispetto all’islamismo più radicale. È sempre questo il risultato dell’azione statunitense, vale a dire di un governo che si crede incaricato dal Dio cristiano di civilizzare il mondo.
Evidentemente questi tifosi offendevano la Sharia. Dato che bisogna rispettare tutte le credenze religiose, se la sono cercata pure loro.
agbiuso
La destra comincia a rendersi conto che Charlie Hebdo bestemmia anche la trinità, la sinistra comincia a capire che Charlie Hebdo è un po’ razzista. E c’è chi comincia a scrivere JeSuisKouachi. Dal punto di vista ideologico-politico tutto questo è molto interessante.
agbiuso
“Les religions ont pris une place exorbitante dans l’espace public, alors que les athées et les agnostiques, bien plus nombreux, sont ignorés”.
Communiqué du Mouvement politique d’émancipation populaire (M’PEP)
agbiuso
Caro Diego, più che rispondere alle questioni che poni, rimango sulla vicenda parigina per segnalare a te e agli altri amici un testo di Denis Collin -filosofo e amico francese- che rappresenta secondo me (pur nella sua brevità) l’analisi più completa, oggettiva, capace di giungere al cuore dei fatti e delle loro radici:
Charlie L’horreur!
Rester lucide et ne pas oublier quelques questions qui peuvent fâcher
diego
Caro Alberto, visto che leggono anche i «miei» lettori, ti rivolgo la domanda che emerge spontanea:
il cristianesimo attuale, probabilmente abituato ad un «quieto vivere» con le banali faccende del commercio e del profitto, è ancora così aggressivo?
magari senz’altro vive nei compromessi con il potere, ma non mi pare che, salvo alcune frange, i suoi ministri stiano a evocare massacri di infedeli
certo, ogni monoteismo è escludente, esclusivo, però a me sembra che, di fatto, il cristianesimo cerchi abbastanza in stile un po’ «gesuita», delle forme di coesistenza sia con le altre religioni che con lo stesso mondo laico
questo scrivo, ovviamente, nella consapevolezza che non sarai d’accordo, ma al fine dell’efficacia della discussione
agbiuso
Ora il martirio dei fratelli islamisti sarà seme per altri fanatici. È stato il cristianesimo ad aver introdotto questa orrenda idea nel mondo.
«La conclusione di tutti gli idioti, compresi donne e popolo, che una causa per la quale taluno affronta la morte (o che, come quella del primo cristianesimo, genera addirittura bramosia di morte in forma epidemica), abbia un valore -questa conclusione è divenuta una remora enorme all’indagine, allo spirito di indagine e di cautela. I martiri recarono danno alla verità…»
(Nietzsche, L’anticristo, § 53, trad. di Ferruccio Masini, Volume VI tomo III delle ‘Opere’ Adelphi, p. 240).
E soprattutto: «Ma il sangue è il testimone peggiore della verità; il sangue avvelena anche la dottrina più pura e la trasforma in delirio e odio dei cuori»
(Così parlò Zarathustra, II, ‘Dei preti’, trad. di Mazzino Montinari, Volume VI tomo I delle ‘Opere’, p. 110)
agbiuso
Caro Diego, la questione che poni è importantissima ma secondo me lo fai in un modo un po’ troppo rigido. Non sono infatti soltanto degli «intellettuali di serie B» ad aver riflettuto e scritto sui limiti dell’Illuminismo, non lo ha fatto soltanto «l’immenso Nietzsche» (che nel 1878 dedicò Umano, troppo umano a Voltaire in occasione del centenario della morte) ma anche e soprattutto lo hanno fatto Adorno e Horkheimer nella loro Dialettica dell’illuminismo.
Io credo che si abbia ragione a criticare l’Illuminismo ma bisogna farlo a partire da esso. Il nucleo sempre fecondo dello spirito illuministico -che in questo è lo spirito nietzscheano, il Freigeist, lo «spirito libero»- consiste infatti nel rifiuto di qualunque verità assoluta, principio indiscutibile, testo definitivo. Consiste esattamente nell’opposto della Bibbia, del Vangelo, del Corano. Voltaire era antisemita e antislamico perché era anticristiano. Per rimanere illuministi, per rimanere nietzscheani, non si deve trasformare né l’Illuminismo né Nietzsche né alcun altro pensatore o idea in certezze intoccabili. È il contrario di ogni fede, soprattutto della fede di coloro che si affidano al Libro (ebrei e cristiani) e al Corano (musulmani).
