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D'Alema for President

Sono stato facile profeta rispondendo oggi pomeriggio a Dario Generali «Temo che [Prodi] sarà bruciato e a quel punto emergerà D’Alema, il vero candidato di Berlusconi e del PD/PD». Tutto previsto, tutto voluto, tutto programmato dall’ambiziosissimo D’Alema: la cialtronesca candidatura di Marini, la finta indignazione di  Renzi (cavallo di Troia della destra dentro il PD), l’inganno verso Prodi, il tenace e politicamente maleducato silenzio sulle ragioni che inducono il Partito Democratico a non eleggere Rodotà e a respingere la proposta del Movimento 5 Stelle di sostegno a un governo PD -anche guidato da Bersani -nel caso di elezione del giurista proposto dal Movimento. Già: per quali ragioni?
Forse perché, come ipotizzano in molti, l’accordo prevede un presidente amico di Berlusconi che lo nomini senatore a vita, garantendogli in questo modo una definitiva impunità.
Vent’anni di legami inconfessabili -banche, televisioni, grandi opere distruttive dell’ambiente, affari sulle guerre e tanto altro- tra il clan di Silvio Berlusconi e il clan di Massimo D’Alema (il vero padrone del PD) porteranno alla  vergogna di Berlusconi nominato tra coloro che hanno «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» (art. 59 della Costituzione).
Il cattolico Prodi no. Il laico Rodotà no. Il comunista D’Alema sì. In cambio della garanzia giudiziaria e politica per uno degli uomini più corrotti al mondo. E in cambio del silenzio sul comune malaffare. A tanto è ridotto il Partito Democratico. A questo è ridotta l’Italia.

6 commenti

  • agbiuso

    Aprile 20, 2013

    Cari Pietro e Aurora, non possiamo più permetterci alcuna ingenuità.
    Il disprezzo verso una candidatura e una persona come Rodotà -disprezzo e rifiuto mai motivato-, e quanto sta avvenendo in queste ore rappresentano una tale ferita inferta alla Costituzione repubblicana da rendere persino moderato questo appello:

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    Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. E’ in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati. Quattro persone: Napolitano, Bersani, Berlusconi e Monti si sono incontrate in un salotto e hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale, di nominare Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di Governo il documento dei dieci saggi di area pdl/pd che tra i suoi punti ha la mordacchia alla magistratura e il mantenimento del finanziamento pubblico ai partiti. Nel dopoguerra, anche nei momenti più oscuri della Repubblica, non c’è mai stata una contrapposizione così netta, così spudorata tra Palazzo e cittadini. Rodotà è la speranza di una nuova Italia, ma è sopra le parti, incorruttibile. Quindi pericoloso. Quindi non votabile. Il MoVimento 5 Stelle ha aperto gli occhi ormai anche ai ciechi sull’inciucio ventennale dei partiti. Il M5S da solo non può però cambiare il Paese. E’ necessaria una mobilitazione popolare. Io sto andando a Roma in camper. Ho terminato la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia e sto arrivando. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese.
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  • aurora

    Aprile 20, 2013

    Lo scandalo maggiore non sono i traffici di D’Alema,ma le donne che non si sentono offese per la nessuna considerazione che ha il Berlusconi per le donne se non come oggetto sessuale,ma le donne stesse che lo votano

  • pietro spalla

    Aprile 20, 2013

    Caro Alberto
    Se la tua profezia era facile – ma in ogni caso è sostenuta da una non comune lucidità argomentativa – evidentemente io sono un ingenuo. Vero è che ho votato SEL (che non mi sta deludendo) ma certo non immaginavo che la dirigenza PD e i suoi eletti fossero a questo livello…mi scandalizza sopratutto che non ascoltino la base, il popolo della sinistra invoca, direi implora Rodotà e loro se ne fregano

  • agbiuso

    Aprile 20, 2013

    Grazie, cara poetella.

    Flores D’Arcais chiede giustamente ancora Perché, perché, perché?
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    Bersani incontra Monti! E poi forse Berlusconi! Parlamentari del Pd perché non votate Rodotà, che tutta la vostra base vuole? Perché, perché, perché?

