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«Decaduto dall’incarico»

«Decaduto dall’incarico»

«Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione. Ai sensi del Decreto Legislativo 235 del 2012, art. 1 e 3, è ora incandidabile. Nel caso di “incandidabilità sopravvenuta”, la legge prevede che il Senato debba deliberare di conseguenza. Oggi stesso chiederemo al Presidente della Giunta per le Elezioni di convocarla il prossimo lunedì, e di prendere atto delle implicazioni della decadenza dall’incarico di senatore di Silvio Berlusconi. La stessa Corte di Cassazione ha ritenuto che le condanne per reati ostativi configurino uno “status di inidoneità funzionale assoluta e non rimovibile”, volto a tutelare “il buon andamento e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, l’ordine e la sicurezza, la libera determinazione degli organi elettivi”. Chiederemo contemporaneamente al Presidente del Senato che l’aula deliberi immediatamente per la sua decadenza, anche in considerazione del fatto che ogni futura deliberazione del Senato potrebbe essere illegittima. La legge è chiara e non dà adito ad interpretazioni. Non è nella disponibilità del Senato esercitare una scelta politica su una decisione che è già vincolata dalla legge. Appare del tutto irragionevole che il Senato possa maturare scelte difformi. Non ci sono più scuse. Riteniamo sia necessario restituire al Parlamento la dignità che merita». Vito Crimi
Fonte: Il crollo di un regime

Così parla un movimento politico democratico, ligio alla Costituzione repubblicana, rispettoso del Parlamento e convinto di un’ovvietà: che la legge debba essere uguale per tutti. Il dramma dell’Italia è che tale ovvietà risulta essere sempre più una stranezza. Vent’anni fa bastava un semplice avviso di garanzia per segnare il tramonto di una carriera politica. Dopo il lunghissimo e non concluso regime berlusconiano accade che non basti neppure una condanna definitiva in Cassazione. «Non fossimo in Italia ci sarebbe da ridere. In altri Paesi un neo-pregiudicato che pretende di stabilire le nuove regole con cui amministrare la giustizia, non finisce agli arresti domiciliari o ai lavori socialmente utili. Viene portato direttamente in manicomio» (Peter Gomez, Il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2013)
Le radici di tale protervia della corruzione e della delinquenza sono ben descritte in una pagina nella quale Franca Rame racconta la sua esperienza di senatrice: Berlusconi, Mastella e il triplo salto mortale alla Strapagnàn. Anche dalle sue parole si comprende che il problema non è in primo luogo il pregiudicato Berlusconi Silvio e neppure lo sono i suoi complici. Il problema sono coloro che avrebbero dovuto -in sede sia istituzionale sia politica- opporsi ai suoi crimini. Il problema è il Partito Democratico. Gli escrementi non possono che puzzare, com’è nella loro natura. La responsabilità è di chi dovrebbe rimuoverli e non lo fa. Anzi, vi affonda compiaciuto le mani. Per quali motivi?

 

25 commenti

  • agbiuso

    Ottobre 3, 2013

    Non ci provate!
    di Paolo Flores d’Arcais

    Non ci provate! Non provate a far slittare ancora la cacciata del Delinquente di Arcore da Palazzo Madama. La giunta si riunisce venerdì, può decidere di lavorare con una seduta ad oltranza, e dunque venerdì stesso (o in nottata, se gli avvocati di Berlusconi si presentassero e facessero un’arringa-fiume) votare la proposta della decadenza. Comunicandola immediatamente al presidente del Senato. Il quale deve convocare la seduta per il voto definitivo “entro venti giorni”. Il che significa da un minuto dopo a venti giorni. E poiché la legge Severino dice “immediatamente”, il presidente del Senato Pietro Grasso ha il dovere di optare per “un minuto dopo” anziché “venti giorni” o qualsiasi lungaggine intermedia.

    Calendario alla mano, questo significa sabato 5 ottobre, san Placido (“martire” solo secondo una leggenda, in realtà mai martirizzato dai saraceni ma fidato collaboratore di san Benedetto e patrono dei novizi dell’ordine. Il finto martirio si adatta perfettamente al padrone di Dudù). Nel prossimo week end il voto segreto annienterebbe così definitivamente l’immunità ventennale di Berlusconi (a meno che i 101 pd berlusconiani di complemento non accoltellino la legalità nel buio dell’urna, ma allora sarebbero centinaia di migliaia di italiani a scendere in piazza).

    Deve essere chiaro che se il presidente Grasso allungherà i tempi rispetto a sabato, o se prima di lui lo farà la Giunta, saranno responsabili di un vulnus contro lo spirito e la lettera della legge (che dice IMMEDIATAMENTE, ripetiamolo per chi finge di non sapere) e della Costituzione fondata sull’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla medesima.

