Guardate questa persona. Un tranquillo, anziano signore, vero? Un pensionato dalla faccia serena. Un nonno che immaginiamo circondato dai suoi bei nipotini. No. È la fotografia di uno degli umani più feroci del Novecento. È Jorge Rafael Videla, presidente dell’Argentina dal 1976 al 1981. In un’intervista concessa al giornalista Ceferino Reato Videla afferma che le 30.000 persone massacrate, torturate, uccise, gettate dagli aerei militari, fatte sparire sotto il suo regime e per suo comando furono il necessario «prezzo da pagare per vincere la guerra contro la sovversione […]. Bisognava eliminare un bel mucchio di persone che non si poteva portare davanti alla giustizia e neanche fucilare»; «Per non provocare proteste dentro e fuori il paese, si arrivò alla decisione che quella gente “desapareciera”, scomparisse». In ogni caso, continua Videla, «Dio sa quello che fa e perché lo fa. Io accetto la volontà di Dio e credo che Dio mi abbia sempre tenuto per mano».
Non so se lo abbia guidato la mano di Dio ma certamente lo ha fatto quella della Chiesa argentina, quella degli Stati Uniti d’America -la “più grande democrazia del pianeta” per i fessi che ci credono-, i quali incoraggiarono, sostennero e protessero una delle dittature più efferate del Novecento. I militari assassini furono guidati anche dal gioco del calcio e dalla vittoria dell’Argentina ai mondiali del 1978, un successo che regalò loro il plauso delle folle. Il “calcio e lo sport fuori dalla politica”? Un’altra favola per gli sprovveduti.
Sovversivi dell’ordine furono i generali e ammiragli Emilio Eduardo Massera, Roberto Eduardo Viola, Leopoldo Galtieri, Reynaldo Bignone, Orlando Ramón Agosti e il loro capo Videla.
11 commenti
Dittature - agb
[…] occupa dei sequestri di dissidenti politici -o presunti tali- durante gli anni della dittatura di Videla (1976-1983). Caduta la giunta militare, Puccio continua la sua attività in privato sequestrando […]
Enrico Galavotti
E’ che quando si vedono persone del genere, così irriducibili sino alla morte, cui non è mai mancato il pieno appoggio neppure da parte delle gerarchie ecclesiastiche, vien da pensare che l’essere umano, di fronte alla potenza delle ideologie, sembra non contare nulla, anzi sembra essere un docile strumento di quelle, un’arma di sterminio del tutto passiva, priva di alcuna coscienza, che magari nella vita privata era coi suoi familiari una persona comunissima, affabile, spiritosa, amante dell’arte, persino tenero coi suoi nipotini, mentre in pubblico aveva sottratto centinaia di figli alle madri che torturava, distribuendoli tra gli stessi militari assassini. E allora vien da pensare che forse sarebbe meglio cercare di capire le motivazioni storiche e culturali che fanno nascere questi mostri, piuttosto che concentrarsi su di loro. Affinché appunto la cosa non abbia a ripetersi.
diegod56
La ferocia immonda degli anticomunisti è la prova più nitida della bontà e cristianità dell’idea comunista.
agbiuso
Questo feroce cattolico è finalmente crepato. Crepato in carcere, mentre i suoi estimatori e aspiranti imitatori italiani o sono liberi cittadini -come Licio Gelli- oppure muoiono nei loro letti riveriti e rispettati -come Cossiga e Andreotti- o stanno a far leggi in parlamento. L’Argentina ci può certamente dare lezioni di democrazia.
Le madri della Plaza de Mayo hanno detto che “è morto un uomo spregevole, che rivendicava i suoi crimini”.
Peccato che quel Dio in cui diceva di credere non esista, perché ora starebbe certamente all’inferno. Collochiamo almeno nella fogna della storia il cadavere di questo escremento in forma di generale dell’esercito argentino. E auguriamo ai suoi complici di seguirlo presto.
Alberto G. Biuso » Uno spettro s’aggira per la scena
[…] si sono aggirati nel cuore della vita di quel popolo sino a quando non è stato ammesso tutto l’orrore dei crimini militari. Ma la storia è un elemento tra gli altri di questo testo divertente, orrorifico, erotico e […]
agbiuso
Altre testimonianze -anche di Videla- confermano pienamente le responsabilità -del tutto consapevoli- della chiesa cattolica negli orrori dell’Argentina sotto la dittatura militare dei generali “buoni cristiani”.