Quindi io non credo che si debba «tornare a Kant» ma si debba invece proseguire nell’opera di smascheramento dei dogmi delle religioni sedicenti ‘rivelate’, riconducendole ad alcuni dei tanti modi con i quali l’umano cerca di dare un senso alla propria tragedia. Nietzsche chiamava tale lavoro genealogia. Il guaio, immenso, è che queste credenze cercano di trovare un senso moltiplicando la tragedia, il lutto, la ferocia. E non lo fanno a causa di ‘contingenze storiche’ o ‘geopolitiche’ -o almeno non solo- ma a causa della loro fede esclusiva, escludente e quindi reciprocamente incompatibile.
L’Illuminismo (per chiudere con una formula) è necessario ma insufficiente. Costringerci a tornare a difenderlo -come io stesso sto facendo in questi giorni- è uno dei segni più espliciti della brutalità di questi assassini della filosofia e quindi delle vite.
diego
Caro Alberto, proprio ieri sera pensavo a questa faccenda dell’illuminismo. Voglio porti un quesito morale, politico e filosofico, perchè in qualche modo io ho la sensazione che per qualche verso «noi» filosofi (tu sei un vero filosofo io un filosofo della domenica, ma il noi lo scrivo per non tenermi fuori dalla critica) in qualcosa abbiamo sbagliato. Riguardo proprio l’illuminismo. Abbiamo commesso due errori, entrambi pericolosi. Il primo è quello di averlo dato per scontato, acquisito, incardinato in un processo irreversibile ormai avvenuto. Il secondo è quello di averne a volte enfatizzato i limiti, il suo ottimismo vedendolo tutt’uno all’ascesa della classe borghese (questo soprattutto i marxisti di basso livello di studi come me, tu forse no). Anche Nietzsche, l’immenso Nietzsche, con la sua critica acutissima ai limiti dell’illuminismo, da te esposto con ottime e chiare pagine nel bel libro «Nomadismo e Benedizione», sicuramente è stato usato in chiave antiilluminista da molti. Ricordo il mio professore del liceo, cieco negli occhi e capace di vedere il pensiero in modo eccelso, quanto insisteva su Kant, sul suo titanico tentativo di fondare sulla ragione ogni umano pensiero ed azione. Non so, io penso che tanti intellettuali di serie B, nietzschiani da salotto, junghiani da cineforum, lacaniani da pizzeria, un po’ debbono tornare con umiltà al buon vecchio Kant.
Scusami l’ardire, tu sei il mio maestro in filosofia, e solo a te posso rivolgere questi dubbi. Poi io sono anche strano, ma non ci ho dormito stanotte per sta faccenda.
agbiuso
Sembrava ovvio che nessuno debba venir inquisito o ucciso per le sue bestemmie e invece abbiamo ancora bisogno dell’illuminismo.
Voltaire fa dire a Maometto queste parole: «Le glaive et l’alcoran, dans mes sanglantes mains, imposeraient silence au reste des humains».
agbiuso
Sulla satira verso il cattolicesimo credo tu abbia ragione, Diego.
Ma star fermi di paura di fronte ai “brutti tempi”, no, mai.
I tempi della storia umana, se è per quello, sono infatti sempre “brutti”.
diego
caro Alberto, l’intolleranza verso la satira anticattolica aumenterà grazie alla classica scusa del «da noi chi fa vignette contro la Chiesa non lo ammazziamo», un po’ come un marito arrogante che tratta la moglie come una serva e le dice «ma io non ti picchio, come fanno quelli cattivi davvero»; sul male altrui la speculazione più facile è usarlo per esaltare la propria presunta moderazione
il grande pattuglione di cattolici più o meno moderati o cattocomunisti alla fine percepisce la propria mediocrità come un pregio, diciamo che l’asticella della decenza si abbassa, basta non esser assassini per sembrare tutto sommato buoni
son brutti tempi, sto fermo come (metafora bellissima di Pasquale) lo scarafaggio in cucina impaurito se accendi la luce
agbiuso
Letti i loro proclami sulle libertà “occidentali” contro l’Islam, mi aspetto ora che giornali come Il Foglio, Libero e partiti come Lega Nord e Fratelli d’Italia esprimano totale sostegno a chi dovesse disegnare la Madonna come una prostituta. Scommetto però che non lo farebbero.
agbiuso
Mi sembra un’analisi molto lucida.