    Sono perciò i senatori Stefàno e Grasso e le loro decisioni che i cittadini italiani, umiliati e vilipesi da vent’anni di impunità berlusconiana e inciucesca, ma che sono stati capaci di “resistere, resistere, resistere”, osserveranno con intransigente attenzione. Il famoso “usque tandem Berlusconi abutere patientia nostra?”, se Stefàno e Grasso saranno leali alla Costituzione e alla legge, ha ormai una data: questo week end.
    ===============

    Fonte: MicroMega

    Temo che le giuste parole di Flores d’Arcais rimarranno inascoltate.
    Il Partito Democratico è a un tale livello di corruzione e di complicità con il delinquente che cercherà sino all’ultimo di dilatare i tempi.

  • agbiuso

    Settembre 12, 2013

    Ho scritto una mail al presidente della Giunta del Senato, Dario Stefàno.
    Chi vuole, può fare altrettanto tramite questa pagina:
    http://www.avaaz.org/it/italy_berlusconi_out_of_office_sam/?tTSFGab

    ========
    Caro Senatore Stefàno,
    
il suo nome può rimanere come quello di chi ha dato un contributo fondamentale al principio secondo il quale la legge è uguale per tutti oppure come quello di chi ha ceduto all’arroganza di un pregiudicato.

    Come cittadino e come docente le chiedo quindi di non accettare altre strumentali mediazioni e di proporre alla Giunta un calendario che preveda il voto al più presto possibile.

    Di fronte ai tentativi di bloccare i lavori della Giunta spetta a Lei, al Presidente, prendere in mano la situazione e imporre un’accelerazione
.
    Sinistra Ecologia e Libertà non può rendersi complice di mediazioni con chi sta sabotando la legalità o i suoi elettori perderanno ogni fiducia.

  • agbiuso

    Settembre 11, 2013

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    Decadenza Berlusconi: agli ordini del Colle
    di Antonio Padellaro | 11 settembre 2013

    Atteso, puntuale il monito dell’uomo del Colle sui “pilastri della convivenza nazionale” da “tenere fermi e consolidare” ha dato la linea ai Pd della Giunta del Senato: prendere tempo e perderlo meglio ancora. Con il beneplacito del presidente ‘de sinistra’ Stefàno (Sel), le larghe intese hanno dunque accantonato ogni proposito di votare subito la decadenza di Berlusconi pensando bene di dedicarsi alla più rilassante pratica dei preliminari che si preannunciano lunghi e approfonditi.

    È vero che solo gli ingenui potevano pensare a una rapida e indolore applicazione della legge Severino nei confronti del condannato per frode fiscale, ma l’intervento di Napolitano lascia francamente sconcertati, pur se scaturito dalla esigenza di tenere in piedi il governo Letta. A questo punto, infatti, c’è da domandarsi se ai 23 membri della Giunta se ne sia aggiunto un ventiquattresimo che conta più di tutti gli altri messi insieme.
    I berluscones hanno ragione a esultare poiché ieri sera il loro padrone ha dimostrato ancora una volta la forza del suo potere ricattatorio. Quante altre interferenze dobbiamo aspettarci prima che la legge possa essere finalmente rispettata?

    Il Fatto Quotidiano, 11 Settembre 2013
    ======

    Aggiungo soltanto che è ormai chiaro che alla presidenza della repubblica c’è un uomo di berlusconi. Questo lo si dovrà ricordare quando entrambi saranno morti.

  • Biuso

    Settembre 6, 2013

    Ho sottoscritto questa petizione di Avaaz e chiedo a chi mi legge di fare altrettanto:

    ========
    Al Presidente della Giunta per le immunità Dario Stefàno e a tutti i suoi membri:

    Vi chiediamo di dare inizio a una nuova era in Italia, rendendo chiaro che la legge è uguale per tutti, incluso Berlusconi. La legge prescrive che un criminale condannato debba decadere dal Senato. La maggioranza dei costituzionalisti sostiene che i senatori devono semplicemente seguire quanto prescritto dalla legge, e votare per la decadenza, se necessario con sedute ad oltranza, e che di fatto qualsiasi ritardo ingiustificato sarebbe illegale. Vi chiediamo pertanto di resistere alle minacce di Berlusconi e rispettare la legge.
    ========

  • agbiuso

    Settembre 4, 2013

    Credo che questa lucida analisi di Bruno Tinti faccia una volta per tutte chiarezza su che cosa -per il pregiudicato Berlusconi Silvio- è davvero in gioco.

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    E se provassimo a scendere con i piedi per terra? Se cominciassimo a pensare che tutto questo agitarsi: il leader di un grande partito che vuole conservare l’agibilità politica; il diritto di milioni di elettori a non essere privati dell’uomo in cui hanno riposto fiducia; la necessità di rispettare le competenze del Parlamento e di non assoggettarlo allo strapotere di una magistratura complottarda; il diritto di B. di difendersi come qualsiasi altro cittadino utilizzando tutti i mezzi previsti, dunque produzione di massa di pareri pro veritate, martellamento dell’opinione pubblica con le migliori tecniche pubblicitarie, ricorsi alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni con la magistratura, eccezioni di costituzionalità della legge Severino, l’arma fine-di-mondo se mi fate decadere faccio cadere il governo; se cominciassimo a pensare che è tutta fuffa, che in realtà B. ha un solo gigantesco problema che non può confessare e cerca di risolverlo facendo finta di combattere per alti principi? Scopriremmo l’acqua calda.

