Arcore o le 120 giornate di Sodoma
Non c’è nulla di politico se non nel significato radicale, nel senso della rivelazione di quale sia la natura più fonda del potere autoritario, che consiste -come Freud, Reich, Foucault hanno mostrato- in un complesso bisogno di possesso dei corpi. Quello che c’è di giudiziario è lampante (una sintesi si trova qui). Si tratta soprattutto di un caso clinico e antropologico. Clinico per il protagonista, che non è soltanto «un individuo dal losco passato e dal losco presente» (Barbara Spinelli) ma che è anche un soggetto evidentemente e gravemente malato, tecnicamente folle perché ormai del tutto fuori dalla realtà. Antropologico poiché una tale follia non potrebbe mantenere un individuo al potere se non ci fosse a sostenerlo il carattere di un intero popolo, una pletora di istituzioni, giornali, televisioni, chiese, gruppi e persone di varia natura e interessi. Un mondo, questo, che la visionarietà di Pasolini seppe descrivere nel più gelido e insostenibile dei suoi film. Certo, nulla è rimasto del tragico che intesse Salò. Degli escrementi è permaso soltanto il grottesco, ma esso è dilagato ovunque.
12 commenti
agbiuso
Un amico mi ha segnalato un altro breve e del tutto condivisibile commento su questo caso, nel quale si intrecciano in modo così plastico tanta ipocrisia, il bigottismo del politicamente corretto e l’arroganza dei potenti:
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Questo articolo ti è stato inviato da Dario attraverso il sito del giornale La Sicilia
La Sicilia
Mercoledì 27 Marzo 2013 Prima Pagina Pagina 1
AL MAESTRO
IRRIVERENTE
SI CONCEDA
UNA LICENZA
Tolleranza zero. Dopo sconcertanti anni in cui è stato concesso tutto a rappresentanti delle Istituzioni e dei Palazzi, oggi è tempo di mannaie. Guai a chi non misura le parole. Ma guai, soprattutto, sospettiamo, per chi sta un po’ per caso dentro quelle istituzioni e quei palazzi, cioè guai all’invasore. Pure quando l’intruso al gran ballo della politica, è uomo di cultura, personaggio di! grande profondità e sensibilità.
Così mal gliene incolse a Franco Battiato, assessore non politico e non politicante del governo Crocetta, che a Bruxelles si lasciò sfuggire un “ci sono troie in Parlamento che farebbero di tutto”. Concetto chiarissimo, che si sarebbe potuto esprimere sotto altra forma, lasciando inalterata la sostanza. Infelice l’espressione, allora, ma da questa valutazione rigorosa di personaggi che non hanno ancora smesso di celebrare i fasti decadenti di una casta volgare composta in buona parte da nani, ballerine, personaggi di dubbia morale e pessimo stile, a crocifiggere Battiato ce ne passa. Perché solo all’artista dovrebbe essere riconosciuta la libertà di esagerare, per esser chiaro e diretto, e non ipocrita e sdrucciolevole come chi fa politica per professione.
Battiato richiede la licenza perché ha deciso di spendersi per la sua terra. Gratuitamente. Ha detto sì, corteggiato e sedotto dalla fascinazione politico-mediatica di Crocetta, s’è caricato l’impegno, insostenibile per l’artista, ! dicendo, prima di cominciare, che lui con i politici non voleva avere niente a che spartire. Abbiamo accettato il Maestro irriverente quel giorno, sapendo che la genialità richiede o impone licenze poetiche. Perciò stupisce assistere alla lapidazione, da parte di chi ha tollerato personaggi grotteschi, taluni insulsi, molti che non solo hanno demolito l’immagine delle donne, degli uomini e del Parlamento, ma il Paese stesso. Tolleranti ieri, feroci oggi sulle macerie materiali e morali di ciò che hanno lasciato. In preda a rigurgiti di buoni pensieri borghesi vomitati con durezza raramente vista. Raramente e forse mai.
27/03/2013
agbiuso
Un commento molto interessante di Rino Tripodi sul caso Battiato.
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Povero Battiato, «schiacciato dagli abusi» di genere
La solita canea bipartisan pseudofemminista ha fatto fuori un artista e una persona perbene che lavorava gratis per lo Stato
«Povera patria! / Schiacciata dagli abusi del potere / di gente infame, / che non sa cos’è il pudore» recitava nel 1991 Franco Battiato. A distanza di più di vent’anni la situazione è di molto peggiorata. E ha fatto una nuova vittima. Lo stesso musicista catanese.