Argentina, nelle confessioni di Videla anche le connivenze della Chiesa
di Horacio Verbitsky
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Nell’ultima intervista ha detto che il nunzio apostolico Pio Laghi, l’ex presidente della Conferenza episcopale Raul Primatesta e altri vescovi hanno fornito al suo governo consigli su come gestire la situazione dei detenuti-desaparecidos.
Secondo Videla la Chiesa si spinse addirittura a “offrire i suoi buoni uffici” affinché il governo informasse della morte dei figli tutte le famiglie che si fossero impegnate a non rendere pubblica la notizia e a smettere di protestare. È la prova che la Chiesa era a conoscenza dei crimini della dittatura militare, come risulta dai documenti segreti pubblicati in libri e articoli e la cui autenticità l’Episcopato è stato costretto a riconoscere dinanzi alla giustizia. Ma è altresì la prova di un coinvolgimento attivo dell’Episcopato per garantire il silenzio dei familiari delle vittime, silenzio di cui la Chiesa era garante.
[…]
I consigli delle autorità ecclesiastiche ammessi da Videla confermano altresì i dati frammentati che già erano noti. Il primo ufficiale che ha confessato la partecipazione personale al massacro, il capitano della Marina Adolfo Scilingo, mi raccontò che quando il comandante delle Operazioni Navali lo aveva informato che i prigionieri sarebbero stati gettati in mare dagli aerei, gli aveva anche detto che si erano consultati con le autorità ecclesiastiche per trovare la soluzione “più cristiana e meno violenta”. Quando tornò turbato dal primo volo e si rivolse al cappellano della sua unità militare, il sacerdote lo tranquillizzò raccontandogli alcune parabole bibliche. Disse che era una morte cristiana perché non avevano sofferto.
[…]
Questo spiega perché, fino a oggi, la Chiesa non ha scomunicato Videla e nessuno degli altri condannati, tra i quali il sacerdote cattolico Christian von Wernich. Ha deciso invece di essere complice, da qui all’eternità.
agbiuso
“Come mi ha raccontato il capitano della Marina Adolfo Scilingo, la pratica di giustiziare i detenuti-desaparecidos gettandoli da un aereo in volo fu approvato dalla gerarchia ecclesiastica che riteneva questo un modo cristiano di morire”.
Argentina, sui desaparecidos la Chiesa dà ragione al Fatto
di Horacio Verbitsky – 5 giugno 2012
Biuso
Segnalo la testimonianza dello scrittore Horacio Verbitsky, che ha potuto leggere alcuni documenti della Conferenza Episcopale Argentina, i quali confermano la complicità della chiesa papista nei massacri della giunta militare.
giorgio
Oltre alla ‘banalità del male’, che ricordava Hannah Arendt, tramite l’aspetto comune di vecchio nonno, quest’uomo invoca Dio: il suo dio crudele e meschino insieme che del potere secolare segue le orme ecclesiali vaticane.
Pietro Spalla
Certo, anche la Chiesa sente, proprio come questo imbecille, di essere sempre stata tenuta per mano da Dio, ma la storia dimostra che la sua strategia contro la sovversione è stata più “illuminata”:
1) ha fatto fuori migliaia di eretici sovversivi ma i processi e le esecuzioni sono stati pubblici e trasparenti per una sorta di vocazione pedagogica che a Videla mancava:
2) dato che Gesù – il nemico più pericoloso – era già stato eliminato, ha abilmente manipolato ed usato il suo stesso sovversivo messaggio per amministrare le povere e poco evolute anime dei suoi sudditi.
Enrico Galavotti
… e ci puoi aggiungere anche che il Vaticano non spese mai una sola parola contro quella dittatura, anzi Wojtyla solo alla fine del ’79, tre anni dopo il golpe, si degnò di ricordare i desaparecidos (di cui 297 erano italiani), dopo aver a lungo rifiutato le richieste di udienza da parte delle madri (mentre non si faceva scrupolo di ricevere i buoni cattolici Videla e Massera). E nel 1987 strinse la mano a Pinochet! D’altra parte lo stesso Andreotti ancora nel 2001 ebbe a dire che non sapeva nulla di quel massacro.