    Andiamo con ordine. La decadenza non priverebbe B. della “agibilità politica” (il creativo di Publitalia che ha partorito questo jingle meriterebbe un aumento di stipendio). Il presidente del Consiglio, i ministri e il presidente della Repubblica possono essere non parlamentari. Nessuna norma costituzionale prevede che debbano essere parlamentari; e non lo era infatti Ciampi, presidente del Consiglio nel 1993/1994; né i numerosi ministri di questo e del precedente governo.

    Neppure la guida del partito di cui è proprietario gli sarebbe preclusa. Prima di tutto perché ne è proprietario. E poi perché non esiste alcuna legittimazione formale senza la quale taluno non possa proporsi come leader politico. Grillo e Casaleggio ne sono la prova quotidiana. D’altra parte B. in Senato non ci va e le sue creature le dirige da casa.

    Se il Senato prendesse atto della condanna di B. e, in applicazione della legge Severino, lo scacciasse, sarebbe una manifestazione di forza e non di debolezza. Non è la magistratura che impone a B. di non entrare a Palazzo Madama; è una legge voluta e votata dal Parlamento. Che sarebbe davvero debole se non fosse in grado di applicare le sue stesse leggi. L’escamotage di ricorrere alla Corte costituzionale nella speranza che impedisca al Parlamento di applicare una legge votata pressoché all’unanimità pochi mesi fa, è il più evidente sintomo di questa debolezza. Tanto più evidente in quanto contrapposta alla “forza” (intesa come dirittura morale e coscienza del proprio dovere) di una magistratura che certo non ignorava la portata dirompente di una sentenza tuttavia dovuta perché conforme alla legge. Un Parlamento geloso delle sue prerogative mai dovrebbe accettare di essere posto sotto tutela, sia pure dalla Consulta.

    Allora perché il polverone? Ma è ovvio. Il giorno dopo la decadenza, B. si sveglierà nudo di fronte alla legge. L’articolo 68 della Costituzione non lo riguarderà più. B. non potrà più beneficiare del favoreggiamento istituzionalizzato di un Parlamento che rifiuta costantemente di autorizzare perquisizioni, intercettazioni, arresti, insomma tutto l’armamentario che serve per perseguire qualsiasi delinquente. E quando un qualsiasi mafioso gli telefonerà, se la conversazione dovesse essere “interessante”, non sarà necessaria la solita vergognosa manfrina parlamentare per utilizzarla. A questo punto gli resterebbe solo l’ultima, ben conosciuta, possibilità: la corruzione; o l’estorsione, visto che, non più senatore dunque non più pubblico ufficiale, la concussione e le sue varianti (e conseguenti termini di prescrizione diversi) non si applicherebbero. Ma la strada diventa rischiosa: senza lo scudo dell’art. 68, con qualche intercettazione ben fatta lo beccherebbero subito.

    Quanti scheletri nell’armadio ha uno che ha passato la vita a delinquere? 7 prescrizioni, una condanna definitiva e una in primo grado autorizzano un certo pessimismo. E quanti reati può commettere da qui in avanti uno che ha sempre considerato la legge qualcosa da cui difendersi e la legalità qualcosa che riguarda gli altri? Ecco perché, quando cominciano a contarcela con i sommi principi, i diritti fondamentali, le garanzie e tutto l’arsenale che ci sta ammorbando, tiriamo un bel sospiro e diciamo sorridendo: guarda che quello ha solo paura che lo intercettino o lo arrestino per qualcosa d’altro. Noi non sappiamo cosa, ma lui sì.
    ============

    Fonte: Decadenza Berlusconi, la sola agibilità che gli interessa, il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2013

  • agbiuso

    Agosto 10, 2013

    Estremamente interessante, caro Diego.
    Ti ringrazio molto per averlo riportato qui.

  • diegob

    Agosto 10, 2013

    Caro Alberto, con notevole e particolarissima cautela, riporto su questo blog un documento «interno», redatto da un Circolo del PD. Ovviamente non posso rivelare quale (non è la mia città, questo per evitare facili deducioni). Da questo documento si puo’ capire il clima.

    Noi non siamo intenzionati a mantenere a galla un Governo così, soprattutto se il nostro principale alleato è il principe dell’evasione fiscale, in un Paese in cui l’evasione è la principale fonte dei problemi culturali ed economici del nostro tempo.

