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Scherza coi santi e lascia stare Nietzsche

Scherza coi santi e lascia stare Nietzsche

«Nietzsche ha dileggiato l’umiltà e l’obbedienza come virtù servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi. Ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell’uomo. Orbene, esistono caricature di un’umiltà sbagliata e di una sottomissione sbagliata, che non vogliamo imitare. Ma esiste anche la superbia distruttiva e la presunzione, che disgrègano ogni comunità e finiscono nella violenza». Così Benedetto XVI nella omelia tenuta il 9 aprile scorso.
Nietzsche avrebbe sorriso di un simile giudizio, avrebbe trovato in esso la conferma della disonestà del prete. Ma qui non si tratta di menzogna bensì, più modestamente, di ignoranza. L’omelia dalla quale è tratto il brano -e che invito a leggere per intero- non solo è davvero noiosissima e banale ma dimostra anche che il suo autore ha una conoscenza parziale del significato che Nietzsche dà allo Übermensch, all’oltreuomo. Lungi, infatti, dal sostenere una filosofia iperumanistica e antropocentrica, Nietzsche ritiene che «“l’uomo è qualcosa che deve essere superato” -qui è importante il tempo: i greci degni di ammirazione: senza fretta. I miei predecessori: Eraclito, Empedocle, Spinoza, Goethe» (Frammenti postumi 1884,  25[454]), pensa che ci sia «qualcosa di fondamentalmente erroneo nell’uomo -egli deve essere superato. Tenta!» (Frammenti postumi 1882-1884 parte II, 11[8]». Nietzsche arriva a dire che l’oltreuomo è un «Cesare romano con l’anima di Cristo» (Frammenti postumi 1884, 27 [60]).
L’antropologia nietzscheana si caratterizza non per la presunzione dogmatica e la violenza apostolica delle quali i papisti sono stati nella storia maestri ma per le qualità del pensare, dell’inventar forme, della misura, della complessità, della severità, della riservatezza, dell’appagamento di sé e del distacco. Si tratta di categorie etiche ed esistenziali che il teologo Ratzinger non è in grado di cogliere e tanto meno apprezzare. Non era dunque affatto necessario citare il nome di Nietzsche. Il Papa parli di ciò che vuole ma lasci stare i filosofi. Unicuique suum, come recita la testata dell’Osservatore Romano.

6 commenti

  • Alfio

    Aprile 11, 2022

    «[Nietzsche] Ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell’uomo». Basterebbe questa frase per capire come Ratzinger ci abbia capito poco di Nietzsche.

  • agbiuso

    Febbraio 14, 2013

    Nel profluvio di parole dedicate alle dimissioni di Ratzinger, segnalo quelle interessanti di Andrea Cortellessa, da Alfabeta2: Roma senza Papa.

  • giuseppe cerruti

    Gennaio 18, 2010

    La speranza (quella che è onesto riconoscere come fede, in chi dichiara di sentirla tale) è dura a morire, sebbene ce la mettano proprio tutta per farcela passare… ma il tutto è solo e sempre individuale, non ci sono dottrine adeguate né adeguabili; oltretutto, qui è propaganda politica (pseudo-mascherata) bella e buona.
    Non si rivolgono certo a chi mastica filosofia, perseguono obiettivi di massa, e citare un filosofo “chiacchierato” fa scena…
    Insomma, potrò anche riconoscergli l’onestà di fede, ma non quella di intenti

  • Alberto G. Biuso

    Aprile 14, 2009

    Marco scrive:

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    Nella stessa enciclica, poi, c’è un clamoroso lapsus freudiano su Platone (cfr. § 11): B16 cita a sostegno della sua idea della famiglia naturale ed eterosessuale anche il mito degli “uomini palla” del “Simposio”, che invece è un’esaltazione dell’omosessualità!
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    E, in effetti, qualcosa di ossessivo c’è in tale insistenza su temi sessuali.
    Invece di tenere omelie e scrivere encicliche sullo Spirito Santo, sulla Parusia, sull’enigma dialettico della Trinità, sui temi più propri della Fede, questo teologo e i suoi colleghi hanno sempre in mente corpi sani e malati (Welby, Englaro…), accoppiamenti coniugali, peni e vagine.
    L’ossessione papista per l’etica della riproduzione sta demolendo la grandezza della teologia, cioè del “Discorso su Dio“…

  • Marco

    Aprile 14, 2009

    Beh, evidentemente hanno capito pure loro che il “discorso su Dio” è un pettegolezzo, cioè una chiacchiera su niente. Molto meglio tornare al sano controllo politico e culturale diretto dei corpi, perché tanti corpi messi insieme fanno massa e una massa ben gestita frutta soldi per la Chiesa (offerte, 8 x 1000, ecc.) e soprattutto voti per la casta politica appattata con quella sacerdotale.

  • Marco

    Aprile 14, 2009

    In effetti, pur passando per un grande filosofo (naturalmente agli occhi di gente come Vespa, Ferrara e Pera), Ratzinger è di un’ignoranza abissale quando parla di filosofia, e soprattutto del suo conterraneo Nietzsche, col quale ha uno strano rapporto di amore-odio (da pseudo Grande Inquisitore dostoevskiano qual è…). A lui, tra l’altro, dedica la prima citazione e nota a piè di pagina della sua enciclica “Deus caritas est” (cfr. § 3) commentando in maniera del tutto superficiale ed errata un aforisma di JGB (IV, 168) sul modo in cui il cristianesimo ha avvelenato l’eros greco rendendolo un vizio (Nietzsche dice una cosa banalmente vera e Ratzinger pretende di dimostrare, contro ogni evidenza storica, che ha torto). Nella stessa enciclica, poi, c’è un clamoroso lapsus freudiano su Platone (cfr. § 11): B16 cita a sostegno della sua idea della famiglia naturale ed eterosessuale anche il mito degli “uomini palla” del “Simposio”, che invece è un’esaltazione dell’omosessualità!

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