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15 commenti

  • agbiuso

    Agosto 3, 2013

    L’eversore col cerone
    di Antonio Padellaro

    Siamo ormai all’aperto ricatto nei confronti del presidente della Repubblica, alle minacce contro il moribondo governo Letta, all’eversione nei confronti di un potere dello Stato quale la magistratura.

    Come definire altrimenti l’adunata di ieri pomeriggio dei parlamentari del Pdl, al termine della quale i capigruppo Schifani e Brunetta (uno indagato per mafia e l’altro noto soprattutto per l’imitazione di Crozza) hanno annunciato la salita al Quirinale per chiedere a Napolitano un provvedimento di grazia a favore del delinquente Silvio Berlusconi.

    Che non è un insulto gratuito scagliato da questo giornale contro il miliardario di Arcore, bensì la definizione espressa, confermata e ribadita nei tre gradi di giudizio del processo Mediaset riguardo al soggetto in questione, di cui “va considerata – scrivono i giudici – la particolare capacità a delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno delittuoso”.

    Dunque, deputati e senatori del Pdl rimettono nelle mani del loro datore di lavoro il mandato parlamentare, ricevuto del resto come una livrea da restituire ben stirata, affinché il condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale con sentenza definitiva ne faccio l’uso che più gli aggrada. Qui, per cupidigia di servilismo, la funzione parlamentare viene stesa ai piedi del delinquente, il quale mostrandosi alle folle con il cerone del martirio invita piagnucolando i sottoposti ad agire “non per me ma per il bene del Paese”.

    Una recita di quart’ordine, se il prezzo del ricatto non fosse: o la grazia al delinquente o facciamo cadere il governo e trasciniamo l’Italia verso scenari da incubo.

    Subito il Colle ha fatto sapere che il provvedimento di clemenza non può essere richiesto da due capigruppo. Una risposta si spera puramente sarcastica, come lo fu il comunicato del Quirinale quando il direttore di Libero, Belpietro, parlò di una trattativa per graziare B. nel caso di condanna definitiva. Fece rispondere Napolitano che “queste speculazioni su provvedimenti di competenza del capo dello Stato in un futuro indeterminato” erano “un segno di analfabetisIlmo e sguaiatezza istituzionale”.

    Ora che il futuro è diventato presente, possiamo solo aspettarci che ai ricatti eversivi si sappia dare la più adeguata risposta e si chiamino i carabinieri per l’esecuzione della sentenza.

    Il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2013

  • agbiuso

    Agosto 2, 2013

    Antonio Padellaro
    Il Fatto Quotidiano, 1 agosto 2013

    “La condanna di Silvio Berlusconi per il reato gravissimo di frode fiscale ha tre immediate conseguenze.

    Primo: dopo vent’anni di scorciatoie, minacce, forzature e vergognose leggi ad personam l’uomo di Arcore è incappato in una sentenza definitiva: da questa sera è tecnicamente un pregiudicato che entro sei mesi o giù di lì dovrà scontare una pena detentiva, arresti domiciliari o servizi sociali. Per la prima volta l’articolo 3 della Costituzione viene attuato completamente: la legge è uguale per tutti compreso il miliardario di Arcore.

    Secondo: le conseguenze politiche di questa sentenza storica sembrano inevitabili: le grandi intese vanno in pezzi e il governo potrà anche sopravvivere per un po’ ma sarà come un morto che cammina.

    Terzo: ora per lorsignori diventa più difficile stracciare la Costituzione. Un partito guidato da un pregiudicato non può accostarsi per stravolgerla alla Carta fondamentale della Repubblica. E se quelli del Pd che in queste ore si nascondono dietro i berluscones non vorranno capirlo saranno travolti da una valanga di firme. Sotto l’appello del Fatto stasera sono già 200mila ma possiamo rapidamente arrivare a 500mila.

    Forza, dimostriamo che la democrazia dei cittadini è più forte del regime dei pregiudicati.

