La pedagogia, con le sue propaggini didatticiste, è uno dei finti saperi che riempiono la modernità. I Greci ne ignoravano l’esistenza e sapevano, invece, educare. Pensavano, infatti, che l’essenziale si impara da sé, dal riflesso che il fluire del mondo lascia nei nostri occhi e che nessun maestro -bravissimo o inetto che sia- ci può insegnare. Questo è l’evidente segreto del socratismo.
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Educarsi di Alberto G. Biuso…
La pedagogia, con le sue propaggini didatticiste, è uno dei finti saperi che riempiono la modernità. I Greci ne ignoravano l’esistenza e sapevano, invece, educare. …Pensavano, infatti, che l’essenziale si impara da sé, dal riflesso che il…
mariella catasta
L’esperienza educativa illuminata delle teorie e dalle riflessioni sulle pratiche didattiche aiuta a non commettere errori, irreversibili spesso e dunque gravissimi,se consideriamo che l’attore del processo è la persona nelle sue fasi evolutive.
Sappiamo che, oggi, nell’enfasi di demolizione della scuola, la pedagogia può apparire come una scienza inutile , anti produttiva , come del resto alcuni pensano sia la musica o la filosofia.
Chi vive ed ha vissuto nel mondo della scuola in modo attivo e responsabile , sa che affrontare un anno scolastico implica una sfida sempre nuova, una sfida che richiede non solo il coraggio e la volontà di combattere la demotivazione ma la necessaria acquisizione da parte del docente, di nuovi linguaggi, di conoscenze di strumenti nuovi che si concretizzano in strategie diversificate e innovative per trasformare la classe in un ambiente stimolante di apprendimento.
Lo stato dell’arte dell’ educare non ha formule pronte
non prevede rituali ma la messa in atto di tutto il proprio essere insegnanti capaci di aiutare gli alunni ad essere protagonisti attivi della propria crescita e a percepire il senso del proprio limite ad imparare ad avere fiducia e a superare l’impasse e le difficoltà.
La pedagogia diventa inutile e dannosa quando assume l’espressione di una ideologia, quando si riduce ad una accozzaglia acritica di nozioni elaborate in ambienti asettici lontani dalla vita autentica e dalla comunicazione umana all’interno della comunità educante. La pedagogia , ovvero le scienze dell’educazione sono in funzione del progressivo miglioramento della qualità del “comportamento insegnante” e quindi aiutano e stimolano la ricerca di una teoria dell’istruzione funzionale alla gestione del rapporto educativo.
Chi ha a cuore il destino delle giovani generazioni si pone il problema di come educare, di conseguenza, l’importanza della pedagogia è inversamente proporzionale alle politiche in atto e alle crisi valoriali e culturali che stanno investendo soprattutto il nostro Paese.
A chi importa la Pedagogia?
filippo scuderi
Pedagogia , cosa fare? Confrontare i vari sistemi di insegnamento tipo “Emilio” “il contratto sociale” (Rousseau) tanto per citarne alcuni con prospettive diverse, oppure si deve sperare che fattori esterni non intaccano l’insegnamento che si cerca di dare ai propri figli, parlo come ruolo di padre veramente difficile, oppure si deve necessariamente approfondire Pedagogia ,Sociologia e Psicologia e sperare che escano le risposte giuste su come comportarsi con i propri figli.
Panta Rei.
Filippo Scuderi
alessandra tigano
Caro Alberto, riprendendo il titolo delle tue riflessioni mi piace aggiungere che la pedagogia e’ una scienza (utile) che si pone lo scopo di educare l’uomo ad educarsi.
Biuso
Cara Alessandra,
ti ringrazio molto di questa attenta e argomentata riflessione.
Quanto tu descrivi è parte di ciò che le mie tre righe intendono dire: i “tanti maestri” dei quali parli esistono per fortuna, lo so, e costituiscono il senso del fare scuola.
I loro risultati debbono ben poco alle tante tecniche pretenziose ed esteriori che troppi pedagogisti e didatticisti spacciano per scienza dell’educazione.
Essi, i maestri, fanno educazione. Se con la parola “pedagogia” intendi la loro saggezza nell’educare, viva la pedagogia.
alessandra tigano
Caro Alberto,
Sono perfettamente d’accordo con il segreto del socratismo. Tuttavia mi sento di aggiungere una modestissima riflessione che nasce dalla pratica riflessiva e dalla ricerca teorica della mia professione. Vero e’ che nessun maestro, bravo o inetto che sia, puo’ insegnare qualcosa a qualcuno. Ma e’ altrettanto vero che ci sono molti maestri che sposando l’insegnamento socratico e praticandolo didatticamente formano i loro allievi ad essere ‘filosofi’. Ovvero cercano di formarli verso la costruzione di un sapere riflessivo, a saper sollevare domande sul mondo, sulla natura e sull’uomo. Ad essere dubbiosi e critici. A saper pensare filosoficamente.Da questo punto di vista la pedagogia non puo’ essere considerata un finto sapere, essa e’ una scienza che avendo per oggetto del suo studio l’educazione e i processi di insegnamento/apprendimento educa a pensare in modo critico, creativo e valoriale. L’educare diventa cosi’ educarsi nel tentativo di promuovere al massimo la fioritura delle capacita’ umane. Questo e’ quanto cercano di fare i professionisti dell’educazione, quei maestri che nel corso della loro azione pedagogica e didattica non insegnano formule e contenuti da imparare a memoria. E cosi’ nel cercare di far fronte alle complessita’ giornaliere del loro lavoro, spesso mortificato e misconosciuto dalle politiche educative di oggi, raccolgono l’antica sfida lanciata dal Socrate e danno un senso alla loro prassi pedagogica e didattica.
Scusami ma, per queste ragioni, non mi convince l’idea che la pedagogia e’ un finto sapere. Se affermiamo questo tanti maestri entrerebbero in una profonda crisi esistenziale e professionale.