Poche ore fa il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, l’ha destituito dall’incarico di assessore al Turismo della stessa Regione, incarico che, tra l’altro, Battiato svolgeva a titolo gratuito, avendo rifiutato il lauto compenso spettantegli. La sua colpa? Aver definito martedì 26 marzo, a Bruxelles, durante un incontro istituzionale presso il Parlamento europeo, «troie» i parlamentari italiani. Si è subito sollevata, come sempre avviene in questi casi, un’immonda canea bipartisan pseudofemminista. Tutte affratellate (anzi assorrellate): dalla Boldrini alla Santanchè, dalla Finocchiaro alla Mussolini, dalla Fornero alle deputate Pdl-Pd, finalmente unite, non nel governo da formare, ma nella lapidazione del nemico maschio. Per non mancare al festoso massacro, hanno scagliato su Battiato le proprie pesanti pietre anche deputati e senatori maschietti, sempre bipartisan. E si leggano i commenti sui giornali di stamattina: un’esecuzione sommaria da pare dei giornalisti più proni del mondo al potere. Quelli italiani.
A nulla è servito il successivo chiarimento dell’artista siciliano: «Mi riferivo a chi si vendeva, uomini e donne, nella scorsa legislatura». Ormai quella follia isterica che Wilhelm Reich definiva «peste emozionale» si era propagata come un incendio. Con l’odierno esito finale. Si è mai vista la cacciata immediata di un politico platealmente corrotto? Ma il reato di Battiato è peggiore di quello di corruzione, concussione, peculato, associazione mafiosa, ecc. È la colpa più grave prevista dal politically correct (vedi I tanti, troppi pregiudizi dei “progressisti” bigotti): la lesa maestà dei luoghi comuni, del “rispetto di genere” e altre simili sciocchezze. Eppure l’ormai ex assessore al Turismo della Sicilia ha detto quello che il 99% degli italiani onesti pensa.
Ma, nel regno dell’ipocrisia e degli inciuci, affermare ciò che è sotto gli occhi di tutti, vale a dire che “il re nudo”, è ancora quanto di peggio si possa fare. Del resto, solo ai bambini, ai pazzi e agli artisti forse – forse – dovrebbe essere lecito proclamare la verità. E Battiato è un artista. A nulla è valso che egli svolgesse il proprio incarico politico a titolo gratuito, senza stipendio, mentre nessuna/o delle accusatrici si è mai sognata di tagliarsi i circa 20.000 euro al mese (diverso il discorso dei parlamentari del Movimento cinque stelle, che si sono decurtati gli stipendi e, infatti, hanno taciuto). Nel linciaggio massmediatico, Battiato è stato degradato da musicista a «cantautore». Intanto, le corrotte restano al loro posto e le femministe generalmente tacciono. Su di loro.
«Quest’Italia – aveva affermato ieri il musicista a Bruxelles, quasi citando Povera patria – da una parte fa schifo, è inaccettabile, servi dei servi dei servi. Almeno noi siamo onesti, anche se io non m’intendo di politica». Appunto, Battiato è una persona perbene, un grande artista ed era altresì un assessore regionale onesto, ma non s’intende di politica, di ipocrisia, di politicamente corretto verso la lobby bipartisan femminile. Cacciato, dunque, a pedate, a furor di popolo e di veterofemminismo per aver usato la parola «troie». Ripetiamo: troie. Di regime. E, nonostante le speranze da noi espresse (Primavera italiana), «La primavera intanto tarda ad arrivare».
Rino Tripodi
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Fonte: LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013
agbiuso
È curioso anche questo fatto, che alle parole di Franco Battiato -“Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile, inaccettabile“- la presidente della Camera Boldrini risponda con indignazione per l’offesa rivolta al Parlamento.
Si tratta della stessa logica che spinge ad affermare che a offendere il Parlamento (o la Sicilia) sarebbero quanti dicono che dentro ci sono dei mafiosi invece che il fatto che dei mafiosi ci siano sia in Sicilia sia nel Parlamento.
Così, a offendere sarebbe Battiato e non il fatto che in questo e soprattutto nel precedente Parlamento Berlusconi abbia portato con sé degli sguatteri e delle “troie”, definizione peraltro tecnica.
Biuso
Come scriveva Paolo Flores D’Arcais qualche giorno fa, nessun giornale o tv aveva ripreso e commentato la notizia data dal Fatto quotidiano -e mai smentita- del pornosacrilegio di Berlusconi, con l’uso diciamo così improprio del crocifisso da parte di costui.
Ora il cardinale Bagnasco comincia a dire qualcosa ma è bene sapere quale tipo di azione ha finalmente indotto i vescovi italiani a un timido rimprovero verso il tizio che fa il primo ministro. Invito a leggere per intero l’articolo di Flores D’Arcais, il quale a proposito dei silenzi del Vaticano su b. parla giustamente di simonia.
anna
caro Alberto concodo ogni tua sillaba. Il caso del giorno (chissà domani…) travalica ogni nostra pessimistica previsione e quel che più preoccupa è la recente “immagine” di B -confezionata dalle sue difese- ci consegna un attempato “signore” incapace di discriminare. In termini crudi – a detta dell’on. avv. Ghedini – un vecchio nonno beota governa un Paese!
agbiuso
Cara illumination, il vero problema sarà ricostruire dalle macerie economiche nelle quali l’Italia è precipitata anche perché la “classe dirigente” riunita intorno al fallocefalo si preoccupa da tempo soltanto dei suoi piaceri privati.