    Firma l’appello
    =============

    Fonte: Sentenza Mediaset: le prime tre conseguenze della condanna

  • Biuso

    Agosto 1, 2013

    “Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989. Il Muro divise la Germania per 28 anni.
    L’evasore conclamato, l’amico dei mafiosi, il piduista tessera 1816 ha inquinato, corrotto, paralizzato la politica italiana per 21 anni, dalla sua discesa in campo nel 1993 per evitare il fallimento e il carcere.
    Un muro d’Italia che ci ha separato dalla democrazia. Oggi questo muro, da tempo un simulacro, un’illusione ottica, tenuto in vita dagli effetti speciali dei giornali e della televisione, è caduto. Chi piangerà Berlusconi? Non i suoi che, come tutti i servi, cercheranno subito un altro padrone. E’ nella loro natura. Craxi fu subito dimenticato mentre il suo tesoriere Amato divenne presidente del Consiglio (sic). Mussolini venne appeso a piazzale Loreto, ma la nomenclatura fascista entrò in massa nella democrazia cristiana. Chi è abituato a servire, cambia velocemente. I peggiori nemici di chi cade sono i suoi ex compagni. Giuda ha fatto scuola.
    Invece, si vestiranno a lutto i suoi finti oppositori, che hanno lucrato sulla sua figura. Se non fosse esistito il Pdl, non sarebbe nato neppure il suo doppio, il pdmenoelle. Lo piangeranno i Violante, i D’Alema, le Finocchiaro, i Bersani, i Veltroni, i Fassino che lo hanno tanto amato e a cui devono la loro fortuna. Per il pdmenoelle Berlusconi ha rappresentato l’assicurazione sulla vita, il malloppo elettorale. L’unico programma del pdmenoelle è stato quello di smacchiare il giaguaro per poi divorare insieme a lui l’Italia. Il pdmenoelle è oggi senza stampelle, senza maschera, senza rete, senza l’amico di sempre. “Ah, Berluscò, ricordati degli amici” e lui, gli va riconosciuto, si è sempre ricordato di loro. Berlusconi ha avuto l’intuizione e la capacità di scegliersi i cosiddetti nemici, di allevarli e sostenerli. Sono stati per decenni la sua polizza sulla vita. E ora? Che ne sarà di loro? Dei vedovi di Berlusconi? Degli orfani di mille leggi vergogna votate insieme? Come potranno sopravvivere senza un falso nemico, buono da combattere solo in campagna elettorale per lucrare voti? Un muro è crollato, ma altri devono ancora cadere”.

    Fonte: Berlusconi è morto. Viva Berlusconi!

  • agbiuso

    Ottobre 29, 2012

    Su questo maledetto e sempre pericoloso moribondo -liftato più di una vecchia prostituta- bisogna proprio ridere.

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    C’era un cinese in coma
    di Marco Travaglio

    Sventuratamente i discepoli dell’Università delle Libertà, ma anche gli infermi del Sudan e i calciatori del Milan devono portare pazienza: il Cainano, o quel che ne resta, non potrà dedicarsi a loro a tempo pieno. Ancora una volta, quando ormai pensava solo agli ospedali, ai gol e all’erudizione dei (e soprattutto delle) giovani, un evento inaspettato – una sentenza attesa da appena 11 anni – lo colpisce in quanto ha di più caro – il portafogli e l’impunità – e lo costringe, a 76 anni suonati, a tornare a “modernizzare il Paese”.

    Però, beninteso, rinuncia a Palazzo Chigi (cioè al nulla: sta al 15%). Rimesso insieme alla bell’e meglio da truccatori e stuccatori, con la dentiera che fischia, una calotta marron sul capino e robusti tiranti dagli orecchi che gli regalano due simpatici occhi a mandorla facendolo somigliare a un cinese in coma, il pover’ometto ha riunito una corte di fedelissimi plaudenti e di camerieri a mezzo stampa nel bunker di villa Gernetto – sede dell’Università delle Libertà dove s’insegna furto con scasso, frode fiscale, abigeato e adescamento di minori – per l’ultimo sequel del cinepanettone “Natale in Brianza”. Intanto, e non è cosa da poco, ha dichiarato guerra alla Germania. Poi ha dato il benservito a Monti, che una campagna di stampa diffamatoria insinuava fosse appoggiato anche da lui (le penne rosse gli fecero persino dire: “Monti l’ho inventato io”).

