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Savinio, il greco

Alberto Savinio.
La commedia dell’arte

Milano – Palazzo Reale
A cura di Vincenzo Trione
Sino al 12 giugno 2011

Essere greci ed essere ora. Sentire in sé la radice sempre nuova di una forza indistruttibile e inventata. Oltrepassare gli ambiti, le distinzioni, gli specialismi e saper toccare con la propria arte la scrittura, il teatro, la pittura. Essere Savinio, insomma. Che vuol dire sognare il sonno di Achille, attraversare gli stretti guardati dall’occhio del Ciclope, sentire il fulmine e lo schianto che arrivano su Gomorra, nutrire la calma felicità dei filosofi, abbracciare Angelica e animalizzarsi con lei, trascorrere per infinite metamorfosi come accade nel sonno e nel mito, ergersi a Prometeo e far rivivere Edipo nel teatro e nella città, dare all’architettura la profonda lievità del mito. Tutto questo è stato quel rêve du poète che è l’arte di Alberto Savinio, quella forma della vita e della gioia della quale scrisse che «porta in sé il ricordo del paradiso perduto ma insieme porta la promessa del paradiso ritrovato».

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