Quello che una delle sue donne, Nicole Minetti, ha detto riferendolo a sé vale per l’intero corpo sociale:
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Io do le dimissioni, cioè sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco, ma a me non me ne frega niente. Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa. (Non voglio) litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello che ha fiducia in te. La politica è un casino. Cioè cade lui… cadiamo noi. A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice “Bene, me le sono levate dai coglioni” e lo stipendio lo paga lo Stato.
Non me ne fotte un cazzo. Se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido. Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza… quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere… visto che lui non mi ha chiamato… gli faccio prendere paura. Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate.
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Fonte: la Repubblica, 27 gennaio 2011
illumination
… e siamo alla fatidica domanda che rivolgono i bambini:che dobbiamo fare?
Tutto e niente.
Perché non tutti stiamo a guardare… ma la gran parte del popolo italiano,che “s’indigna” come noi,non ha a disposizione mezzi per fare qualcosa o non sa cosa fare!
I giovani hanno soprattutto bisogno di aiuto,Alberto,ma, a scuola,sede adatta per formali in tal senso,trovano dirigenti servi del potere corrotto e insegnanti oramai “malformati” a loro volta!
Non ne usciremo più.
Biuso
@Pino Mario
La ringrazio molto per il suo apprezzamento.
@Rita e Mario
Condivido ciò che scrivete. Il fatto gravissimo non è costituito dalla pazzia e dalla sex addiction di Berlusconi ma dall’accettazione passiva o attiva dei suoi comportamenti, uno dei cui effetti è la possibilità per i servizi segreti di tutto il mondo di ricattarlo o di ottenere informazioni riservate mettendogli nel letto e in casa delle donne. Donne che sono a volte anche parenti o fidanzate di camorristi, ragazze che vengono spinte dai loro stessi genitori a spennare il vecchio infoiato, donne che possiedono il numero di cellulare riservato e telefonano di continuo a B., anche quando è ricoverato in ospedale. E, se non risponde, esclamano “però cazzo non si fa così, se ti chiamo è perché ho bisogno, cioè” (da Il Fatto quotidiano di oggi, p. 5).
Quale capacità di concentrazione e di soluzione degli affari pubblici può conservare un politico che si trova in tali condizioni?
Hai ragione, Mario, a dire che tutto questo spiega anche come “fecero i tedeschi a non vedere i lager” ma con almeno una consistente differenza: la maggior parte dei tedeschi -la storiografia più avvertita lo ha chiarito- non sapeva dell’esistenza dei lager e di che cosa in essi accadesse; chi sia Berlusconi e che cosa faccia lo possono sapere tutti gli italiani, se non si limitano a farsi “informare” dalle televisioni di stile sovietico di proprietà del Berlusconi stesso.
mario
Acuta osservazione, io non sono un moralista in genere ma mi ci sento un po’, in effetti.
Ma il max della mia curiosità s’appunta ai libri di scuola su cui i figli di mia figlia (oggi 12enne) studieranno quest’epoca: la nuova Roma di Caligola? Del papa Borgia? Il Truman Show realizzato?
Come verrà interpretato il fatto che nonostante tutto ciò un italiano su 3, qua e là quasi 2, sono con lui? Non sudditi analfabeti del tribale Bokassa, non beduini succubi dell’islamismo oppressivo, nooo…. occidentali scolarizzati, benestanti e (dicunt) autonomi di giudizio, liberi di scegliere!
Getto nel calderone la fiducia che Ille TUTTORA acentra su di sé da parte di oneste (ripeto, oneste) persone comuni, pure di provata fede cattolica, catechiste, non imprenditorotti brianzoli infoiati ma persone che credono in certi valori tradizionali, CONVINTE che sul povero ci sia una esagerata montatura.
Ecco, quando ci chiediamo come fecero i tedeschi a non vedere i lager………….
rita
Rita
Il “protagonista” è da considerare un caso clinico, senza ombra di dubbio.
Ma quello che fa veramente soffrire in modo silenzioso un normale individuo che abbia disgraziatamente una certa sensibilità è la considerazione del “caso antropologico”. Anche qui hai ragione, e ci si sente in qualche modo sporchi, come quando si entra in uno squallido bordello solo per guardare, magari criticando, ma restando comunque a guardare… credo che molti uomini di questo paese, si sentano così.
pinomario
Grazie per questa lettura che aiuta a capire andando… oltre…
Pino Mario
mario
Bisognerebbe ri-proiettare l’illuminante film di Pasolini (che forse non s’immaginava neppure lui tanto premonitore) nelle scuole.
Se non fosse che magari questa forma di “educazione sessuale” indignerebbe il pontifex, fino a ieri – a quanto traspare a noi piccini – più costernato per il fatto che si potesse nominare il sesso fra i banchi senza uno dei suoi a guardia, che non per lo spettacolo pubblico offerto da questi “adulti”, tutti fieri difensori dei valori tradizionali della famiglia e crociati dei finanziamenti alle sue, di scuole.
O no?