    Il noto infiltrato Ferrara, sempre sulla notizia, giurava che lui avesse sposato l’Agenda Monti e passato il testimone al Prof. Invece il governo tecnico è servo della Merkel, ha “sospeso la democrazia” e ci ha sprofondati in una “spirale recessiva senza fine” dopo anni di opulenta prosperità: dunque prima se ne va e meglio è, “ora vediamo se levargli subito la fiducia” o lasciarlo marcire ancora un po’, tanto è quasi scaduto. Ma non s’azzardi a rimettere il naso fuori, chiusa “la parentesi”. Assenti e prevedibilmente attoniti Angelino Jolie e Frattini Dry, che speravano di salvarsi dalla disfatta finale a bordo di Monti, Passera, Marcegaglia e Montezemolo.

    Presente, ma per sbaglio, l’afasica Gelmini, illuminata dagli sfavillii luciferini delle evabraun de noantri, Brambilla e Santanchè, e del nibelungico Sigfried Ghedini. Molti applausi per le traduzioni colte delle massime latine (“sui treni c’è sempre un prefetto”, “tutto capita nelle sentenze”) e soprattutto per la lezione di storia su Hitler che subentrò “alla Repubblica di Weimar nel 1921-23” (era dieci anni dopo, ma fa lo stesso). Ma il pezzo forte è l’economia: “gli spread” sono colpa “dei giornali e di un preciso disegno delle banche tedesche” al soldo della Merkel, che pretendeva financo di non calcolare nel Pil italiano il “sommerso”, i fondi neri a cui lui modestamente contribuisce da 30 anni. La nostra, grazie a lui, resta “la seconda economia più solida d’Europa”: la gente è ricca sfondata, ma non consuma perché non può spendere più di mille euro in contanti (“terribile barbarie”) ed è preda del “regime di polizia tributaria”, delle “estorsioni del fisco”, della “Magistratocrazia”.

    Ma soprattutto perché le aziende “fanno meno pubblicità ai prodotti di marca”. Dunque non resta che concentrarsi sui veri problemi del Paese: tipo il fatto che “non si può più usare il telefono”. Ergo urge la separazione “anche fisica” (a filo di spada) dei giudici dai pm, onde evitare “che si passino la Repubblica o il Fatto Quotidiano al bar”. E la riforma della Costituzione per abolire, nell’ordine: l’Agenzia delle Entrate (perseguita gli evasori in Porsche), l’Imu (peraltro inventata dal suo governo), il Parlamento, la Corte costituzionale, i piccoli partiti e gli elettori che li votano precludendogli il 51%, la custodia cautelare e le intercettazioni (almeno per lui), forse il capo dello Stato (fa solo “weekend operosi”), sicuramente la Germania. L’Agenda Morti.

    Il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2012

  • Paolina Campo

    Novembre 13, 2011

    La filosofia ci fa dono della riflessione e quindi della speranza di riuscire ad aprirsi al mondo con attenzione e rispetto. La mia è una passione che coltivo da sempre, anche se mi riconosco tantissime lacune. In-utile: definizione precisa di ciò che la filosofia è. Utile a sè stessa, al pensiero che continuamente si evolve e partecipa della vita attivamente. Spero di non avere confuso quella definizione così importante. Ma so di essere nel posto giusto per essere corretta.

