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Diritti umani e lotta di classe

manifesto_1.3.2014

Il virus letale dell’individualismo
il manifesto
1 marzo 2014
pag. 11

«La cultura dell’egoismo» di Cornelius Castoriadis e Christopher Lasch per Elèuthera.
Il dialogo tra i due filosofi sulle ragioni della sconfitta della sinistra avvenuto negli anni Ottanta mantiene una sorprendente attualità

 

 

 

4 commenti

  • agbiuso

    Marzo 2, 2014

    Grazie, caro Augusto. Sì, il libro è davvero molto interessante, anche per la densa e spregiudicata postfazione di Jean-Claude Michéa. Spero di pubblicarne un’analisi più ampia di quella consentita da un quotidiano.

  • Augusto

    Marzo 1, 2014

    Molto interessante la recensione perché segnala un libro altrettanto interessante.

  • agbiuso

    Marzo 1, 2014

    È perfettamente dentro il tema, cara Adriana.
    Lei ha infatti colto il punto chiave, al quale ho fatto riferimento intitolando Diritti umani e lotta di classe la notizia di questo articolo.
    Gli autori del libro, e io concordo con loro, criticano infatti la rinuncia a ogni prospettiva di lotta di classe a favore dei diritti esclusivamente individuali e formali, diritti sacrosanti ma liberali, che nulla hanno a che vedere con il marxismo. Tanto più che ci troviamo in una situazione nella quale la lotta di classe è realizzata ogni giorno dalle classi agiate e dominanti contro il resto del corpo sociale. Ne parla Luciano Gallino dialogando con Paola Borgna in La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza 2012.
    Nel libro che ho analizzato sul manifesto Castoriadis, Lasch e Michéa mostrano con grande efficacia come tutto questo sia potuto accadere e in che modo abbia sancito il tramonto di qualunque discorso di riscatto, di giustizia.
    Le consiglio dunque vivamente la lettura del volumetto (è composto di 68 pagine) dall’emblematico titolo La cultura dell’egoismo. L’anima umana sotto il capitalismo.

  • Adriana Bolfo

    Marzo 1, 2014

    Non so se fuori o dentro il tema, esprimo la seguente constatazione: la moda del momento è concedere – brutta parola – diritti civili, che nulla costano, in parallelo con la restrizione della vita sotto forma di crisi economica e conseguenti tagli agli stipendi e allo stato sociale.
    Conseguenti, intendo, solo e unicamente secondo l’ideologia che considera conseguente l’abbassamento del tenore di vita fino alla miseria e che considera i tagli l’unica risposta possibile, in base a una consequenzailità che non è neutra ma ben ideologica – nel senso dell’occultamento della ratio che preside a certe misure – e ben di parte.
    Al momento, nella sinistra più o meno di governo, la moda è parlare di tutto (arma di distrazione di massa?) e solo marginalmente del lavoro, procedendo poi con la pratica e a grandi passi nella direzione suddetta.

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