«Nel 2012 il primo atto della tragedia europea s’è concluso: la costituzionalizzazione del fiscal compact in undici paesi della zona euro sancisce la definitiva cancellazione delle ultime vestigia della democrazia. Il processo di impoverimento della società europea è stabilmente e irreversibilmente avviato, e lo smantellamento del sistema educativo crea le condizioni di un rapido sprofondamento nell’ignoranza, nella violenza, nella barbarie. Le strutture civili cadono a pezzi. In Grecia chi non ha lavoro (più di un terzo della popolazione) non ha diritto alle cure sanitarie gratuite. La gente muore per malattie che si potevano curare prima che l’euro si diffondesse come la peste» (Franco Berardi Bifo, «Nell’agonia dell’Europa», Alfabeta2, numero 26 – febbraio 2013, p. 6).
Anche per evitare tutto questo stavolta andrò a votare. Lo farò nonostante la verità delle parole che nel 1909 scriveva l’anarchico spezzino Pasquale Binazzi: «E lo scopo principale per cui questi uomini tanto si affannano, intrigano, corrompono, intimidiscono è per raggiungere il posto privilegiato di legislatori, mediante il quale essi possono non già rendersi interpreti della volontà di chi li elesse a deputati; ma imporre la propria e incanalare le risorse e le attività di un popolo a loro beneficio e della classe cui appartengono. Questa è una verità troppo vecchia e resa fin troppo evidente dai fatti di tutti i giorni. Nessuno aspirerebbe al potere se questo non procacciasse dei vantaggi, dei privilegi morali, politici ed economici. Quindi il potere è per sua natura ingiusto e corruttore».
Lo farò non per una persona -Beppe Grillo non è candidato a nulla, contrariamente agli altri capi partito-, non per una concezione politica universale -il M5S è molto pragmatico-, non per un ideale di società perfetta -le persone che si sono candidate hanno molti limiti e devono imparare. Voterò per un progetto di democrazia non rappresentativa, pur nei limiti della presenza in un Parlamento. Voterò per un Movimento «Senza contributi pubblici / Senza sedi / Senza strutture / Senza giornali / Senza televisioni / Senza candidati pregiudicati / Senza candidati presenti in passato in Parlamento / Senza faccioni civetta presentati come capilista in tutta Italia / Senza compromessi / Senza inciuci / Senza leader / Senza politici di professione / Senza corrotti / Senza tangenti / Senza responsabili regionali, provinciali / Senza capibastone / Senza candidati scelti dalle segreterie dei partiti / Senza candidati con un incarico attuale in Comune o in Regione / Senza alleanze con i partiti / Senza un passato di cui vergognarsi / Senza candidati fuori dalla propria circoscrizione elettorale / Senza ideologie / Senza assicurazioni / Senza banche / Senza respiro / Ma anche senza fretta» [Fonte: Senza].
Di questi “senza” soltanto uno non è vero -il “senza leader”- ma gli altri 25 corrispondono alla realtà. E mi sembra molto, moltissimo. Soprattutto voterò per un programma che condivido in molti dei suoi contenuti mentre su altri sono decisamente critico ma che nel complesso mi sembra capace di restituire normalità e decenza alla vita collettiva; programma riassunto nel volantino che appare qui accanto [basta cliccare sopra l’immagine per leggere meglio].
Voterò per il M5S anche per l’incredibile numero di attacchi e di calunnie che in questi mesi ha subìto da un sistema mediatico scatenato, impaurito, asservito alle banche proprietarie dei giornali, alle aziende che succhiano i soldi pubblici, ai partiti corrotti sino all’anima, un sistema asservito soprattutto all’entità immonda.
La presenza a sostegno del Movimento il 19.2.2013 in piazza Duomo a Milano di un vecchio libertario come Dario Fo mi conforta in questa decisione. E mi convince soprattutto quanto i deputati eletti all’Assemblea regionale siciliana hanno realizzato sinora, mantenendo le loro promesse. Una scelta pragmatica, insomma, non per una società perfetta ma per una società decente, che restituisca al corpo sociale i diritti cui esso ha rinunciato in cambio della corruzione, dell’imbroglio, dello spettacolo, del nulla. Voterò per questa speranza, ora.
14 commenti
diegod56
Io non voto e non sostengo il M5S, per vari motivi. Però su un punto sono d’accordo: non è un partito, non vuole essere un partito. È un tentativo di ricostruire un modo più radicalmente democratico la partecipazione alla pòlis.