  • Andrea Tavano

    Novembre 13, 2011

    Archiviata la stagione agonizzante del berlusconismo, quello che rimane – almeno per me – è un sostanziale abbrutimento della nostra nazione, persino nell’animo, che forse è la cosa che dispiace di più. In mutande, senza prospettive, sulle macerie di stanche ideologie che – sia a destra che a sinistra – hanno miseramente FALLITO. E tristi teatrini si perpetuano sui media anche stasera, a riprova che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita. Adesso, da queste macerie, ci dicono che un salvatore della patria con un illustre curriculum di stampo neoliberista, è un passaggio ineludibile. Ma poi hai sempre il presagio che queste misure fiscali impopolari e queste lacrime e sangue saranno versate sempre dai soliti noti. Stasera si ci è giustamente lasciati andare alla festa, e si festeggi, ne abbiamo ben donde. Ma domani, al risveglio, rimangono i disastri di 17 anni di governi di Seconda Repubblica sul piatto, lì immobili a fissarci. Per tutti loro membri della casta delle meraviglie, la probabile rielezione o lo smistamento in altre lobby di potere, in altri affaracci loschi, altre prebende, clientele, zozzerie di neppure lontana memoria. E allora, grazie del suo passo indietro – o di lato – signor presidente, grazie davvero per la pervicacia con cui è rimasto attaccato così bene alla poltrona in questi anni, grazie per averci regalato nonostante la crisi che negava così bene, un futuro radioso e pieno di prospettive (sic!). Grazie per l’affetto dei suoi epiteti contro le donne, i gay, i suoi avversari politici, l’intelligenza umana, la scuola, la Costituzione. Grazie per aver smantellato le tutele, per aver precarizzato la vita di milioni di giovani, per aver offeso la dignità delle istituzioni con le sue mignottate costanti. Grazie anche per i suoi cucù, le sue minorenni, le sue corna, le sue barzellette sconce e il suo bungabunga, le sue ministre tanto incompetenti quanto carine e per i suoi ministri tanto brutti quanto idioti. Grazie per centinaia di comizi a reti unificate, all’abnorme conflitto di interesse, grazie anche per la neppure velata demagogia che la contraddistingue(va), per il Grande Fratello ed Emilio Fede, per il casting permanente ai provini dell’ignoranza, per rinuncia alla meritocrazia e per la fuga costante dei nostri migliori uomini, grazie per la considerazione eccezionale che all’estero hanno di questo paese dopo i suoi sforzi eccelsi e infine per averci avvilito e averci fatto smettere di credere che un futuro migliore è possibile. Nonostante tutto e con mille incognite, sapremo rialzare la testa. La primavera italiana (in anticipo) è davvero iniziata? … Who knows?

  • diegob

    Novembre 12, 2011

    Penso che se si studiasse di più la filosofia , incominciando seriamente dalle scuole medie inferiori, forse un giorno avremmo in politica degli uomini più coerenti verso il prossimo.

    sì, caro filippo, e ti posso dire che avverto intorno a me, una certa «sete» di filosofia

    come tu sai io non sono che un filosofo dilettante, dotato più di lacune che di conoscenze, ma, nonostante ciò, alcuni amici, persone di buona sensibilità e d’animo non banale, ma che non si sono imbattuti mai nella filosofia, mi chiedono spesso «da dove partire» con la filosofia, perchè mi dicono «sento che è la strada giusta»

    probabilmente c’è qualcosa nello strato nobile degli animi, già predisposto ad un pensiero libero, umano, autentico

    ricordo mio nonno, un marinaio che girava il mondo, e mi raccontava che nelle più sperdute bettole dei porti d’oriente, quando incontrava un altro marinaio, si davano subito del tu, percepivano quel senso di amicizia che sta nel cuore dell’uomo

    l’uomo non è buono per natura, ma sicuramente ha un innato desiderio di dialogo autentico, non stretto nella morsa dei rapporti commerciali, e la filosofia è una risposta, anche migliore della religione, perchè depurata d’ogni dogma da accettare

  • Roberto Battaglia

    Novembre 12, 2011

    Caro Prof.Biuso le suggerisco la visione di questo video che rappresenta lo “show” tenuto dal grande Roberto Benigni al Parlamento Europeo, che sicuramente lei già conoscerà:

    Il video non risolverà di certo tutti i problemi in questa discussione sollevati, ma quanto meno proverà a sollevarle un po il morale e a scacciare via questo sapore amaro dalla bocca, questo sentimento misto di rabbia e disgusto che attanaglia me e credo anche lei.