    Sono due anni che siamo costretti a difendere governi che non ci piacciono, politici che non ci piacciono di un Partito in cui non ci riconosciamo.

    […]

    Abbiamo voluto il PD. Tra di noi ci sono semplici elettori, ma anche militanti e amministratori locali. Sappiamo bene qual è il volto migliore della Politica e del nostro Partito.

    Ma siamo stufi di vedere i nostri sforzi vanificati da folli scelte e comportamenti scellerati. La nostra pazienza ha un limite. La nostra passione e la nostra attività anche.

    Questo è un documento originale autentico, indirizzato ai vertici, capirete che non posso riportare altro, essendo un documento interno, ma mi pareva interessante nella nostra discussione.

  • Enrico

    Agosto 9, 2013

    A me sembra di notare tra gli elettori del Pd un crescente dissenso nei confronti della dirigenza del partito, proprio su alcuni dei temi da lei citati, prof. Biuso: certo, bisognerà vedere se costoro al momento del voto, in mancanza di un reale “cambiamento di rotta” del partito, sapranno/vorranno fare altre scelte.
    Grazie della risposta, a presto.

  • agbiuso

    Agosto 8, 2013

    Caro Enrico,
    Giannuli è uno storico -di area libertaria- sempre molto lucido nell’analisi delle vicende contemporanee.
    L’invito che rivolge a Grillo e a Casaleggio, e soprattutto i termini con cui lo enuncia, è senz’altro condivisibile. In particolare nell’incipit:

    ===============
    Mi sembra che la situazione stia avendo evoluzioni molto interessanti ed il M5s abbia a portata di mano la possibilità di ottenere tre risultati mica da poco: porre fine all’osceno governo delle larghe intese (in particolare, rimuovendo Alfano dal Ministero dell’Interno), bloccare la riforma del 138 e togliere di mezzo il Porcellum. E’ il caso di dirlo: un terno secco! Come fare? Allearsi con il Pd? No, non è quello che penso.

    Il M5s deve restare alternativo anche al Pd, con il quale occorrerà fare i conti subito dopo che ci saremo tolti definitivamente dai piedi il Cavaliere e la sua ciurma di Cosca Italia. D’altra parte, sulla politica economica, sulla politica estera, su questioni come la Tav o gli F35 ecc. non mi pare che ci siano le condizioni minime per una intesa di governo. E dunque, non si tratta di fare un patto di legislatura o (peggio!) entrare al governo con il Pd. Molto semplicemente si tratta di fare questo: offrire al Pd la possibilità di mantenere un governo per sei mesi e poi votare, a due condizioni precise:
    […]
    ===============

    Il problema è che il Partito Democratico non accetterà mai un accordo nei termini prospettati da Giannuli. Credo che questo invito abbia lo scopo -sottinteso- di stanare quel partito dai suoi tanti alibi. Una partita a poker, insomma, con l’obiettivo di “vedere” il bluff del PD. Francamente, la cosa non mi appassiona. Ho infatti notato che molti elettori e militanti del Partito Democratico sono disposti ad accettare qualunque decisione degli organi dirigenti di quel partito -ne ribadisco soltanto due: lo spreco anticostituzionale e militaristico dei cacciabombardieri F35; l’alleanza organica di governo con un corrotto, amico dei mafiosi, fascista e pregiudicato- mentre penso che moltissimi elettori e militanti del M5S, me compreso, sarebbero delusi dall’ “accordo” con un partito come il PD.
    Si tratta solo di sapere se Grillo, Casaleggio e i gruppi parlamentari del M5S vogliano perdere tempo nello smascherare il bluff del PD.

  • Enrico

    Agosto 7, 2013

    Post molto interessante, così come i commenti annessi. Voglio segnalare qui la lettera aperta che lo storico Aldo Giannuli ha scritto a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio (pubblicata sul FQ di ieri, 6 Agosto)
    http://www.aldogiannuli.it/2013/08/lettera-aperta-a-grillo-e-casaleggio/#more-2989
    Che ne pensate? Io condivido gran parte delle osservazioni fatte dal prof. Biuso (in questo e in altri post di argomento “politico”), ma devo dire che la prospettiva di “un accordo provvisorio e parziale” tra M5S,Pd e Sel – come scrive Giannuli e come forse intendeva Diego B. – mi sembra ragionevole, soprattutto se guardiamo agli obiettivi realizzabili già a breve termine. E’ anche un rischio, per il M5S? Certamente, ma a volte per cambiare le cose bisogna affrontare l’incerto e anche fare delle eccezioni.