Quindi direi che furono troppi i voti presi a febbraio, in quanto hanno creato delle aspettative ed anche una posizione parlamentare complessa da gestire.
Come sai, caro Alberto, io non sono sicuro che questo progetto possa funzionare, anzi nutro dubbi consistenti, ma ho compreso da tempo che è un progetto autonomo dalle logiche finora conosciute.
Ha ragione, è anche onesto, Grillo quando dice che molti elettori hanno sbagliato a febbraio.
Rimane però, a mio avviso, un po’ irrisolto il come certe istanze dovrebbero diventare realtà di governo.
Come si puo’ diventare egemonia culturale rimanendo una minoranza?
Comunque, la riduzione dei voti (che c’è) è un bene.
Questo periodo lo potremo giudicare bene solo fra parecchio tempo, non meno di due anni.
agbiuso
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Dopo le elezioni politiche e l’affermazione del M5S, Casaleggio disse che per lui “Era un giorno come un altro”. Valeva anche per me. Nel senso che era la tappa di un percorso. Non abbiamo fretta. Anche ieri, dopo le comunali è stato un giorno come un altro. Nessun trionfo a febbraio, nessun tonfo a maggio. L’obiettivo del M5S è di cambiare il Sistema, le regole del gioco, di introdurre nella Costituzione strumenti di democrazia diretta, oggi totalmente assenti o disattesi. E, come ovvio, di andare al Governo, ma senza questi partiti che hanno distrutto l’Italia e che oltre a essere la malattia si propongono come cura.
Non abbiamo fretta. Il cosiddetto risultato disastroso di ieri consentirà a circa 400 consiglieri del M5S di entrare nelle municipalità, di fare proposte, operare da sentinella per i cittadini. E’ tanto? E’ poco? E’ comunque un risultato che consente al M5S di raddoppiare la sua presenza nei Comuni.
Dopo le elezioni politiche la stampa e le televisioni si sono scatenate contro il M5S come se fosse l’anticristo con una rabbia, un odio, un disprezzo che non ha riscontro nella Storia d’Italia.
L’informazione è l’ultima barriera che protegge processi, corrotti, status quo. E’ l’arma letale nelle mani dei partiti. Si dice che Bottino Craxi, prima di involarsi, suggerì al suo sodale Berlusconi “Hai dei cannoni a tua disposizione, le reti televisive, usali”. La fogna che è ora la RAI, che perde 200 milioni di euro all’anno, nonostante canone e pubblicità, con una pletora infinita di dipendenti e “esterni” va riformata al più presto, tolta dal controllo dei partiti.
Più che andare in televisione, bisogna cambiare la televisione. E’ un obiettivo del M5S. Una sola rete nazionale, multimediale, senza pubblicità svincolata dalla politica. Non abbiamo fretta. A via Mazzini, i nominati dai partiti, comincino a preparare gli scatoloni, con calma. Ogni tanto è bene ribadire che il MoVimento non è un partito, non fa alleanze con i partiti, né inciuci. Questo vale per i prossimi ballottaggi dove non appoggeremo la destra e tanto meno la sinistra, tra loro non c’è alcuna differenza, forse la destra ti prende un po’ meno per il culo. Scrissi che chi voleva l’accordo con il pdmenoelle aveva sbagliato a votarci. Lo confermo e estendo il concetto. Chi si è candidato per il M5S al Parlamento e vuole un accordo con il pdmenoelle scordandosi degli impegni elettorali e della sua funzione di portavoce per realizzare il nostro programma, è pregato di avviarsi alla porta. E’ meglio buttarsi nel vuoto da soli che essere spinti. C’è più controllo. Il M5S cresce ogni giorno, è un fatto, così come è un fatto che è stato il più votato alle politiche. Non abbiamo fretta.
“Io vi do il tempo, anzi il tempo sono io! Il tempo a volte è strano, ma il tempo è galantuomo! Io non vi imbroglio, ma non vi si può imbrogliare! Io vado piano, ma non mi si può fermare! Da’ tempo al tempo e i conti devon tornare”. Da Rockcoccodrillo di Edoardo Bennato
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Fonte: Non abbiamo fretta
agbiuso
Ancora a proposito di Repubblica riporto questo interessante scambio tra la candidata alla presidenza della Lombardia -per la quale ho votato- e un giornalista di quel quotidiano.
