di Battisti-Mogol
da Una giornata uggiosa (1980)
«Se è il caso lottare, più spesso lasciare.
Saper aspettare chi viene e chi va.
E non affondare se si può in nessuna passione
cercando di ripartire, qualcosa accadrà.
[…]
Non temere la notte, non temere la notte,
però amando più il giorno
e partir senza mai pensare a un sicuro ritorno.
[…]
E inventare la vita, una vita viva, una vita viva»
Un programma di vita stoico-spinoziano, questo di Battisti-Mogol, che condivido pienamente: «Nec ridere, neque lugere, neque detestari, sed intelligere» (Ethica, prefazione alla terza parte; Trattato politico, cap. I, § IV).
E in questa comprensione inventare la vita.
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4 commenti
agbiuso
@ Paolina Campo
Sono sempre grato agli studenti per l’attenzione con la quale mi seguono e per la memoria che conservano delle lezioni. Come ho detto stamattina ai ragazzi che hanno frequentato il corso di FdM di quest’anno, se una lezione funziona dipende sì da chi la tiene ma anche -e molto- dall’attenzione e dalla partecipazione di chi ascolta.
Grazie, dunque, a Paolina Campo.
Paolina Campo
Ricordo una sua frase, professore Biuso, una frase che mi è rimasta impressa e che sottolinea in maniera forte il significato di una vita viva. “La morte esiste, arriva. L’importante è che ci trovi vivi!”
agbiuso
Caro Diego, certo che esiste una «vita non viva» ed è quella alla quale probabilmente pensava Nietzsche quando scrisse che «non tutti quelli che muoiono nascono anche» (Umano, troppo umano II, Il viandante e la sua ombra, af. 58).
Ricordandomi del suo intervento a proposito delle citazioni nietzscheane, spero che non me ne voglia 🙂
diegob
caro prof. biuso, in effetti affermare che esiste una «vita viva» vuol dire che esiste anche una «vita non viva»
ma è chiaro che qui ci si riferisce ad un processo d’esperienza e non all’incedere «automatico» dei processi biochimici