Pinocchio in Love
Un’opera da strada del Ricciotti Ensemble
Musica di Guus Janssen – Libretto di Friso Haverkamp
Con: Roberto Bacchilega (Pini), Antje Lohse (mezzosoprano, Blue), Harm Huson (controtenore, Little Man), Javier Murugarren (ballerino/burattinaio, Pinocchio giovane).
Regia di Miranda Lakerveld
Direttore Gijs Kramers
Organizzazione Associazione Musicale Etnea
Catania – Centro Culturale Zo – 21 ottobre 2010
(e in altre sedi siciliane)
(Una versione più ampia di questa nota si può leggere sul numero 5 di Vita pensata)
Immagina di entrare in un salone, accompagnato da ragazzi e ragazze che camminano e suonano una marcetta con i loro strumenti -non soltanto i fiati ma anche gli archi-, abbigliati in tutte le maniere, sorridenti ed evidentemente divertiti. Ti siedi, se riesci a trovare un posto libero, e cominci a sentire un’altra musica: la Canzona XVI di Giovanni Gabrieli, uno dei compositori più suggestivi del Cinquecento. Si prosegue con Puccini, Stravinsky e ancora con brani composti dagli stessi musicisti che stai ascoltando, i quali mentre suonano si alzano, ballano, fanno un baccano visivo che però nulla toglie al rigore dell’esecuzione.
Sei davanti al Ricciotti Ensemble, un gruppo di giovani musicisti olandesi ma non solo (ci sono anche degli italiani) che da quarant’anni fa musica nei luoghi più diversi e per le strade, oltre che nelle sale da concerto. Dal 19 al 26 ottobre stanno girando in lungo e in largo la Sicilia, contagiando di entusiasmo chi li ascolta.
Un pausa e poi si riprende nella sala grande del Centro Culturale Zo di Catania. Stavolta i musicisti hanno indossato dei costumi, sono accompagnati da attori e cantanti, su uno schermo appare la narrazione di Pinocchio in Love, un’opera lirica creata per il Ricciotti. La musica è serissima, atonale e appuntita come sono tutte le opere liriche contemporanee, strutturata a metà fra il Kurt Weill dell’Opera da tre soldi e lo Stockhausen di Samstag aus Licht. In ogni caso, il vero titolo di questo lavoro non è Pinocchio in Love bensì Pinocchio in Death.
E così, i ragazzi giocherelloni dell’inizio si sono trasformati in rigorosi esecutori di un’opera non facile all’ascolto. Anche in questo modo dimostrano che non esiste musica alta e bassa, colta o pop; esiste la buona e la cattiva musica, eseguita al meglio o con superficialità. E proprio questo mi sembra il contributo più importante del Ricciotti Ensemble. Se capita dalle vostre parti, non perdetevelo.
1 commento
Adriana Bolfo
Info e notizia bellissima!!!! Qualcosa che risolleva.