  • diegob

    Agosto 6, 2013

    – un’alleanza del tuo partito con i mafiosi;
    – un’alleanza del tuo partito con i fascisti;
    – un’alleanza del tuo partito con dei pregiudicati;

    sicuramente nel partito della pdl c’è un buon numero di personaggi come minimo ambigui, ma l’alleanza a mio avviso non è un’alleanza ma una «forzata collaborazione» alla gestione di un governo; personalmente questo governo non l’avrei fatto nascere anche se avesse comportato una immediata tornata elettorale; sono convinto che molti nel PD ritengono invece fosse un boccone amaro da ingoiare per evitare il default, vista la precarissima situazione dei pubblici conti (riporto l’opinione diffusa, non la «mia» opinione)

    – un’alleanza del tuo partito con chi sta togliendo tutti i diritti ai lavoratori;
    su questo punto specifico il PD cerca di trovare, a mio avviso, delle soluzioni accettabili, considerando purtroppo il contesto mondiale in cui si opera;

    – un’alleanza del tuo partito con la finanza mondiale che spolpa i popoli;

    su questo punto non sono d’accordo, perchè mi pare che Fassina e altri economisti spingano perchè il PD porti in Europa, un’istanza decisamente «keynesiana»; inoltre i problemi legati alla finanza mondiale non sono risolvibili a livello nazionale; sulla finanza poi, per essere estremamente sintetico, credo che la speculazione finanziaria sia una conseguenza nefasta, più che una causa (tesi di Vladimiro Giacchè);

    – la totale subordinazione a un capo dello stato che sta stravolgendo la Costituzione repubblicana e proteggendo un soggetto sancito come “delinquente” dalla magistratura.
    sono d’accordo, sul Presidente, credo anch’io che nel PD ci sia troppo timore anche ad esprimere la minima critica, forse nella paralizzante paura che apra la crisi definitiva e ci porti alle elezioni

    Considerazione per capire anche con «chi» hai a che fare, interloquendo con uno come me. Di certo è vero che il PD non è un partito «decisamente» di sinistra ma lo si puo’ collocare nell’alveo delle socialdemocrazie europee, ma questo era anche il PCI, e quindi un vecchio iscritto, questo aspetto, non lo puo’ annoverare fra le colpe «nuove».

    Spero di aver risposto, e spero soprattutto che il dibattito sia interessante per gli altri amici.
    Con stima e considerazione.
    Diego

  • diego

    Agosto 6, 2013

    analizzerò con calma i punti «critici» che hai scritto, sul PD, perchè a mio avviso vanno visti separati fra loro

    siccome dovrei scrivere con calma, ora sono un po’ «preso» dalle mie carabattole d’artigiano…

    a presto, un caro saluto
    Diego

  • agbiuso

    Agosto 6, 2013

    Caro Diego,
    ti ringrazio della sincera e dolente risposta ma non mi riferivo affatto alla tessera. Non è questo che mi importa. Tu potrai tenere, restituire, rinnovare la tessera. Non ha per me alcuna importanza. Ciò che mi coinvolge è il sostegno politico che emerge dai tuoi interventi. Se rinnovassi la tessera ma facessi venir meno tale sostegno, sarebbe molto più importante del contrario.
    E proprio per questo ritorno alle domande che ti ho posto e che non sono retoriche. Tu, persona lucida e onesta, che cosa pensi delle posizioni del PD che ho riassunto? Stavolta non ho detto “del tuo partito” ma del Partito Democratico, che sia mio o tuo o di altri non importa.

    Persone come te possono volare quando vogliono.

  • diegob

    Agosto 6, 2013

    diciamo, caro Alberto, che il togliere il mio sostegno (che poi è solo la tessera versione «light» da artigiano) potrà avvenire all’atto del rinnovo della tessera, più o meno fra 8 mesi, per cui ho tempo per decidere e trasferirmi, armi (poche) e bagagli dagli amici di SEL

    per la verità però quel che fa Diego conta poco (anche se so già che tu replicherai che se tutti restituissero la tessera qualcosa succederebbe)

    mi pesa lasciare amici locali, con i quali vado d’accordo e con i quali è in corso una certa discussione

    la questione delle alleanze è complessa, purtroppo ho sicuramente un «vizio togliattiano di fondo» o forse, con un hegelismo rozzo, mi piace l’abbraccio mortale col nemico

    sono un uomo che tende molto a mediare, sarà il lavoro commerciale, sarà la fatica a farmi pagare dai creditori, sarà un dato caratteriale, e quindi sicuramente questo mi caratterizza a volte nel bene, a volte nel male

    sarebbe dismisura che un fagiano tentasse di volare come un’aquila, caro Alberto

  • agbiuso

    Agosto 6, 2013

    Caro Diego,
    e il M5S dovrebbe essere pronto a un “accordo” con il PD -che lo disprezza e lo rifiuta- soltanto per favorire il dibattito interno a quel partito?!

