La copertina del numero oggi in edicola di Panorama raffigura il ministro Maroni con una coppola in testa e pronto a distruggere le cosche mafiose. Da settimane, ormai, i quotidiani il Giornale e Libero titolano a caratteri cubitali contro Fini e la sua famiglia. Il direttore del TG1 Minzolini appare di continuo in video per magnificare il governo e il suo presidente. Da quando Marina Berlusconi è entrata nel Consiglio di Amministrazione di Mediobanca Il Corriere della Sera è diventato anch’esso filoberlusconiano. Delle televisioni Mediaset è superfluo dire.
Nelle complesse società contemporanee -nell’infosfera in cui tutti siamo immersi- il potere non è del ministro ma del mezzo di comunicazione di massa che parla del ministro. Ecco perché l’Italia sarà sempre meno decente sino a quando -quando?- una semplice norma liberale impedirà a chiunque possieda giornali e televisioni di candidarsi al potere politico. In caso contrario, a vincere sarà lo stalinismo mediatico che oggi devasta l’Italia e che persino Famiglia cristiana è ormai costretta a denunciare. Un Paese sommerso dall’odio e dalla menzogna diffusi dai giornali e dai telegiornali in mano a Berlusconi. Questo siamo diventati.
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6 commenti
Laura Caponetto
“L’infosfera in cui tutti siamo immersi”
Sono tornata di recente da un viaggio in barca a vela. La mia prima volta in barca risale all’anno scorso. Quando sono partita, non avevo consapevolezza dello stato di confusione in cui mi trovavo. La consapevolezza è arrivata, inesorabile, al rientro. Una sola settimana di silenzio è servita a ridarmi la chiarezza mentale, condizione di qualsiasi tipo di apprendimento.
Informare = dar forma. Raramente dopo aver visto un tg, ritengo di possedere la “forma” dei fatti-notizia: immagini di repertorio fanno da sfondo a voci rapide. Intanto le notizie dell’ultim’ora (il cui argomento differisce da quello di cui si sta parlando) appaiono in movimento nella parte bassa dello schermo (traduzione = abbandona l’ascolto della notizia originaria e leggi la news dell’ultim’ora, perché scappa via). Politica, cronaca, brutture. Ed infine, il calcio? Il calcio non è “fanalino di coda” poiché notizia meno importante. Esso, anzi, assolve ad una funzione “vitale”: risolve i problemi di cui si è parlato in precedenza. Alla fine del tg, l’animo angosciato dello spettatore attento trova così la quiete.
E per di più, questa disinformazione (che non da forme, ma brandelli di forme confusi) è di parte.
Si capisce perché quest’estate io abbia scelto di rivivere l’esperienza della vela.
Maurizio
Ciao a tutti. Purtroppo, a mio parere, per salvarsi in modo efficace dal potere mediatico di Berlusconi non basta non avere la televisione in casa. Di riflesso, indirettamente, attraverso i discorsi degli altri, attraverso il modo di vivere, le abitudini, la sua influenza ci arriva ed è comunque forte. Certo non vedere le sue televisioni, il Tg1 ecc è già un buon passo. Ma la televisione è anche La 7, che mi sembra un buon canale, tg Sky, Rai news 24, Annozero, Ballarò, Report, Presadiretta e poco altro ancora. Ieri ero al parchetto. Su una altalena c’era mio figlio, sull’altra una bambina. Ad un cero punto la bambina ha esclamato a voce alta: “guarda su quella macchina che sta passando c’è una persona famosa!”. Io le risposi: “ma a noi non ci interessa nulla delle persone famose”. A quel punto mia moglie mi ha rimproverato: “ma cosa dici, è solo una bambina!”. E’ vero …. ma sono i piccoli quotidiani segnali di una immensa deriva e degrado culturale, a mio parere s’intende, che vanno immediatamente respinti.
filippo scuderi
Ho vissuto con i miei nonni paterni, la televisione è entrata a casa verso il 1975, prima di allora non avevamo la televisione. Un particolare che ancora adesso mi ricordo e che racconto ai miei figli è stato che il primo giorno mia nonna mentre eravamo seduti a tavola disse “zitti per favore devo ascoltare la televisione” mentre prima di allora il modo per comunicare tra noi era proprio quando eravamo seduti a tavola.
