«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»
(Luca, 11,46)
Su RoarsAntonio Banfi e Giuseppe De Nicolao analizzano in modo esatto e documentato la situazione in cui ci si trova con le Abilitazioni nazionali.
Consiglio la lettura del loro articolo anche a chi non si occupa di politica universitaria. Il testo, infatti, fa capire assai bene la complessità della questione e l’insipienza dei decisori politici e burocratici.
Ho commentato così questo articolo, dopo averne citato una parte:
“Prima di procedere all’elenco delle perle della scientificità anvuriana, vogliamo aggiungere un’amara considerazione: grazie all’ANVUR, le Abilitazioni nazionali, concepite con intenti meritocratici, sembrano sempre più una farsa, che ha poco o nulla a che fare con il merito. È chiaro a tutti che la procedura, se mai arriverà in porto, sarà assai poco selettiva, proprio a causa dei suoi difetti strutturali. Con il risultato di demandare tutto a concorsi locali che saranno gestiti in modo molto più opaco e discrezionale dei precedenti, addirittura con regole variabili da ateneo ad ateneo. Un bel risultato per chi voleva promuovere il merito, non c’è che dire. Si poteva almeno risparmiare qualche milione di euro ed evitare questa farsa degradante”.
E’ questa una sintesi amara, adeguata e perfetta delle rigorose e argomentate analisi che Roars va dedicando alla questione delle abilitazioni nazionali.
La lista delle riviste certificate come scientifiche dall’Anvur rappresenta anch’essa una sintesi del degrado accademico e civile in Italia.
Lasciando da parte sospetti di altra natura, il minimo da dire è che i professori Fantoni, Ribolzi, Benedetto, Bonaccorsi, Castagnaro, Kostoris Padoa Schioppa e Novelli si sono rivelati -alla prova dei fatti- del tutto inadeguati al compito che si sono assunti.
In base al principio del merito dovrebbero prenderne atto e dimettersi. Semplicemente.
Caro Alberto,
è semplicemente disgustoso.
Con la retribuzione annua di uno di quei cialtroni dell’Anvur si potrebbero finanziare i lavori di un’edizione nazionale per cinque o sei anni, mentre ora tutte queste iniziative istituzionali sono senza finanziamenti da quattro anni (cfr. E. Rambaldi, In guisa di presentazione. Una denuncia, con una nota di Dario Generali e con il testo della lettera inviata alle autorità istituzionali, ai periodici scientifici e ai principali quotidiani di tredici Presidenti di Commissioni di Edizioni Nazionali, “Rivista di storia della filosofia”, 2012, 1, pp. 1-5).
E’ un degrado senza fine, dove i nuovi governi e i nuovi funzionari riescono ad essere sempre ancora peggiori dei già pessimi precedenti.
Un caro saluto.
Dario
4 commenti
agbiuso
«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»
(Luca, 11,46)
Dal Corriere della sera, 6.12.2017
agbiuso
Su Roars Antonio Banfi e Giuseppe De Nicolao analizzano in modo esatto e documentato la situazione in cui ci si trova con le Abilitazioni nazionali.
Consiglio la lettura del loro articolo anche a chi non si occupa di politica universitaria. Il testo, infatti, fa capire assai bene la complessità della questione e l’insipienza dei decisori politici e burocratici.
agbiuso
Hai perfettamente ragione, caro Dario.
Un altro articolo di Roars ritorna su questa assurda classificazione delle Riviste: Sesso, droga e chiesa: le pazze riviste ANVUR sempre più pazze (episodio 2 della trilogia).
Ho commentato così questo articolo, dopo averne citato una parte:
“Prima di procedere all’elenco delle perle della scientificità anvuriana, vogliamo aggiungere un’amara considerazione: grazie all’ANVUR, le Abilitazioni nazionali, concepite con intenti meritocratici, sembrano sempre più una farsa, che ha poco o nulla a che fare con il merito. È chiaro a tutti che la procedura, se mai arriverà in porto, sarà assai poco selettiva, proprio a causa dei suoi difetti strutturali. Con il risultato di demandare tutto a concorsi locali che saranno gestiti in modo molto più opaco e discrezionale dei precedenti, addirittura con regole variabili da ateneo ad ateneo. Un bel risultato per chi voleva promuovere il merito, non c’è che dire. Si poteva almeno risparmiare qualche milione di euro ed evitare questa farsa degradante”.
E’ questa una sintesi amara, adeguata e perfetta delle rigorose e argomentate analisi che Roars va dedicando alla questione delle abilitazioni nazionali.
La lista delle riviste certificate come scientifiche dall’Anvur rappresenta anch’essa una sintesi del degrado accademico e civile in Italia.
Lasciando da parte sospetti di altra natura, il minimo da dire è che i professori Fantoni, Ribolzi, Benedetto, Bonaccorsi, Castagnaro, Kostoris Padoa Schioppa e Novelli si sono rivelati -alla prova dei fatti- del tutto inadeguati al compito che si sono assunti.
In base al principio del merito dovrebbero prenderne atto e dimettersi. Semplicemente.
Dario Generali
Caro Alberto,
è semplicemente disgustoso.
Con la retribuzione annua di uno di quei cialtroni dell’Anvur si potrebbero finanziare i lavori di un’edizione nazionale per cinque o sei anni, mentre ora tutte queste iniziative istituzionali sono senza finanziamenti da quattro anni (cfr. E. Rambaldi, In guisa di presentazione. Una denuncia, con una nota di Dario Generali e con il testo della lettera inviata alle autorità istituzionali, ai periodici scientifici e ai principali quotidiani di tredici Presidenti di Commissioni di Edizioni Nazionali, “Rivista di storia della filosofia”, 2012, 1, pp. 1-5).
E’ un degrado senza fine, dove i nuovi governi e i nuovi funzionari riescono ad essere sempre ancora peggiori dei già pessimi precedenti.
Un caro saluto.
Dario