    Ma immaginiamo che il M5S non esista, che la sua forza parlamentare appartenga a un partito marziano e quindi inutilizzabile. Lasciamo dunque perdere il M5S, che a volte mi sembra costituire un alibi per i militanti del PD, e ti chiedo se tu, come iscritto al PD, non hai nulla da dire su:
    – un’alleanza del tuo partito con i mafiosi;
    – un’alleanza del tuo partito con i fascisti;
    – un’alleanza del tuo partito con dei pregiudicati;
    – un’alleanza del tuo partito con chi sta togliendo tutti i diritti ai lavoratori;
    – un’alleanza del tuo partito con la finanza mondiale che spolpa i popoli;
    – la totale subordinazione a un capo dello stato che sta stravolgendo la Costituzione repubblicana e proteggendo un soggetto sancito come “delinquente” dalla magistratura.

    E poi, al di là degli aspetti specifici, smettiamola con l’ipocrisia. Tutti sappiamo chi è Berlusconi e a che cosa serva il suo partito. Ma che cos’altro dovrebbe fare il PD per perdere il tuo sostegno, che cosa?

  • diegob

    Agosto 6, 2013

    Secondo me, caro Alberto, prima di una «alleanza» c’è, come opzione più limitata, un «accordo» parlamentare, che ha un valore meno politico e più tecnico

    certamente con le sue sole forze il M5S, anche se io lo ritengo un movimento di notevole vitalità e pregnanza «sui temi», non ce la farà a scardinare il sistema nel suo complesso

    certo se il PD facesse saltare subito il governo si aprirebbe una fase nuova, ma temo che non possa accadere «al buio»

    è vero che nel PD la componente «governativa» è fortissima e continuerà ad esserlo più si va avanti nel tempo, e la mancata elezione di Prodi ne è stata la drammatica controprova

    io penso che alla fine l’alleanza «spuria» diverrà davvero un qualcosa di durevole, anche oltre questa legislatura, visto che anche i sondaggi d’opinione premiano questa alleanza

    paradossalmente direi «meno male che c’è silvio» altrimenti senza la sua ingombrante presenza questa alleanza sarebbe sancita con tutte le benedizioni dalemiane del caso

    vedremo il da farsi, caro Alberto, comunque io scrivo allo scopo di discutere fra amici e offrire lo spunto al dibattito, non certo per farti cambiare opinione

  • agbiuso

    Agosto 6, 2013

    Aggiungo, Diego, che la tua ipotesi parte dal presupposto che il Partito Democratico non aspetti altro che allearsi con il M5S. È questo, mi permetto di dire, l’errore che tu commetti da mesi. Il PD non si alleerà mai con il M5S, anche se quest’ultimo lo volesse. Lo impediscono gli interessi illegittimi di molti suoi dirigenti, le sue divisioni interne, l’assoluto e antidemocratico pregiudizio di Napolitano contro il M5S. E molto altro.

  • agbiuso

    Agosto 6, 2013

    @Pasquale
    Il tuo riferimento a Scalfaro è del tutto corretto. Questo vecchio democristiano aveva ben compreso la natura franchista di quel tizio e, senza mai venir meno alla sua funzione, cercò di fermarlo. L’attuale presidente sta invece facendo strame della Costituzione e della decenza.

    @Diego
    Ti rispondo, caro Diego, con le parole della direttrice del Manifesto, la quale ribadisce che “Di fronte al grande bluff del politico dimezzato, solo il Pd e questo governo possono tenerlo ancora al tavolo da gioco. Il Pd e il Quirinale.”

    In ogni caso, meglio andare alle elezioni subito che essere alleati con i fascisti. Non ti pare? In questo modo si metterebbe il Pdl in enorme difficoltà. La politica richiede a volte coraggio, dignità e coerenza. Caratteristiche che il
    M5S possiede e che il PD non sa neppur che cosa siano.

