Django Unchained
di Quentin Tarantino
Con: Jamie Foxx (Django), Cristoph Walz (Il Dottor King Schultz), Leonardo Di Caprio (Calvin Candie), Samuel L. Jackson (Stephen), Kerry Washington (Broomhilda), Don Johnson (Spencer Gordon Bennet)
USA, 2012
Trailer del film
Si comincia e si finisce nella notte. Alcuni uomini camminano nel buio, scortati da due negrieri. Il silenzio è rotto soltanto dal tintinnio delle loro catene. Uno squarcio e arriva la strana carrozza di un dentista tedesco che è interessato all’acquisto di uno degli schiavi. Il medico è un cacciatore di taglie e il negro dovrà aiutarlo a identificare tre banditi che hanno cambiato identità. I due diventano amici e sodali. Il Dottor Schultz è disposto ad aiutare Django nel tentativo di liberare la moglie, di proprietà di uno schiavista veramente sadico. La piantagione di costui -Candieland- è gestita da un vecchio e feroce schiavo. Lo stratagemma ideato per liberare la donna sembra andare a buon fine ma Stephen -il kapò nero- ha compreso tutto e si scatena un inferno che si conclude nel bagliore di un grande incendio.
La saga dei Nibelunghi -la moglie di Django si chiama Broomhilda-; un Prometeo che spezza le proprie catene; l’omaggio musicale e visuale (sin dai titoli di testa) ai western di Sergio Leone; l’ironia dei dialoghi (spassosi quelli tra i balordi e imbranati membri di un incipiente Ku Klux Klan); l’immancabile pulp di una violenza che fa zampillare sangue dai morenti, fa sbranare schiavi dai cani, fa penzolare corpi dai ganci, fa rinchiudere schiave fuggiasche in fornaci; il paradosso di neri che si insultano a vicenda per il fatto di essere neri, sino al punto che uno di loro diventa il più determinato e crudele collaboratore del padrone bianco. Pura narrazione (μῦϑος), insomma. Puro cinema. Grande divertimento.
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4 commenti
Verba Woland: Tarantino e il razzismo. » La Città Invisibile - Blog - L'espresso
[…] Prof. Alberto Biuso ha appena scritto una breve ma densa e puntuale recensione dell’ultimo film di Quentin Tarantino attualmente nelle sale cinematografiche: Django […]
aurora
grazie per l’ottima descrizione del film”Diango, il mito”,e del regista Tarantino.Tarantino ha detto: « Il mio cinema o si ama o si odia. », il suo cinema non lo odio e non lo amo, mi classifico fra coloro che sono sospesi,un film che ho visto è Pulp Fiction,del 1994,non apprezzo l’eccesso di sangue e violenza,non lo rivedrei una seconda volta,resto un’affezionata del “Gattopardo”e di Luchino Visconti
real_gone
Non il migliore Tarantino. Francamente troppo lungo, prolisso. Da buon film western, lineare nella narrazione e con poche sorprese nell’intreccio. Insomma, un affettuoso omaggio al genere, ma poche invenzioni degne di tanto regista. Interpreti sugli scudi, chapeau.
mario g.
ed eccoci qua: “Sergio Leone” e non solo, come leggete nel documentatissimo pezzo su Nocturno di gennaio by Davide Pulici, che sciorina le passioni tarantiniane per lo ‘spaghetti western’ lungo titoli, alcuni dei quali io non ho neppure mai visto…
Cmq qui la posthuman-rece, perlopiù merito di un altro brillante Davide, 19enne studente di cinema a Roma: http://www.posthuman.it/index.php?option=com_content&task=view&id=393&Itemid=1 🙂