È uscito il numero 11 di Vita pensata, Rivista mensile di filosofia
Indice del numero di maggio 2011 (in formato pdf)
[Miei contributi]
Editoriale: Etica e retorica (con Giusy Randazzo), p. 4
Arcimboldo, pp. 32-33
Habemus Papam, pp. 36-37
L’amore, la guerra, pp. 42-43
Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia, pp. 46-47
Il ministro della Muraglia, pp. 52-53
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6 commenti
agbiuso
@Paolina Campo e diego b
Condivido l’apprezzamento per lo stile e per i pensieri di Giusy Randazzo e Giuseppe O. Longo. Credo che i due autori costituiscano la conferma del nesso tra scrittura ed etica, che questo numero di Vita pensata ha voluto affrontare non soltanto in maniera teorico-critica ma anche con degli esempi concreti di una testualità capace di descrivere con limpidezza il mondo.
Grazie ai lettori che riconoscono il senso di questo impegno.
diego b
mi permetto un commento al magistrale racconto «il museo del mare» del prof. longo
il luogo onirico del museo, la presenza potente ed oscura della vita nelle molte forme, la stessa collocazione sotterranea, sono la chiave del racconto;
come anche la collocazione in un posto di mare all’estremo, su un mare aperto, infinito;
lo spazio e il tempo, lo spazio del mare e il tempo delle vite arcaiche del mondo acquatico, sono il contenitore dell’esperienza di lettura; il corpo, il corpo «proprio» perde valore rispetto a questo naufragio, a questo perdersi; Longo ha una scrittura elegante, di sottile angoscia e soprattutto cosmica (non mi viene altro aggettivo); «Vita Pensata» ospita anche letteratura di classe, non c’è che dire
Paolina Campo
Leggo sempre delle belle pagine su “Vita Pensata”.La scrittura riesce a rendere una profondità ed una completezza di ciò che noi siamo, a volte difficilmente percepibile nel linguaggio orale. Apprezzo molto le pagine della professoressa Giusy Randazzo e seguo con interesse il suo sito.
La leggerezza che può dare un testo scritto bene è ineguagliabile. Dico “leggerezza” per riferirmi a quella capacità di riuscire a spazzare via, almeno per un pò, quella pesantezza descritta da lei, professore Biuso, nella recenzione a “1984”.
Certo, difficilmente potrei considerarmi al “plurale” e questo non dipende solo dalla mia impostazione di vita.
Credo che ci sono anche donne che vivrebbero certe situazioni con grande confusione ed agitazione.
Vivo la mia vita soprattutto scoprendo ogni giorno che riesco ancora ad entusiasmarmi per ciò che sento dentro di me quando leggo qualcosa che mi piace, quando guardo il mare, quando guardo gli occhi di chi mi sta vicino. Caparbiamente attaccata ad emozioni che forse sono superate, che forse appartengono ad un passato che altrettanto caparbiamente vive in me, trovo molto interessanti le affermazioni di Habermas. Credo, inoltre, che la sua “continua esigenza di apertura e confronto” trova grande significato nelle opere di Arcimboldo: siamo fatti di così tante cose, la nostra vita è così ricca di significati diversi che sarebbe impossibile pensarci tutti allo stesso modo. Leopardi, oltre la siepe, vedeva l’infinito. Un infinito di cui siamo essenzialmente costituiti.
Grazie sempre per gli spunti di riflessione che ogni volta ci offre.
diego b
grazie prof. biuso, troppo buono
intanto dall’articolo di marta cristofanini, vorrei sottolineare questa frase che mi ha colpito:
L’oscuro, tormentato, sacrissimo lato dionisiaco è oggi afflitto dal peggiore dei mali (in senso artistico, si capisce): la condiscendenza. Il prego-si-accomodi-e-buon-divertimento.
niente male, per ragionare di cosa sia, o possa essere, il teatro e, in generale, il mettere in scena un’idea
agbiuso
Lei è un eccellente nuotatore, caro Diego. Lo testimonia anche la sua recensione pubblicata in questo numero di Vita pensata, che da animalista quale sono mi è piaciuta davvero molto.
diegob
La scrittura non è soltanto segno che dice, ma linguaggio che vive riflettendo su se stesso.
questa sola frase basta per pensarci su due o tre mesi, caro prof. Biuso, a cominciare dalla parolina vive, verbo incredibilmente sfuggente nel suo significato più profondo
bene, come il nuotatore fiducioso ma conscio della lunghezza del braccio di mare, si tuffa per raggiungere uno scoglio lontano, così io, lettore, mi tuffo in «vita pensata», sperando di non annegare: in queste pagine a commento chiederò mi sia lanciato un salvagente, in caso di difficoltà…