    MA IL PROBLEMA SIAMO NOI
    DI NORMA RANGERI

    Diciamolo subito, il problema non è Berlusconi, non sono le sue mortuarie cassette in onda in tv e nemmeno le reazioni scomposte e scontate dei suoi famigli alla sentenza della Cassazione. Il problema, nostro e del paese, è la sinistra. È in grado di affrontare nuove elezioni possibilmente per vincerle? Perché se il Pd si appresta a sparare a salve, come ha fatto ieri il sottosegretario Stefano Fassina, pur l’unico a reagire, con un colpo al cerchio e uno alla botte («quelle di Bondi sono parole eversive, ma il governo Letta deve andare avanti»), allora prepariamoci al peggio, a un Berlusconi libero di continuare a condizionare la vita politica del paese mantenendo il governo fino a quando gli converrà. Come del resto ha fatto capire quando davanti ai suoi riuniti a Montecitorio prima ha eccitato gli animi («siamo pronti alle elezioni, e dobbiamo chiederle per vincerle»), poi ha spento i bollenti spiriti («ma dobbiamo valutare bene l’interesse del paese», cioè di se medesimo). Di fronte al grande bluff del politico dimezzato, solo il Pd e questo governo possono tenerlo ancora al tavolo da gioco. Il Pd e il Quirinale. il capo dello stato per consigliare al suo presidente del consiglio di celebrare il funerale delle «larghe intese»? Che si tratti di «frasi irresponsabili», come replicano dal Quirinale, lo vediamo tutti. Non è questo il punto. Quando il presidente della Repubblica auspica di ritrovare «coesione e serenità» sui temi istituzionali, ritiene di individuare in personaggi come Alfano, Schifani e Brunetta – il terzetto che lacrimante è andato a rimettere il mandato delle rispettive cariche a Berlusconi che non ha titolo per risponderne – gli interlocutori per le riforme? Quegli stessi Brunetta e Schifani che annunciano di recarsi al Colle per chiedere l’irricevibile grazia per il condannato?
    Chiarito che Berlusconi non ha alcun interesse ad affrontare in queste condizioni un’eventuale campagna elettorale, assodato che Letta (Enrico) rappresenta un riparo necessario da una diversa maggioranza, di fronte alle opposizioni c’è un’autostrada. O meglio, ci sarebbe, perché, come è già successo troppe volte, non è detto che al Pd abbiano l’intenzione di percorrerla. In parte bisogna capirli, il gruppo dirigente che in vent’anni non ha trovato la forza di risolvere il conflitto di interessi, perché dovrebbe provarci proprio adesso che con il Cavaliere disarcionato è già pronta la figlia a prenderne il posto? E perché il Pd dovrebbe, con un’altra maggioranza, fare una riforma elettorale capace di bilanciare rappresentanza e pluralismo? Significherebbe chiudere questa sventurata fase di intese berlusconiane e dare vita a un vero governo di servizio in grado di cancellare il peccato originale del conflitto di interessi. E di chiamare gli italiani al voto per iniziare a uscire dal tunnel lungo vent’anni in cui l’insipienza delle sinistre, tutte, ci ha precipitati e ancora rischia di lasciarci.
    ========•=

    Fonte: il Manifesto, 4 luglio 2013

  • diegod56

    Agosto 6, 2013

    cari amici, grande Alberto e grande Pasquale, due menti davvero eccelse, lo scrivo senza ironia

    vi sottopongo, a scopo dialettico una critica al M5S

    nelle ultime uscite del Grillo e del portavoce (non so se avete ascoltato il viedoforum su repubblica di ieri) la chiusura totale senza se e senza ma ad ogni possibile accordo col Partito Democratico, che è ideologicamente comprensibile ed anche coerente, non giova affatto però a rafforzare, del il PD, una discussione «finale» sul sostegno al governo «mostruoso» con il PDL

    alla fine, secondo me, una chiusura totale favorisce il caimano, e non certo quelli come Civati o quei poveri cristi di SEL che vorrebbero una maggioranza parlamentare diversa

    così la penso, cari amici (e poi è un privilegio avere un amico del PD da mandare a fanc… quando volete)

  • Pasquale D'Ascola

    Agosto 5, 2013

    È così. Direi proprio che è così. Ma analizzare correttamente i fatti non dà una grande soddisfazione. A volte viene il desiderio di essere stupidi e cretini come quei vecchi balordi mobilitati per gridare al duce. E delinquenti, meglio. O disinvolti, diciamo. Ho già i capelli corti, quasi quasi me li rado del tutto per potere agevolmente prendermi la testa tra le mani e mormorare orrore, orrore, come Kurz in Apocalypse now.

    p.s. al comparire di SBilvio in politca, era il 94 mi pare, scrissi a Scalfaro scongiurandolo di fermarlo, che di un Franco in doppio petto si trattava. Certo non fu merito mio ma Scalfaro, mi pare di ricordare, lo fece saltare; per un po’, poi Scalfaro terminò il suo mandato e si ruppero gli argini. Amen

  • agbiuso

    Agosto 5, 2013

    Grazie, Pasquale, per aver ricordato i versi di Paolo Conte e di Dario Fo.
    La situazione è sempre più chiara:
    – Occupazione delle televisioni con la trasmissione a reti unificate del comizio del pregiudicato Berlusconi Silvio
    – Culto della personalità
    Cori che esultano all’apparire del pregiudicato con il grido “Duce! Duce!”.

    Adesso non ci sono dubbi: il Partito Democratico si è alleato con i fascisti, con i veri "fascisti del Duemila", e continua tenace a voler governare con loro. Vergogna.

  • Pasquale D'Ascola

    Agosto 5, 2013

    Sai Alberto e quanti leggono, io scrivo spesso per confermarmi che non sono paranoico. Sì mediatico è il colpo, è vero. Ma ho la sensazione che in qualcosa devono perfezionare la manovra. E non sarà comodo per quelli come noi che hanno visto Genova. Sai in Cina, apparentemente puoi andare, fare, disfare ma, ma, ma, ma sono più i ma dei sì. L’Italia è storicamente terra di però, ma, forse.
    E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam

  • agbiuso

    Agosto 4, 2013

    Grazie a Dario e a Pasquale, che ha espresso alla sua consueta, efficacissima maniera molto di ciò che nelle mie poche righe avevo sottinteso.
    Il colpo di stato, comunque, è in atto da tempo ed è di tipo postmoderno, vale a dire mediatico. A esso hanno contribuito in pari misura gli eredi di Craxi, quelli della Loggia massonica Propaganda 2 e quelli del PCI. Senza tale putsch non potrebbe infatti spiegarsi compiutamente l’attuale controllo che il pregiudicato Berlusconi Silvio esercita sulle istituzioni italiane, compresa -e soprattutto- “la più alta”.