    A me il video ha lasciato un sorriso in bocca e la soddisfazione di aver fatto capire all’Europa, ma anche al mondo intero, che esiste in Italia gente valida, cittadini che non hanno nulla a che fare con un (ex)premier che in tutti questi anni ha solo fatto ridere tutto il mondo e ci ha fatti passare tutti come stupidi burattini alle sue dipendenze.

    ..rivedere questo video più volte lo considero un toccasana!

  • filippo scuderi

    Novembre 12, 2011

    Penso che se si studiasse di più la filosofia , incominciando seriamente dalle scuole medie inferiori, forse un giorno avremmo in politica degli uomini più coerenti verso il prossimo.
    BREVE TRATTATO SU DIO, L’UOMO E LA SUA FELICITA’
    BARUCH SPINOZA
    SANSONI-FIRENZE
    CAPITOLO XII pp. 82,83
    L’ONORE, LA VERGOGNA E L’IMPUDENZA
    L’onore è una certa specie di gioia, che l’uomo avverte in se stesso, quando vede i suoi atti lodati e apprezzati dagli altri uomini, senza alcuna speranza di lucro o di utilità. La vergogna è una certa specie di tristezza che nasce nell’uomo quando vede le sue azioni biasimate da altri, senza che essi temano danno o disagio.
    L’impudenza è la mancanza o il rigetto della vergogna, non per motivi razionali, ma o per ignoranza,-come presso gli infanti e i selvaggi-, o perché un uomo , dagli altri tenuto in grande disprezzo, finisce col disprezzare, egli stesso, ogni cosa senza alcuno scrupolo.
    Una volta conosciute queste passioni, noi sappiamo, per loro mezzo, il vuoto e l’imperfezione che esse hanno in loro.
    Per quanto riguarda l’onore e la vergogna, queste passioni non solo sono inutili, ma anche, poiché riposano sull’amore di sé e sull’opinione che l’uomo è la prima causa delle sue azioni e merita l’elogio o il biasimo, sono funeste e sono degne d’essere respinte.
    Non dico che tra gli uomini bisogna vivere come si vivrebbe da loro appartati, perché qui non vi sarebbe posto né per l’onore né per la vergogna, ma ammetto, al contrario, che non solamente ci è permesso di fare uso di queste passioni, quando possiamo impiegarle per utilità del nostro prossimo e per suo emendamento, ma anche che, a questo effetto, noi possiamo restringere la nostra libertà, -la libertà perfetta e permessa . Per esempio, se qualcuno si abbiglia lussuosamente per farsi ammirare, egli ricerca un onore che ha la sua origine nell’amore di sé, senza alcuna preoccupazione per il suo prossimo. Ma se uno vede la sua saggezza, per la quale potrebbe essere utile al suo prossimo, tenuta a sdegno e vilipesa, perché egli indossa un vestito modesto, avrà ragione, se vuole soccorrere gli altri uomini, di preferire un vestito che non offenda gli occhi, e di rendersi simile al suo prossimo per procacciarsi la sua benevolenza.
    Quando all’impudenza, essa è di tale natura che noi abbisogniamo solo della sua definizione, per vederne le manchevolezze.
    Ps
    Grazie per il Vs tempo che mi avete dedicato , grazie al Prof. Biuso.

