di Woody Allen
(Whatever Works)
USA/Francia, 2009
Con: Larry David, (Boris Yellnikoff), Evan Rachel Wood (Melody), Patricia Clarkson (Marietta)
Trailer del film
Boris è stato un grande fisico, esperto in teoria delle stringhe e meccanica quantistica. Ora è divorziato, vive in un loft, è preso da periodiche crisi di panico e non sopporta nessuno, nemmeno i ragazzini ai quali impartisce lezioni di scacchi condite da insulti vari. Una sera trova dietro la porta di casa Melody, ragazzina della Louisiana fuggita dalla famiglia. Melody è straordinariamente stupida ma tenace sino a farsi sposare dal genio. Un anno dopo arriva la madre della ragazza che da devota citatrice della Bibbia si trasforma in artista quasi porno e convivente con due uomini. La raggiunge l’ex marito che, prima scandalizzato e incredulo, ritrova poi la propria vera identità sessuale. Melody lascia ovviamente l’anziano marito, il cui tentativo di suicidio fallisce ancora una volta…
Tornato a New York (dopo le men che mediocri opere europee), Allen ritrova il proprio acquario umano e dunque se stesso, adattando una sceneggiatura scritta trent’anni fa, frizzante e -al di là delle apparenze- un poco tragica. Sino al finale politicamente ipercorretto (ma spero ironico…), il film mantiene una plausibilità che coniuga G.B.Shaw e Cioran (molte delle affermazioni di Boris sarebbero state sottoscritte da costui), permettendo al regista di dire ciò che davvero pensa degli umani e di formulare proposte come queste: «si chiede alla gente una patente per guidare e pescare ma nessuna per fare figli, che invece sarebbe la più importante». Guardando molti figli, non si può che condividere.
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4 commenti
Illumination
E’ chiaro che anch’io volevo sollevare questioni invisibili!
Sono assolutamente d’accordo con tutto ciò che scrivi.
L’idea di Platone, però, non penso fosse “grande”:
chi governa, potrebbe avere beni economici e famiglia e anzi dovrebbe conoscere i figli di tutti, ma dovrebbe possedere una grande intelligenza( non scaltrezza)e sapere, semplicemente, che GOVERNARE un popolo e una nazione significa amarli!
Ingenua utopia, lo so.
agbiuso
Ci sono affermazioni e proposte che hanno senso e valore non tanto perché vadano prese alla lettera quanto perché sollevano questioni che altrimenti rimarrebbero invisibili. La proposta di Boris/Allen tratta dal film e da me riportata rientra in tale categoria.
Condivido perfettamente, cara Illumination, il fatto che i figli costituiscano una straordinaria e variegata combinazione di geni, educazione, affetto, ambiente e molto altro. E anche per questo ritengo che mettere al mondo degli umani debba rappresentare un’azione anche culturale -meditata, pensata, voluta senza illusioni- e non soltanto biologica (stile coniglietti).
La domanda su chi possa valutare e dunque consegnare patenti su una simile competenza fa parte di una assai più ampia concezione politica. Ricorderai che Platone proponeva che i capi della città non dovessero avere né beni economici personali né famiglia, che non conoscessero i figli propri e quelli altrui, affinché governassero per tutti e non per degli interessi familistici e privati. Io credo che questa rimanga una grande idea e che la “famiglia” sia un’istituzione che presenta più problemi che soluzioni.
Alla fine, comunque, nessuno può dare patenti su chi abbia diritto di far figli e chi no, perché ciò comporterebbe un peso enorme e davvero intollerabile del potere politico. Meglio lasciar fare alla natura stessa, che sa come reagire alla presenza ipertrofica di questa specie ecologicamente mediocre, incapace di stare in armonia col tutto di cui è parte. Il pianeta ci scuoterà via, come si fa con degli insistenti e fastidiosi parassiti.
Illumination
Non ho visto il film.
Chiedo però: cosa bisogna studiare per prendere questa importante “patente”?
Quali requisiti deve possedere il soggetto che voglia mettere al mondo figli?
I figli non sono solo la combinazione casuale di geni, sono soprattutto il frutto di ciò che noi trasmettiamo loro,
o sono, anche, ciò che loro diventano
per “empatia” verso tutti quelli che incontrano nel loro cammino.
Purtroppo (o per fortuna) il genere umano è “variegato”: grazie a questa sua peculiarità noi,genitori o no, abbiamo la possibilità di dare sfogo alle nostre passioni .
L’idea comunque di questa patente è geniale!
Dimenticavo una domanda essenziale:
chi dovrebbe rilasciarla?
biagio g
Condivido e sottoscrivo la recensione del prof. Biuso. Ho visto il film e mi sono divertito parecchio, molto riuscito. Anch’io spero nell’ironicità del finale politicamente “ipercorretto”.