L’anarchia al tempo del Cyborg
in A rivista anarchica
n. 391, estate 2014
Pagine 46-48
Nel numero estivo di A rivista anarchica (un vero e proprio volume di trecento pagine) ho tentato una riflessione sull’anarchismo come orizzonte di interpretazione e di trasformazione anche della realtà digitale.
7 commenti
agbiuso
Gentile Locatelli, l’autore del disegno in copertina si chiama Pietro Spica. Vive e lavora (anche) a Milano ed è uno dei più vivaci artisti contemporanei.
Il suo sito è questo: Spica
Daniel Locatelli
Ciao, io sono brasiliano, e mi chiedo che cosa l’artista che ha fatto questo disegno e il suo nome. grato.
Pasquale D'Ascola
Leggerò Alberto, come sempre. Il nostro cenacolo tesse. P.
diegod56
la rivista è tutta bella, nonostante le attuali ristrettezze, è probabile che la compro alla mia libreria
tema interessantissimo è quello del rapporto fra potere e tecnologia, ed è infatti interessante la natura ambivalente dell’internet: foriero di una nuova libertà e potenzialmente strumento di nuovi e capillari controlli
c’è da dire che in molti ambienti anarchici o libertari vi sono soggetti tecnologicamente molto preparati che sanno destreggiarsi con astuzia contro poteri economicamente e politicamente molto forti
la libertà della rete va difesa anche se, e qui c’è una potenziale contraddizione a mio avviso, questa difesa ha bisogno di alcune garanzia «classiche» della società liberale, ha bisogno di un potere «sopra le parti» che offra la piattaforma, quindi in qualche modo il rischio è di essere molto molto liberi in un recinto comunque deciso da altri, da altri che garantiscono la libertà solo perchè utile ad un mercato liberista
io non sono anarchico, ma la lettura dell’articolo è interessantissima, per le tante prospettive e problematiche che da esso possono prendere le mosse
per la premessa generale caro Pasquale ti consiglio «Cyborgsofia» del nostro A.
Pasquale D'Ascola
Sì, necesse est che ne discorriamo. P.
agbiuso
Ti ringrazio Pasquale di questo preciso commento, anche perché mi offre l’occasione di aggiungere che uno dei limiti dei quali la prospettiva anarchica è vittima consiste nel suo essere di solito identificata con alcune idee ottocentesche, nobilissime ma ormai da storicizzare.
In realtà la riflessione teorica e le numerosissime pratiche dell’anarchismo contemporaneo sono del tutto all’altezza della complessità di una società nello stesso tempo pesante nella sua struttura e sfuggente nelle sue funzioni come quella nella quale ci troviamo a vivere.
Per accennare a una questione chiave: gli anarchici non sono affatto degli “ingenui”, “sprovveduti”, “sognatori” (la sfumatura nel giudizio dipende da chi lo formula) ma possiedono una consapevolezza dei problemi e delle soluzioni molto più realistica e concreta di tanti professionisti della politica.
Questo sempre tenendo conto che per sua stessa natura non esiste un solo “anarchismo” ma una molteplicità di prospettive, concezioni, pratiche che possono essere ricondotte a una matrice e a un’area libertaria.
Pasquale D'Ascola
Ho letto la tua riflessione Alberto che mi ha aguzzato e convinto. La lettura che dai dell’anarchismo, va molto oltre i limiti politici, tradizionali, che io conosco. Questo mi interessa non poco e mi fa sentire partecipe. P.