Il 3 giugno 2011 avrebbe dovuto tenersi una partita di calcio tra le squadre femminili di Giordania e Iran. Le calciatrici persiane, però, hanno indossato lo hijab, una tenuta che copre l’intero corpo. La FIFA (l’organismo che governa il calcio mondiale) ha per questo annullato la partita, ha dato la vittoria alla Giordania e ha dunque escluso le ragazze iraniane dalle Olimpiadi di Londra del 2012. Decisione che reputo molto grave e discriminatoria, anche perché la federazione iraniana aveva cercato un compromesso rispetto alle richieste della FIFA. Risibile, poi, la motivazione per la quale durante le partite sono vietati abbigliamento e comportamenti che facciano riferimento a credenze religiose o politiche. Bisognerebbe, infatti, proibire anche il gesto del farsi la croce che alcuni calciatori mettono in atto all’inizio di una partita o dopo aver realizzato una rete.
Va detto, tuttavia, che un episodio come questo conferma la fobia della fede musulmana nei confronti del corpo femminile. Il monoteismo islamico è nel suo sviluppo storico la più estrema forma di negazione del piacere, della bellezza, della vita nella sua potenza corporea. Se si confronta l’Afrodite Callipigia (dal bel sedere) dei pagani -la quale solleva la propria veste in un gesto di divertita conquista- con il divieto ossessivo imposto alle donne islamiche di mostrare la propria pelle, si comprende quale nichilismo antierotico esprimano il Corano e il suo predecessore, il libro degli ebrei e dei cristiani.
- Tags:
- Afrodite Callipigia,
- calcio,
- corpo,
- donna,
- erotismo,
- Iran,
- islam,
- monoteismo,
- Paganesimo
5 commenti
Clara Brentano
D’accordo, ovvio che è sessuofobico, ma il problema va evidentemente oltre l’Islam: la Giordania non è mica buddista…
agbiuso
Certo, la sessuofobia è anche -e molto- cristiana, come si evince, tra numerosi altri miei interventi sul tema, da un commento che ho pubblicato il 3.10.2018 e che si trova dunque qui sotto.
agbiuso
«Una statua di Afrodite nuda era, come scrisse uno storico cristiano disgustato, ‘più svergognata di qualsiasi prostituta in piedi di fronte a un postribolo’ -e, come una prostituta, Afrodite con i suoi glutei sodi e il suo seno prosperoso, poteva eccitare il demone della lussuria nell’anima dei passanti. Un rischio neutralizzato dalla croce incisa sulla faccia, dagli occhi devastati e dal naso spaccato»
(Catherine Nixey, Nel nome della Croce. La distruzione cristiana del mondo classico, Bollati Boringhieri 2018, p. 144).
agbiuso
L’Islam è irredimibile nella sua perversa negazione della bellezza dei corpi, persino di quella degli occhi –soltanto degli occhi– di una donna.
E tutto questo non avviene in uno dei Paesi musulmani messi a ferro e fuoco dagli Usa e dai loro servi con la motivazione, tra le altre, di “liberare le donne”. Avviene in Arabia Saudita, uno dei più fedeli alleati dell’Occidente americanista. Le donne saudite non meritano di essere affrancate dall’ “estremismo islamista”? Ipocriti guerrafondai.
Grazia lucia
Prof. Biuso concordo pienamente con lei.
Trovo ingiusto che le ragaze iraniane abbiano dovuto rinunciare alla realizzazione di un “sogno” per simili motivi.
Penso anch’io che l’episodio del 3 giugno sia la conferma di una fobia della fede musulmana. Il corpo é il mezzo per eccellenza di conoscenza del mondo sul quale viene a proiettarsi la storia di ciascuno. Essere costretti a nasconderlo significa rinunciare a vivere totalmente.