Bocca di Rosa
di Fabrizio De André
nella versione di Peppe Barra, dall’album In concerto (2009)
Al primo ascolto, questa versione di una delle più celebri canzoni di De André potrà forse sconcertare. Credo, tuttavia, che Peppe Barra abbia saputo cogliere e far vibrare la pietà profonda, l’ironia e la forza liberatrice del canto.
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6 commenti
agbiuso
Sono contento che questo brano piaccia ai miei amici.
Grazie per i vostri commenti e per le analisi.
Gabriele Felice
Buonasera prof.,
Ho ascoltato la versione di “Bocca di rosa” di Peppe Barra confrontandola con l’originale di Fabrizio De Andrè e con la versione live del grandissimo cantautore genovese al fianco della PFM: l’arrangiamento di Peppe Barra è davvero molto originale, assolutamente lontano dalla “chanson” del primo De Andrè e dai “barocchismi” progressive della Premiata Forneria Marconi; bellissimo l’intro misterioso e soffuso del basso, il suono “tagliente” del violino che si incastra perfettamente con la semplice ritmica della chitarra e il sottofondo sussurrato delle tastiere. Credo, tuttavia, che la genialità di questa versione sia dovuta più alle grandi capacità canore e attoriali di Peppe Barra che all’arrangiamento musicale tout-court: è lui in realtà a dettare le dinamiche ritmiche, a far crescere e decrescere il pezzo (aiutato dalla teatralità e dall’intensità del dialetto napoletano), a catturare ed emozionare l’ascoltatore narrando, per la prima volta, le peripezie della più famosa prostituta della canzone italiana in prima persona (nella versione originale si parla di bocca di rosa in terza persona).
Superato lo shock del primo ascolto ci si rende conto di avere tra le mani un autentico gioiello musicale.
La ringrazio per l’occassione d’ascolto concessami
A presto,
Gabriele Felice
alessandra tigano
Grazie! Un’interpretazione sentita e vibrante, solo un’artista può essere capace di trasmetterla in questo modo …
amelia
Incredibile come Barra sia riuscito a tradurre nella più pura napoletaneità il testo di De André cogliendone il senso più profondo e più universalmente umano.
Andrea T.
quoto Diego.
diegob
caro prof. biuso, io non sono un competente di musica, ma ho una certezza: la buona musica viaggia da un artista all’altro, da un ambiente culturale all’altro, e tanto più è bella, tanto più sa rinascere in esecuzioni e contesti diversi
la musica valida si nutre dei musicisti che attraversa