  • diegob

    Novembre 11, 2011

    io penso, caro filippo, che nell’aspirare al miglioramento della condizione di una società, di un contesto collettivo organizzato, è utile andar per gradi

    per esser chiari, avere un governo di persone oneste è il primo gradino di questa scala ideale, poi il secondo avere un governo di persone oneste e competenti, poi si sale ancora con un governo di persone oneste, competenti, animate da un sincero amore per la giustizia sociale, infine, sul gradino più alto, un governo di persone oneste, competenti, che hanno a cuore la giustizia sociale, e che amano la cultura e il sapere

    siccome siamo ancora sotto al primo gradino, se per caso si salisse al primo gradino sarebbe già un sollievo

  • Gabriele Felice

    Novembre 10, 2011

    Il tuo,caro Filippo, è un quesito al quale non so rispondere. Mi chiedo spesso se il Futuro sia sempre apparso così oscuro e indecifrabile o se sia la superficialità con cui si guarda il Presente a renderlo tale. Mi chiedo anche come sia possibile che un masnadiere che ha messo in ginocchio un intero paese, che ha derubato e umiliato un intero paese, possa avere ancora un così ampio seguito. Significa che la maggior parte degli italiani è in realtà un’accozzaglia di idioti masochisti? Forse sono loro “La Vera Italia” e noi l’anomalia del sistema. Forse, semplicemente, la gente “per bene” non dovrebbe vivere qui ma da un’altra parte perchè l’Italia non è un paese “per bene”. Ma non credo sia così, anzi sono certo che non sia così, siamo NOI “La Vera Italia” e LORO l’anomalia, il virus e a NOI spetta il compito di debellarlo. Questo è il nostro ORA, quanto al domani “al momento non vedo nessuno spiraglio” ma non può piovere per sempre.

  • filippo scuderi

    Novembre 9, 2011

    “al momento non vedo nessuno spiraglio di luce”

    Ma al dire il vero è da anni che brancoliamo nel buio , ma questa luce che tanto aspettiamo , di che luce è fatta? Quale spiraglio di luce ci può illuminare al tal punto da dimenticare tutti questi anni di buio , usciamo dal tunnel e fuori piove, chi sono questi politici che ci possono aspettare con l’ombrello aperto, per ripararci da tutto ciò che ci sta piovendo addosso, speriamo bene .

    “al momento non vedo nessuno spiraglio di luce”

  • agbiuso

    Novembre 9, 2011

    Sono impressionanti la lucidità e il pessimismo di persone così giovani come Tavano e Felice.
    Il malnato non è ancora finito, sono perfettamente d’accordo. Anche per questo bisogna contribuire ad abbatterlo con un’onda di disprezzo che tocchi sino in fondo la sua “persona narcissica e la sua facciazza”, come direbbe Gadda.
    Non condivido il giudizio secondo cui qualcuno sarebbe peggiore. Per il semplice motivo che nessuno in Italia possiede il potere mediatico, il carisma, il danaro, l’arroganza e la dismisura di questa entità malvagia.

  • Gabriele Felice

    Novembre 9, 2011

    Festeggiare mi sembra ancora prematuro: il drago non è ancora morto. Quello che più mi atterisce è che questo volgare subumano non avrà mai la punizione che gli spetta, le sue dimissioni sono una magra consolazione dato che sarà ancora in grado di avvelenare, manipolare, corrompere con i suoi strumenti mediatici; di utilizzare i frutti delle sue scelleratezze per compiere altre infamie.
    Non dimentichiamo, inoltre, che un’alta percentuale di italiani è dalla sua parte, approva il suo stile e lo ritiene vittima di un sistema giudiziario “corrotto e di parte”; che non c’è un’opposizione in grado di riassestare un paese vicino alla catastrofe, che i candidati alla successione del “Cavaliere” (Alfano, Schifani, ecc.) sono addirittura peggiori.

    Al momento non vedo nessuno spiraglio di luce.

  • Andrea Tavano

    Novembre 9, 2011

    Ci ha tirati dentro il baratro. Qualunque cosa decideranno di fare siamo troppo compromessi per risollevarci. Non so più che pensare..

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