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Lettera aperta di Silvana Carcano a Repubblica
Egregio Direttore,
Le scrivo una lettera aperta in merito alle comunicazioni intercorse in data odierna fra il Suo quotidiano e l’ufficio stampa del Movimento 5 Stelle.
Un Suo collaboratore ha risposto al nostro comunicato stampa riguardo al luogo e orario del nostro post-election day, con una email che riteniamo fuori luogo, offensiva e non professionale. Il testo dell’email, che riporto integralmente, era:
“Visto che non fate lavorare i giornalisti agli show del vostro ducetto smettete di rompere il cazzo con le vostre mail grazie.“
Guarda lo Screenshot n° 1
Il nostro ufficio stampa ha prontamente fatto fronte alla richiesta del Suo collaboratore rimuovendolo dalla nostra mailing-list e segnalandogli l’esistenza dell’opzione di disiscrizione cliccando l’apposito link in calce ad ogni nostro comunicato.
A seguito di questa nostra comunicazione, il Suo collaboratore ha ulteriormente risposto una frase nuovamente offensiva
“Vaffanculo. Per adeguarmi allo stile del vostro pifferaio“
Guarda lo Screenshot n° 2
Le allego le comunicazioni intercorse per darLe la possibilità di rilevarne i toni e giudicarne l’adeguatezza.
Visti i fatti sopra descritti, apprezzerei che intervenisse nei confronti del Suo collaboratore, al fine di ricordargli le regole minime di professionalità da mantenere nella comunicazione visto e considerato che è stata fatta a nome del Suo quotidiano (vostro dominio @repubblica.it).
Sono altresì convinta che il nostro ufficio stampa apprezzerebbe delle scuse formali per lo spiacevole incidente.
Colgo l’occasione per precisare, ai fini dell’informazione del Suo collaboratore e dei Suoi lettori, l’episodio della mancata ammissione dei giornalisti all’area riservata sotto il palco di Piazza San Giovanni durante la serata conclusiva dello Tsunami Tour, che sembra aver causato la risposta frustrata e infelice del Suo collaboratore:
tutti i giornalisti che si erano accreditati sono stati ammessi all’area
ai giornalisti che NON si erano accreditati, data la limitata disponibilità di spazio e le imprescindibili ragioni di ordine pubblico, era stato negato l’ingresso
a seguito della mediazione operata dalle forze dell’ordine, che avevamo chiamato a causa dell’aggressività dimostrata dai giornalisti non accreditati nei confronti del servizio d’ordine dell’area riservata, alcuni giornalisti non accreditati sono comunque stati ammessi all’area, in funzione dello spazio disponibile e delle norme di sicurezza vigenti.
Mi sembra un atteggiamento di buon senso e ritengo che i problemi che hanno causato tanta irritazione nei giornalisti esclusi avrebbero potuto essere evitati molto semplicemente: bastava effettuare la procedura di accreditamento, come peraltro era stato fatto da altri giornalisti italiani e da tutta la stampa estera.
Distinti saluti
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Fonte: blog di Silvana Carcano
agbiuso
Certamente, caro Diego, anche la persona Grillo è perfettamente coerente con il sistema spettacolare. E che cosa non lo è nel presente? Chi si pone fuori dallo spettacolo -come ad esempio noi due- semplicemente non esiste. Se questa è una scelta legittima -o una condizione subìta- per un privato, non può esserlo per un uomo pubblico che voglia incidere in tempi brevi sull’evoluzione del corpo sociale.
In ogni caso, non andare in televisione è stata per il M5S -e non soltanto per il suo fondatore- una scelta fondamentale e significativa. Non tanto per negare lo spettacolo in sé quanto le sue forme più degradate e funzionali al potere.
Ricordo la risposta che Guy Debord diede a quanti gli dicevano che per il solo fatto di criticare lo spettacolo egli si trovava pienamente immerso in esso. Non ho con me il libro (Opere cinematografiche, Bompiani 2004) nel quale si trova il testo, che provo comunque a riassumere. Debord afferma che con questo ultrapurismo si vorrebbe in realtà che a parlare dello spettacolo rimanessero soltanto i suoi apologeti e non anche i suoi critici. Stare zitti e non agire dentro la società per tentare di sovvertirla sarebbe -per Grillo o per chiunque altro- un modo per lasciare che essa trionfi.
