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Georges Seurat, Paul Signac e i neoimpressionisti

Milano – Palazzo Reale

Divisionismo e pointillisme hanno rappresentato la grande svolta nel passaggio dall’arte ottocentesca a quella contemporanea. Definiti anche come neoimpressionisti, Seurat, Lucienne Pissarro, Luce, van Rysselberghe, Cross, Delavallée, Angrand, Signac partono sì dai maestri dell’Impressionismo ma arrivano a esiti del tutto originali. È quest’ultimo -Paul Signac- l’artista principale della mostra. Nelle sue opere diventa chiarissimo come i punti di colore sparsi sulla tela con grande rispetto per le leggi della pittura -contrasto, mescolanza, gradazione- lascino ai processi cerebrali di chi guarda la formazione dei volumi e degli sfondi. Un processo che la filosofia della percezione conferma; una delle sale è opportunamente dedicata all’interazione del visitatore con i fenomeni percettivi studiati dalla Gestalttheorie. Il risultato è meraviglioso. Solo il contatto diretto con le opere rivela qualcosa che nessuna riproduzione -a stampa o digitale- può trasmettere: la vibrazione della luce. Questi quadri, infatti, danno l’impressione di essere retroilluminati, di essere fatti di una luce mobile come l’aria o come il mare.

È ciò che si prova davanti alle Marine (1891) che Signac intitolò tutte Opus e alle quali aggiunse notazioni musicali come “Allegro maestoso”, “Andante”, “Adagio”; o davanti all’Accident in cui Angrand effettua i primi studi sulla illuminazione artificiale, o di fronte al giallo dell’acqua e del cielo dei Voiliers sur l’Escaut di van Rysselberghe o lo stupefacente chiarore notturno dipinto da Maximilien Luce in Le Louvre et le pont du Carrousel. Fino ad arrivare al capolavoro che è Saint-Tropez. L’orage nel quale Signac divide in tre parti la tela: in alto il grigio del cielo nuvoloso, in basso il blu scuro del mare, nel mezzo le diagonali di una vela e della case immerse in una luce piena di tempesta. Se è lecito parafrasare la Commedia, si può dire che il divisionismo è l’essenza del dipingere, un’arte che “solo moto e luce ha per confine”.

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