Per questo ho combattuto a lungo per non avere la tv in cucina ma poi ho dovuto cedere; io personalmente non amo tanto questo apparecchio tecnologico perché è stata un’intrusione a casa, un’intrusione che persiste e vince su quasi tutte le famiglie e questo Silvio (nome che spero tanto i miei figli noi diano ai miei nipoti) l’ha proprio capito bene e infatti con mediaset ( e non solo con quella) è entrato nelle case della gente e purtroppo non ne sta uscendo più. Ringrazio le parabole , che se da bambino mi indirizzavano metaforicamente sulla giusta strada , adesso mi indirizzano lontano dai programmi di mediaset. Infatti ormai accedo a questo mezzo di comunicazione a senso unico solo attraverso sky e prima stavo poco davanti alla tv.
Sarebbe fantastico se per un solo giorno tutti gli italiani non accendessero la tv , per un solo giorno , ci sono le giornate contro l’alcol, contro il fumo , stabiliamo una giornata contro il potere della comunicazione ( a senso unico) di mediaset spegnendo la tv.
Non ho visto la copertina di panorama, ma veramente siamo ancora convinti che mafia è Sicilia ? che la coppola è un simbolo mafioso? Mio nonno portava questo copricapo ed era pescatore, questo copricapo su un personaggio dello stato fa riflettere su che cosa ci vuole veramente per sconfiggere la mafia, che Maroni si faccia un esame di coscienza -visto che rappresenta un’autorità dello stato- su cosa ci vorrebbe davvero per sconfiggere la mafia, anzi su cosa non ci vorrebbe!
Filippo Scuderi
Biuso
@diego b
“allora, secondo lei, gentile prof. biuso, quale può essere un rimedio possibile? è possibile un rimedio efficace? e un filosofo, uno studioso, ha qualche arma specifica che può utilizzare?”
I rimedi politici partiranno dalla inevitabile decadenza biologica del padrone di Mediaset. Le macerie che costui e i suoi complici lasceranno saranno comunque imponenti.
Gli studiosi possono fare ciò che debbono: comprendere, comunicare il compreso, scrivere, insegnare. E’ il primo passo ma è il più importante. Gramsci aveva ragione, infatti, a sostenere che ogni dominio politico ha come fondamento un’egemonia culturale.
diego b
il potere non è del ministro ma del mezzo di comunicazione di massa che parla del ministro
direi che è il punto chiave del ragionamento: il potere legale, giuridico, rischia d’essere un guscio formale, mentre il potere sta altrove
dato che il potere reale è il controllo dei mezzi di comunicazione di massa, siamo quindi come intrappolati, le normali dinamiche del confronto democratico classico non funzionano
allora, secondo lei, gentile prof. biuso, quale può essere un rimedio possibile? è possibile un rimedio efficace? e un filosofo, uno studioso, ha qualche arma specifica che può utilizzare?
a commento dell’ottimo dott. generali: senz’altro c’è del vero ma piangere sul latte versato è poco produttivo, alla fine, secondo me, conta di più il che fare adesso
Dario Generali
Caro Alberto,
concordo pienamente. Il berlusconismo è una chiara dittatura mediatica che, stante il periodo storico e la difficoltà di fare diversamente, ha rinunciato alla repressione degli oppositori con la forza, ma ha realizzato un’egemonia quasi totale sulle comunicazioni di massa, in grado di condizionare le menti più semplici, che sono sempre la maggioranza.
In questo però ha una grande responsabilità anche l’opposizione, perché trovo incredibile che il governo Prodi e quindi D’Alema, durato un tempo sufficiente per far passare una legge sul conflitto d’interessi, non l’abbia invece mai fatto. Sarebbe bastato mutuare la normativa statunitense in proposito, che è assai rigorosa e che esprime un punto di vista chiaramente liberale e, quindi, condivisibile.
Un caro saluto.
Dario