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Disegno di sangue
Tommaso Di Francesco, il manifesto, 8.1.2015
Scrivevamo di «crudeltà crescenti» concludendo il 2014 e non volevamo certo essere confermati nel giudizio, invece ecco che da Parigi si annuncia un 2015 altrettanto feroce e di sangue.
La strage terrorista nella sede di Charlie Hebdo, proprio durante la riunione di redazione, ci ferisce. L’uccisione a sangue freddo di un agente ferito, l’esecuzione di tanti giornalisti, del direttore Charbonnier (Charb) e di altri tre tra i più grandi vignettisti europei, Cabu, Tignous e Wolinski ci lascia sgomenti. Pensare che qualcuno, nel nome di Maometto, abbia voluto uccidere lo “sguaiato” George Wolinski, forse tra i più grandi satirici del mondo e che fa sicuramente parte della nostra formazione immaginaria dal ‘68, ci fa soltanto piangere. E ci riduce quasi al silenzio. Pur restando convinti che riusciremo a testimoniare questo avvenimento che non ha eguali, non con il solo sentimento di scoramento che rischia di sconfinare nella retorica, né con la tradizionale freddezza che usiamo per spiegare il fenomeno del terrorismo di matrice islamista-integralista.
No, stavolta non esitiamo a definire questo orrore come fascismo puro. Già lo Stato islamico al potere in Siria e in Iraq manifesta questa tendenza crudele punendo fisicamente o uccidendo in modo barbaro ogni diverso, ogni essere umano che per i propri comportamenti personali contraddice le regole di quelli che si sono autoproclamati i nuovi testimoni del profeta. È un insopportabile attacco non solo alla libertà di stampa e ai diritti occidentali — spesso vilipesi anche dai nostri governi — ma tout court al diritto di vivere. Un crimine quello di Parigi che intanto sembra fatto apposta per alimentare il protagonismo della destra nazionalista del Front National, il clima islamofobico già latente in tutta Europa e ormai più che evidente in Germania.
Siamo però altrettanto convinti che non sarà una pioggia di retorica a illuminare la scena del crimine che è stato commesso ieri per le strade di Parigi. Per il quale chiamano erroneamente in causa «cellule dormienti» o «lupi solitari» risvegliati in Francia (e in Europa) dall’imam integralista di turno che parla dal lontano Medio Oriente in guerra, come per altri attentati recenti in Francia e in Gran Bretagna. Al contrario oltre che di un attacco premeditato, si è trattato di un’azione “professionale” e fredda e “in perfetto parlare francese”, perché non è facile sparare con armi automatiche e tantomeno è facile uccidere con lo stile dell’esecuzione mirata dando ordini nella lingua d’appartenenza. O è manovalanza malavitosa oppure, più credibilmente, ci troviamo di fronte a miliziani che tornano dal fronte, cioè al tour operator terrorista della guerra in Siria e in Iraq. È stato Obama solo un mese fa a dichiarare che tra le fila del Califfato militano almeno 15mila occidentali, tanti gli americani e altrettanti quelli europei.
Se non si ha il coraggio di fare luce su questa zona d’ombra di connivenze criminali, non se ne viene fuori. Quei militanti islamisti occidentali, nel rifiuto completo dei valori occidentali, sono andati combattere ingrossando le fila dello Stato islamico, proprio nel periodo in cui molti paesi europei del fronte degli «Amici della Siria» si accorgevano che le armi, la logistica e l’addestramento da loro organizzati per destabilizzare il regime di Assad, erano finiti indiscriminatamente a tutta l’opposizione armata siriana, vale a dire anche alle frange più radicali come Al Nusra affiliata ad Al Qaeda.