Anche il mio sito, il tuo e questa nostra conversazione potrebbe essere giudicata -volendo- dentro il sistema spettacolare della Rete. Ma nessuno può prendersi per i capelli e tirarsi fuori dal terreno in cui ha la ventura di trovarsi, l’importante è cercare di rendere quel terreno più fecondo di bellezza, di giustizia, di significato.
diegob
Ora che i giochi sono quasi fatti, caro Alberto, ti pongo una domanda, non per l’elettore ma per il filosofo e lo studioso autorevole dei fenomeni della spettacolarizzazione.
Non c’è il pericolo, o forse anche il fatto conclamato, che il fenomeno «Grillo» non sia anch’esso, a suo modo, un elemento dello «spettacolo»? È vero che con un certo fiuto il simpatico genovese percepisce il pericolo e difatti ha un atteggiamento molto ostile verso la televisione, ma questo non potrebbe bastare a fermare l’inesorabile «inglobamento»
aurora
voterò perché, ho sempre votato, forse tutti coloro i quali criticano, daranno vita a quella rivoluzione che qui da noi non c’è ancora stata,forse ancora una volta i vincitori riusciranno a coalizzarsi con i partitini che avranno ottenuto il 5%, percentuale necessaria ad entrare in parlamento,forse non cambierà niente e tireremo avanti nelle attuali ristrettezze,forse diventeremo una colonia dei cinesi,perché sono così pieni di soldi e comprano tutto,aprono negozi in continuazione.La vita è bella perché è piena di sorprese
Amelia
Condivido, caro Alberto, la tua scelta e anche le tue perplessità. Quanto al programma del M5S, avrei molto da obiettare a proposito della scuola. Comunque, penso che valga la pena tentare il nuovo e far preoccupare un po’ i nostri vecchi politicanti, nonostante i rischi…
Voglio segnalare a questo proposito l’interessante articolo di Ida Magli
http://www.italianiliberi.it/Edito13/grillo-e-la-riscoperta-dell-umano.html
agbiuso
A proposito di democrazia, in Lombardia si vota anche per il Consiglio Regionale e si può esprimere una preferenza.
Ho visitato il sito dove appaiono i nomi, i curricula, i video dei 25 candidati del M5S.
Lo ho scorsi tutti, soffermandomi su quelli che mi sembravano più vicini alla mia sensibilità politica e sociale. Avevo selezionato un possibile candidato. Ho proseguito e ho notato che un’altra persona rispondeva meglio ai miei criteri di cittadino perché attenta in particolare alla salvaguardia del territorio, al trasporto pubblico, alla scuola, all’acqua come risorsa primaria e non privatizzabile.
Ho guardato il video con l’autopresentazione e ho avuto l’impressione che di questa persona posso ragionevolmente fidarmi, pur non avendola mai incontrata.
Candidati di altri partiti mi hanno fatto avere in questi giorni lettere cartacee ed elettroniche non richieste e piene di mirabolanti promesse. Della persona per la quale voterò, invece, ho letto delle informazioni verificabili e ho sentito la voce.
La prima persona che avevo selezionato è laureata, la seconda no. Ma mi è parsa più vicina dell’altra.
Questa, cari amici, è demagogia o democrazia?
agbiuso
Caro Giacomo, grazie per il tuo commento e per la graffiante citazione da Adams.
Come sai, reputo la demagogia il sintomo di una malattia grave del corpo sociale. Ritengo dunque evidentemente che per quanto riguarda il M5S tale pericolo sia remoto.
Molto più grave mi sembra il disprezzo che trasuda dalle parole di uno dei più fanatici sostenitori di Monti-Bersani.
Ebbene, Scalfari scrive oggi su Repubblica parole come queste (il grassetto è mio):
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Certo se sommiamo i voti previsti per Grillo e quelli per il centrodestra berlusconiano-leghista, potremmo avere quasi la metà degli elettori che rappresentano una zavorra molta pesante. Governare bene in un Parlamento con quel sacco di pietre addosso sarà un’impresa. Va tuttavia ricordato che, nonostante le sue molteplici nefandezze, la legge elettorale detta “porcata” nelle condizioni date offre un vantaggio: alla Camera chi vincerà avrà il 55 per cento dei seggi; il sacco di pietre sarà, in queste condizioni, più facile da sopportare.
[…]
Noi crediamo e speriamo invece che la grande maggioranza degli italiani comprenda la sostanza di quanto sta avvenendo e confidiamo che da queste elezioni esca un Parlamento responsabile e un governo stabile se, come sembra, sarà il centrosinistra a vincere alla Camera e a stipulare un accordo con Monti che metta in sicurezza anche il Senato.