  • Pasquale D'Ascola

    Agosto 4, 2013

    Ebbene; il tempo,l’estate,è propizio; la gente inguaiata pensa ai propri sacrosanti guai e chi sta in ferie cerca di rimandare l’esame di realtà, i debiti, le rate periclitanti. L’estate è propizia al dichiarare e scatenare guerre. L’estate è favorevole all’attuarsi delle dittature. Perchè l’estate è favorevole ai movimenti di truppe. I paesi caldi in ciò sono favoriti invece dai tiepidi inverni. Il nostro può aspettare ottobre cioè la muta delle divise presso l’esercito. Ciò detto mi pare che l’uomo non abbia vie d’uscita perchè l’unica dignitosa, ritirarsi dal senato per togliere l’arengo dall’imbarazzo di doverlo espellerle indicatagli dagli inglesi perchè lui non è capace di dignitoso pensiero, egli non può praticarla. Dunque non può che dibattersi nella sua rabbia; credo che sia furioso in questi giorni e una speranza è che la rabbia lo termini. Poichè però gli squali hanno coronarie adatte al loro mestiere, quest’ultima è piuttosto una illusione infantile. Le bestie feroci infine, hominidi in primis, messe alle strette, diventano ancora più feroci e credo che i suoi disegni siano adesso quelli di qualsiasi piccolo padre mediorientale. Putin insegna, ma Putin è intelligente. I gesti e le parole del nostro crapa pelada, anche sul piano clinico, mi pare vadano a confortare una interpretazione, direi una diagnosi, di questo tipo. Non escludo quindi che lui pensi a tirarsi fuori dai fatti con la forza. Una forza padellara ma sempre forza. Ora, ci sarebbe da pensare a che cosa farebbero carabinieri e polizia, e l’esercito. Ha pagato egli anche le alte cariche delle armi?: Staremo a vedere. Mi voglio illudere però che l’esercito sia costituite da persone, in senso proprio, uomini di mondo ma non alla Totò, con lauree e un discreto senso dell’onore e del giuramento di difendere la Costituzione a uso tempo prestato. Nel 1950 il tasso di ufficialato fascista era altissimo, oggi credo, mi voglio illudere, che l’Italia non abbia un esercito cileno. Ma tante grazie, quello, nazista se lo era allevato Pinochet in persona. C’è un PInochet nascosto all’arsenale di La Spezia? L’incognita è ardita. Incognito è anche il complesso dei processi mentali che anima l’ex sinistra piddina, che invece è popolata di ogni sorta di sorci, verdi soprattutto verdi. Il pericolo che una ratifica di un ordo ab chaos arrivi proprio da loro che di autoritarismo oltre che di una notevole e nota faccia tosta sono dotati, non mi pare lontano dal vero. Il trend mi pare in atto. E mi pare che una stretta in senso autoritario proprio da quell’area potrebbe arrivare in aiuto al Meckie Messer delle Brianze insieme con un fatale embrassons nous. Spero molto di essere sul punto di prendere una cantonata e che il grosso del PD sia lontano da tanto strupo. V’è anche da dire che la furia della belva significa in modo evidente il suo essere alla fine. Chi non è alla fine è il resto della banda che, se avesse un po’ di fegato lo mollerebbe, anche senza tante moine, facendo leva sulla nota attitudine italiana a tradire, a dire io non c’ero, a dire non ho mai detto quello che ho detto. Fino a che punto Cesare tenga per le palle del suo portafoglio i senatori non so. Ma non mi stupirei se un aiuto a voltare pagina e rimettere il paese sulla strada di una quasi normalità democratica venisse proprio dal meglio del pdl, ammesso e non concesso che esista una tale fronda. Altra cantonata s’intende. Cordialmente a tutti i lettori di Alberto.
    Pasquale

  • Dario Generali

    Agosto 4, 2013

    Caro Alberto,

    concordo naturalmente in pieno con la richiesta di Crimi e con il tuo commento.
    In effetti solo in un paese cialtrone e corrotto come il nostro si può discutere sul fatto che un lestofante condannato a quattro anni di reclusione in via definitiva (dopo che è sfuggito a infinite altre condanne solo in quanto primo ministro) debba o meno continuare a restare in Parlamento, cioè a svolgere la funzione di rappresentante del popolo italiano.
    Un caro saluto.
    Dario

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