Insomma, se non si viene a capo del disastro che ha visto la Francia in prima fila, prima contro la Libia di Gheddafi (ora a Derna e a Bengasi — la stessa che vide nel 2006 la rivolta contro la provocazione della t-shirt del ministro leghista Calderoli — c’è l’Emirato islamico e le due città sono il santuario politico-militare del Califfato); poi con l’intervento in Mali contro gli integralisti che si erano armati, come quelli siriani, grazie alla crisi libica; per continuare a intervenire dal Ciad in Libia contro gli stessi islamisti che Parigi aveva aiutato ad andare al governo a Tripoli; e ancora continuare a sostenere l’armamento e l’addestramento dei combattenti anti-Assad, e intanto fare trattati militari con le petromonarchie come l’Arabia saudita impegnata contro le proteste democratiche degli sciiti in Barhein e alla fine, dopo averlo incoraggiato, contro il dilagare dell’Isis in Iraq.
Non è satira purtroppo, è quello che è accaduto in questi tre anni e mezzo. A quasi quattordici anni dall’11 settembre 2001, il terrorismo di ritorno è il meno che ci possa accadere se non si sbroglia la matassa di questa schizofrenia occidentale.
agbiuso
Lesto come sempre, il potere -contro il quale il libertario Charlie Hebdo scrive- si va appropriando per i propri scopi dell’azione dei «sottomessi» al Profeta.
agbiuso
Cara Adriana,
amo moltissimo Alighieri e i versi dedicati a Maometto li trovo non soltanto splendidi nella loro rudezza ma anche opportuni per allontanare da questo filosofo-poeta la patina dolciastra che le recite di Benigni gli hanno ahimè affibbiato. Basta ascoltare la Lectura Dantis di Carmelo Bene per comprendere come invece Dante vada letto e, prima ancora, inteso.
Accusare Alighieri di antislamismo -o di altre analoghe posizioni contemporanee- non avrebbe ovviamente senso. Di più, il primo tweet che ho dedicato alla tragedia odierna è stato questo:
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«Or vedi com’io mi dilacco! Vedi come storpiato è Mäometto!» (Inf., XXVIII, 30-31). I monoteisti #islamisti uccideranno anche Dante?
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È stata quindi la necessità della sintesi a farmi esprimere in un modo che può aver dato spazio all’equivoco di un’accusa verso Alighieri. Io accuso il monoteismo, che nella Commedia ha avuto almeno il pregio di diventare poesia.
Grazie dunque e buon anno anche a lei.
Adriana Bolfo
A margine: non vedo l’opportunità di prendere Dante come modello negativo per il solo fatto che “di là” non è stato scritto il reciproco – o perché non ne siamo a conoscenza – a proposito di qualche entità religiosa cristiana.
Un testo e un autore vanno contestualizzati nel loro tempo e di solito non sono responsabili delle politiche o delle guerre fra mondi diversi, nel caso specifico, molte delle guerre essendo, al tempo di Dante, già avvenute. Al massimo, propagandano un’idea, cosa peraltro non da poco, ma, sempre nel caso specifico, idea già diffusa non nei termini in cui Dante raffigura Maometto, cioè come seminatore di scismi, ma nei termini in cui appunto la politica/religione contemporanee e dei secoli precedenti avevano già “seminato”, senza alcuna responsabilità dello scrittore.
Pertanto non sono d’accordo nel far risalire a Dante la propaganda negativa circa Maometto, mentre innegabile risulta il fastidio acceso dello scrittore per qualunque rottura di qualunque unità o qualunque opposizione a qualunque unità, tra cui quella del monoteismo è solo uno dei casi. Le altre “rotture” sono, per esempio, le fazioni all’interno dei Comuni e l’esistenza stessa dei Comuni a fronte del di lui sogno di governo unitario, appunto, nel segno di un impero cristiano-germanico.
Al massimo, essendo Dante quello che è, cioè molto più che uno scrittore di punta o di moda o passato di moda (in realtà, il più moderno dei nostri poeti), si vedono rappresentati plasticamente in lui temi e correnti di tutta un’epoca, alcuni dei quali rimasti nel tempo.
Allo stesso modo non mi sentirei di tacciar Dante di misoginia o come grande propalatore di quella che considero una stortura finora radicatissima nella storia – mi verrebbe da dire “perenne finora” -, pur notando che, nella critica alla società fiorentina sua contemporanea arriva a criticare, come segno di degenerazione, l’abbigliamento femmnile e la serie di ornamenti – in raffronto alla sobrietà dei tempi andati, come si vede nei canti dedicati a Cacciaguida nel Paradiso.