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Ecco, per questo ex fascista, ex demitiano, ex craxiano, la democrazia è il miglior sistema di governo soltanto quando gli elettori votano come lui desidera. E costui sarebbe un rappresentante dell’Italia razionale, equilibrata, liberale? Questi è, piuttosto, l’ennesimo servo del sistema finanziario e della incapace imprenditoria italiana (De Benedetti). Non posso votare per chi -come il Partito Democratico- prevede e auspica accordi con la grande finanza internazionale che sta portando l’Italia e l’Europa alla miseria.
Preferisco guardare altrove rispetto a tanta paludata catastrofe.
Giacomo Spallacci
Caro Alberto,
era un po’ che non visitavo il tuo sito, l’ho fatto questa sera proprio chiedendomi cosa pensavi della situazione attuale e come ti saresti comportato.
Nel 2007 ho partecipato alle primarie del PD e aderito al cosiddetto V-Day di Grillo. Non avendo nessuno schieramento che approssimi le mie idee, e consapevole delle limitate possibilità che abbiamo di influire sulla politica nazionale, ho scelto pragmaticamente di applicare la regola del parallelogramma.
A distanza di 6 anni, ho deciso che non voterò M5S. Credo che prenderanno abbastanza voti anche senza di me per poter essere un motore di rinnovamento nella politica italiana. Questa è la speranza; il timore è quello di una deriva demagogica che non mi sento di escludere, vista la storia del nostro paese. In base a quanto so, mi sembra che le possibilità siano 50% e 50%. Ma sapere che tra gli elettori dell’M5S ci siete anche te e Battiato mi rassicura un po’.
Questo pur sapendo che come dice Douglas Adams (in una parafrasi moderna e ben meno seria del brano di Binazzi):
“The major problem — one of the major problems, for there are several — one of the many major problems with governing people is that of whom you get to do it; or rather of who manages to get people to let them do it to them.
To summarize: it is a well-known fact that those people who must want to rule people are, ipso facto, those least suited to do it.
To summarize the summary: anyone who is capable of getting themselves made President should on no account be allowed to do the job.”
agbiuso
Grazie, cara Cristina, della tua condivisione!
Dobbiamo regalarci questa speranza ben motivata. Gli eletti del Movimento in Sicilia e a Parma -come ci riferisce Patrizia- stanno mantenendo i loro impegni.
E poi basta, basta veramente con i partiti irredimibilmente corrotti che ci hanno succhiato il sangue e la decenza. Basta.
cristina
voterò come te e sai che condivido tutto quel che “ricordi” a proposito de M5S . Voterò per scommessa e curiosità, col sorriso e pensando ai partitimpauriti!!! ma di che hanno paura? girano incessantemente stupide cose …stupidamente mascherate da “cose importanti e da sapere su M5S” …è già pronto il fazzoletto per asciugare le lacrime DALLE RISA!
agbiuso
Grazie di cuore, caro Diego, per il tuo commento e il tuo augurio.
In bocca al lupo anche a te e alla tua scelta, che so essere dettata da riflessione e da limpidezza intellettuale e politica.
E soprattutto un augurio a tutti coloro che operano per una società italiana diversa rispetto a quella truce, corrotta e finta degli ultimi vent’anni.
diegod56
È molto interessante la tua dichiarazione, caro Alberto. Anzitutto, scusa se mi permetto, sei un intellettuale e studioso di alto livello, quindi la tua opinione ha un certo peso, per lo meno nell’ambiente culturale di chi ti legge, ti segue, ragiona intorno alle tue riflessioni.
Ma il fattore più importante è che, da aderente alle idee dell’anarchismo, appartieni ad una schiera di elettori imprevisti, cittadini che «giocano» questa carta inedita.
Probabilmente l’aspetto più interessante è questa idea di un movimento che è «strumento» dei cittadini senza essere invece una delega ingannevole perpetuante il potere.
Come sai non condivido la tua scelta, ma ne comprendo la parte interessante, il dato di «novità».
Per il programma del M5S, avrei qualche dubbio su alcune questioni, ma non voglio usare il tuo spazio per questo.
Certamente per alcune istanze, in particolare un modello di rapporto fra corpo sociale e rappresentanza elettiva, e ancor più nella considerazione delle grandi tematiche planetarie (molto importanti i riferimenti a Rifkin), il movimento del simpatico genovese non è una pianta velenosa, ma un albero che potrebbe far maturare buoni frutti. In bocca al lupo, vecchio mio.