    Volete eleggere un Presidente insieme a Monti e Berlusconi, quando potete eleggere un uomo che appartiene alla vostra storia, che è stato presidente del Pds, cioè dell’antecedente del Pd, che ha tutte le caratteristiche di un autentico e intransigente Custode della Costituzione e dei suoi valori fondanti di giustizia e libertà, dunque di ciò di cui ha bisogno l’Italia?

    Il M5S ha detto chiaramente che se votate Rodotà, il “vostro” Rodotà, si aprono “praterie” per un governo. Era quello che chiedevate da settimane. Ora che lo ottenete lo rifiutate? Allora era tutta una messa in scena, tutta una pantomima?

    Se non votate Rodotà, non riuscirete a formare un governo, andrete alle elezioni, e potrebbe vincerle Berlusconi. E’ questo che volete? Berlusconi è ineleggibile, lo ha detto anche il vostro capogruppo al Senato Luigi Zanda, insieme al M5S potreste dichiarare Berlusconi ineleggibile in pochi giorni, tutta la vita politica italiana uscirebbe da un incubo di quasi vent’anni, e invece volete salvare di nuovo il Caimano e anzi consegnargli il paese?

    Dite che ci vuole un nome condiviso. Benissimo, ma condiviso con chi? Non potete condividerlo sia con Berlusconi e Monti che con Grillo, non potete condividerlo con il Caimano e l’inciucio e al tempo stesso con l’Altrapolitica e l’Italia che chiede di voltare pagina. Dovete scegliere.

    Se voterete insieme a Berlusconi e Monti, per eleggere la Cancellieri, Amato, D’Alema, la Severino, Cassese o qualsiasi altro nome, evidentemente gradito al Caimano (che i suoi interessi li sa fare perfettamente, e dunque se lo vota…), avrete tradito i vostri elettori, a cui avete chiesto il voto in nome di un “grande rinnovamento”.

    (20 aprile 2013)

  • poetella

    Aprile 20, 2013

    …non che abbia ormai più qualcosa da dire. Avevo, infatti, deciso di non parlare affatto.
    Quasi più, per niente.
    Ma almeno un sospiro lo posso fare, no?

    Tempi oscuri! diceva Mago Merlino nello splendido cartone di Disney “La spada nella roccia”…
    Non ci sono più spade.
    Quasi non ci sono più rocce.
    Troppo dissesto geologico.
    (solo geologico?)

    Sospiro.
    (e saluto)

  • agbiuso

    Aprile 20, 2013

    Segnalo due brevi testi da leggere per capire quanto sta accadendo.

    Una strepitosa cronaca “teatrale” di Augusto Illuminati su Alfabeta2. Illuminati -tra l’altro- scrive:
    «L’happening ha avuto un tema fisso e tre scenari variabili. Il tema fisso era giocare a non vincere, sprecare le carte, puntare sulle occasioni sbagliate, bluffare a perdere. In altre parole evitare accuratamente di conseguire, sin dalla prima votazione per il Quirinale, una larga maggioranza a favore di un candidato quale Stefano Rodotà, che avrebbe, per di più, garantito l’incarico di Premier a Bersani o altro esponente del Pd con il concorso dei voti del M5S. Sarebbe stato perfino un Presidente largamente popolare e la stessa destra avrebbe avuto difficoltà a fare scandalo. Non digiuno di politica, un tempo perfino presidente del Pds. Tutti eccellenti motivi per scartare la soluzione, che rischiava di far vincere il Pd e magari anche di trarre l’Italia fuori dal marasma politico. Dio ne scampi».

    Un invito rivolto da Peter Gomez a Romano Prodi affinché “si vendichi”:
    «Per questo il molto probabile inciucio non è ancora scontato. Stefano Rodotà è sempre più stimato e conosciuto dai cittadini. A ogni votazione resta costantemente sopra i 200 voti e per farlo arrivare al Colle ne servono altri 300,  due terzi dei grandi elettori democratici. Tanti, ma non troppi per un partito in cui ci muove in ordine sparso.
    Per spingerli a fare ciò che il buon senso e la decenza imporrebbe servono due cose. La voce pacifica, ma insistente, dei cittadini e la vendetta servita calda del Professore. Un pubblico invito del cattolico Prodi a votare il laico Rodotà. Un intervento che dimostri come il Paese, nelle sue grandi vere anime, non sia affatto spaccato. E che marchi per sempre la differenza tra uno sconfitto statista e i suoi politicanti sicari».

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