D’accordo dunque sulla lettera della citazione e sul concetto monoteistico che è il suo fisiologico/ideologico retroterra, ma, appunto, mi fermerei qui.
Con ciò, prof. Biuso,rispondo, a margine, ripeto, non tanto al post al cui inizio mi sono fermata – come è il caso di dire anche se lo ritengo evidente -, quanto a colpevolizzazioni incongrue del pensiero dantesco che avverto in giro da non poco tempo, seccanti perché erronee e decontestualizzate.
Riservo a momento più tranquillo la lettura del tutto, compresi i commenti che penso più “ad hoc” del mio, e colgo l’occasione per augurare un Buon Anno a lei e a tutti i lettori.
diego
Caro Alberto, come «pigro e semi-apostata cristiano da strapazzo» è meglio che mi risparmio la lettura.
agbiuso
Sì, Diego, penso anch’io la stessa cosa delle Brigate Rosse. Aldo Moro venne esplicitamente minacciato negli USA da quel criminale che si chiama Henry Kissinger.
A proposito dell’odio “verso chi laicamente ironizza sulla religione, sulle religioni in genere” consiglio la lettura di un commento apparso oggi alle 15.16 su un sito ultracattolico italiano, nel quale si dice in modo esplicito che Charlie Hebdo indulge da sempre alla “bestemmia” e che dunque la vendetta dei credenti (quelli veri e non i “pigri e semi-apostati cristiani da strapazzo”) se l’è andata a cercare e probabilmente se la merita.
Un altro così commenta:
“Sottoscrivo in pieno, penso e prego solo un po’ di più per quei poveri poliziotti messi di guardia a una fogna, per quei poveri disgraziati che nella fogna sguazzavano ed ora sono al cospetto del Giusto Giudice (che abbiano potuto pentirsi in tempo), infine per quei carnefici, che il sangue delle loro vittime sia seme di pentimento e conversione a Gesù”.
Costoro si autodefiniscono “noi cristiani, fedeli al Vangelo”.
Non ci credi? Prova a leggere qui: Charlie Hebdo: una messa a punto
diego
In effetti mi colpisce il fatto che l’orribile crimine di uomini disarmati non sia stato compiuto verso gli «infedeli», avrebbero potuto assalire una chiesa cattolica o protestante, ma proprio verso chi laicamente ironizza sulla religione, sulle religioni in genere.
La questione del cui prodest esiste sempre, anche se la mia idea è che chi sfrutta questi eventi si serva comunque di gruppi «genuini» inconsapevoli di essere usati per un gioco più grosso. Ho la sensazione avvenisse così anche con Prima Linea e le BR a suo tempo. Militanti «veri» in un contesto «falso».
Non so Alberto carissimo: sei così piccolo da non aver paura, è così. Per ora, però. Loro odiano chi pensa e tu pensi, sei un pensatore di serie A.
La vedo nera la situazione, uno anche volesse pubblicare una vignetta in un piccolo blog, come minimo ci pensa due volte.
agbiuso
Sì, Pasquale, può darsi davvero che questi assassini vengano dall’Oregon o da qualche servizio segreto interno (sembra che parlassero perfettamente francese). E Charlie Hebdo è stata sottoposta in passato al giudizio dei tribunali francesi.
Evidentemente è difficile accettare una vera, integrale, completa libertà di espressione, che non si fermi davanti a nessun principio, nessun idolo, nessun libro sacro (maledetti i libri sacri).
Le richieste di Spinoza sono richieste sempre attuali perché troppo spirito di servitù e di sottomissione c’è nelle società umane.
Da qualunque fogna provengano, questi esaltatori del Profeta o del Potere meritano tutto il disprezzo di ogni Freigeist.
(Per quanto riguarda me, io non sono nessuno e quindi non sono neppure un obiettivo).
Pasquale D'Ascola
Guarda sono così accorato che non ho parole nemmeno per commentare. Sospetto, è vero che il commando fosse tutto costituito da gente addestrata nell’Oregon. Sospetto in base al detto cui prodest che si voglia scatenare una caccia all’arabo o il terrore per conquidere. Succederà o no, non so. Ma sono in fondo dietrologie. Ciò che scrivi è impeccabile. La domanda è se il prossimo proiettile sarà per la tua di testa. Io spero di no. Proprio. Un abbraccio. P.