Mercoledì 8.10.2014 parteciperò a una delle sessioni del Primo Colloquio di Ricerca organizzato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Interverrò in aula 254 alle 9,00 con una relazione dal titolo Oltre il confine io-mondo. Per una comprensione olistica della mente
Nella sezione Eventi del sito Disum è possibile scaricare il programma completo del Colloquio su Abitare la frontiera. Sondaggi al confine delle culture, delle lingue e dei saperi.
5 commenti
agbiuso
E tu lasciati dire, caro amico, che tanti anni di impegno scientifico e didattico possono trovare un senso nell’apprezzamento che persone come te riservano a ciò che penso e che scrivo. Le tue parole poi, così particolari e sempre ribadite, costituiscono per me uno sprone a cercare di rimanere all’altezza di tanta profonda stima.
Grazie dunque e che un dio benedica anche te.
diegod56
Ciascuno è un incrocio filogenetico, relazionale, spaziotemporale. Ciascuno è parte di un tutto nel quale soltanto acquista senso.
che un dio (fra quelli del tuo pantheon) ti benedica caro Alberto, perché invece di un possibile nichilismo rovesci il tutto in un senso cosmico di grande potenza, di luce
sei il più grande, lasciatelo scrivere
agbiuso
Sì, caro Diego, l’esperienza dell’abisso è una delle esperienze di confine estremo dell’umano. Il morire è questo abisso.
Abisso è l’io quando si comprende che in esso non c’è nulla perché in realtà c’è tanto, c’è tutto. Ciascuno è un incrocio filogenetico, relazionale, spaziotemporale. Ciascuno è parte di un tutto nel quale soltanto acquista senso.
Anche per questo l’esperienza di una immortalità individuale sarebbe tragica e insensata. Vedremmo scomparire uno a uno tutti coloro che amiamo, vedremmo lentamente dissolversi l’intero mondo nel quale siamo apparsi e cresciuti. Saremmo fuori tempo 😉
diego
Purtroppo caro Alberto non posso ovviamente venire ad ascoltare la tua relazione, per cui sarebbe molto bello per i lettori di questo qualificato blog poterla, in un futuro, leggere.
La questione del confine mi ha sempre affascinato. In fondo ogni entità la si conosce bene solo arrivando al suo confine, sul ciglio estremo. Ti voglio confidare una faccenda che mi gira in testa da tempo. Per lavoro ho avuto a che fare con la ristampa di alcuni manuali storici della tecnica dell’immersione subacquea e ho anche parlato con un sommozzatore (uno molto qualificato) ed è affascinante il concetto di abisso, di luogo estremo, laddove solo grande addestramento e tecnica, nonchè concentrazione, permettono ad un umano di agire e lavorare. Ebbene la vita umana la si comprende meglio proprio laddove siamo al confine del possibile. Vorrei scrivere qualcosa sul concetto di «abisso» proprio mettendo insieme la tecnica, la conoscenza, le sensazioni di questi uomini particolari che sono i palombari e il pensiero filosofico, perchè anche i veri filosofi, secondo me, scandagliano l’abisso. Scusa la digressione, ma credo che tu comprenda bene queste cose, tu che spesso arrivi al confine estremo dell’io, l’abisso dove, in effetti, non c’è nulla.
Pasquale D'Ascola
Uh che sollucchero di tema. Complimenti dal confine. P.